Il Bar dell'Ingegneria

Posts written by Gtning

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    CITAZIONE (AQUILA1952 @ 8/9/2022, 05:38) 
    E' una questione di cerchiatura normata dalle NTC2018, la rigidezza non deve variare più dl 15%, in caso contrario ti devi ricalcolare (sismicamente) il tutto. Ci sono parecchi file XLS in circolazione e qualche applicazione free. Ti allego un XLS.

    Le cerchiature su setti in c.a. non credo siano la strada giusta. Per ripristinare rigidezza e resistenza di un semplice vano porta occorrerebbero cerchiature ciclopiche.

    Molto meglio intervenire aumentando lo spessore del setto, realizzando una paretina in adiacenza ad un lato solidale al setto esistente per mezzo di barre inghisate.
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    CITAZIONE
    Nel tuo caso puoi pensare di fare una controparte connessa a quella esistente e gettarla con un calcestruzzo ad altissima resistenza. Se l'apertura che devi fare non è troppo grande dovresti riuscirci.

    Sono arrivato alla tua stessa conclusione.
    Aumentando lo spessore del setto di 10cm riesco a ripristinare rigidezza e resistenza.
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    CITAZIONE
    Secondo me devi riuscire a dimostrare che la parete è verificata sia pre che post intervento

    Più precisamente cosa intendi?

    Stai pensando sempre a delle verifiche locali oppure intendi che bisognerebbe verifica globalmente il comportamento dell'edificio?
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    Salve a tutti,
    mi sto occupando della realizzazione dell'apertura di una porta su setto esistente in c.a. localizzato nel piano seminterrato di un condominio.
    Vado dritto al punto.
    Qualcuno si è mai imbattuto in un intervento del genere? e come lo ha trattato?
    Avete da segnalarmi articoli o materiale vario che tratti l'argomento?
    Grazie in anticipo
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    Ho sistemato la prima versione del foglio di calcolo e sono riuscito ad ottenere degli spostamenti congruenti con quello che mi aspettavo. L'errore che commettevo era in una semplice trasformazione dimensionale. Anche se mi aspettavo uno spostamento pari a zero sul fondo del serbatoio e invece ho un valore piccolo, ma comunque diverso da zero. (Qualcuno mi saprebbe dire il perché?). Ho aggiunto anche il diagramma degli sforzi normali anulari e il diagramma dei momenti nei meridiani. Su quest'ultimo grafico vi prego di porre la vostra attenzione perché non sono convinto che sia corretto. Anzi se qualcuno vuole dargli un occhiata e farmi sapere la sua....sono tutto orecchie.

    Qui il nuovo foglio di calcolo: https://www.dropbox.com/s/lo4c5l41bduek4e/...etto1.xlsx?dl=0
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    Ciao amici del bar,
    Sto approfondendo il dimensionamento di serbatoi in acciaio (per ora sono interessato solo alle condizioni statiche, so bene che qui al bar esiste una discussione molto approfondita su serbatoi in condizioni sismiche) e mi piacerebbe conoscere il vostro parere riguardo alcune questioni.
    Prima però cercherò di illustrare la teoria che sta alla base del calcolo in modo che anche chi non è ferrato sull'argomento, qualora lo volesse potrà cimentarsi ad avanzare il proprio parere.

    TEORIA DI BASE
    I serbatoi vengono visti come costituiti da strisce di parallelo e di meridiano.



    La rigidezza dei paralleli è definita come K=p(z)/wp dove p(z) è la pressione agente alla quota z e wp è lo spostamento radiale alla quota z dato dal solo carico idrostatico.

    La deformazione Epsilon sarà data da Epsilon=(DeltaC/C) dove DeltaC è la differenza di lunghezza delle circonferenze tra quella del parallelo a seguito dello spostamento e quella del parallelo indefomrato C è la lunghezza della circonferenza non deformata
    quindi:

    Epsilon=(2pigreco(R+w) - 2pigrecoR)/2pigrecoR da cui semplificando resta: Epsilon=w/R

    Considerando la legge costitutiva Sigma=E*Epsolin da cui Epsilon=(Sigma/E) sostituendo si perviene alla seguente:

    (Sigma/E)=(w/R) da cui Sigma=(w/R)*E

    Inoltre poichè Sigma è legata all'azione radiale N tramite la: Sigma=N/s sostituendo nella relazione precedente abbiamo:


    (N/E*s)=(w/R) da cui N=(w*E*s)/R

    Vi sollecito a prestare attenzione a quest'ultima equazione N=(w*E*s)/R poichè sarà oggetto di discussione nel seguito.

    Proseguiamo ricordando dall'idraulica che la spinta su pareti gobbe ha una componente orizzontale e verticale. Nel nostro caso però poiché la sezione di parallelo che stiamo cercando di analizzare è situata su un piano orizzontale la componente verticale sarà nulla e sarà invece presente la sola componente orizzontale che per definizione dall'idraulica ricordiamo essere pari alla spinta che agisce sulla proiezione piana della stessa superficie gobba. Per cui:



    Quindi sapendo che N=p(z)*R e sostituendo nella (N/E*s)=(w/R) otteniamo: (p(z)*R/E*s)=w/R da cui:
    p(z)=(w/R)*(E*s/R)=w*E*s/R^2

    Inoltre poichè avevamo definito la rigidezza dei paralleli come: k=p(z)/w sostituendo si ha:
    k=(wp(z)*E*s/R^2*wp(z))=E*s/R^2 che rappresenta la RIGIDEZZA DEI PARALLELI

    La rigidezza dei meridiani invece ha un analogia con la trave ed è pari a:

    EJ=E*s^3/12*(1-ni^2) RIGIDEZZA MERIDIANI

    L'equazione fodamentale di equilibrio della trave equivalente risulta essere:

    dove q(z) è la nostra p(z) ovvero la pressione in funzione della quota.
    La equazione su riportata mostra come il carico idrostatico sia equilibrato in parte dai meridiani e in parte dai paralleli.

    Nel seguito riporto le formule di alcuni parametri geometrici :


    E' importante far notare che Lambda definita LUNGHEZZA D'ONDA rappresenta la capacità smorzante dei paralleli. I paralleli infatti, oltre ad equilibrare una quota parte del carico, oppongono con la loro rigidezza estensionale un contrasto agli spostamenti radiali indotti dalle azioni che nascono ai bordi per ripristinare localmente congruenza ed equilibrio e i cui effetti si estinguono in una distanza pari appunto a Lambda.

    La soluzione della equazione fondamentale di equilibrio della trave equivalente è costituita da un integrale particolare wp(z) e da uno legato all'omogenea associata w0(z)

    w(z)=wp(z)+w0(z)

    Nell'ipotesi di serbatoio libero da vincoli alla base, l'integrale particolare vale: wp(z)=p(z)/K (dalla definizione di rigidezza dei paralleli) in questo caso particolare infatti entrano in gioco solo i paralleli, poichè il serbatoio si comporta come una membrana che si dilata linearmente, senza assumere curvatura lungo i meridiani, che restano rettilinei e quindi esenti da sforzi. Il carico è quindi assorbito dai paralleli che resistono all'aliquota di pressione che ad essi compete.


    Nella realtà però i serbatoio hanno un vincolo al piede del mantello, vincolo questo che impedisce traslazioni e rotazioni. In tale condizione è necessaria la nascita di un momento e un taglio atti a ripristinare congruenza ed equilibrio alla base.


    Le sollecitazioni che nascono alla base del serbatoio quindi si calcolano a partire dalla soluzione dell'equazione omogenea associata:


    la cui soluzione risulta essere:


    Dalla Scienza delle costruzioni sappiamo che:

    M0=-EJw"(0)

    Ho=M0'=-EJw''' (0)


    Queste incognite iperstatiche altro non sono che le funzioni delle distribuzioni delle coppie e delle forze radiali alla base del mantello che risolvono il problema del carico idrostatico.

    Eseguendo quindi le derivazioni e le opportune sostituzioni si determinano le costanti C1 e C2 che sostituite nella soluzione dell'omogenea associata fornisce la seguente:


    Dalla soluzione su scritta è possibile ricavare spostamenti e rotazioni relativi alla sola coppia M0 e al solo taglio H0

    Ricordando che lo spostamento e la rotazione del serbatoio libero da vincoli e soggetto al carico idrostatico sono pari a:


    E' possibile scrivere il sistema risolvente:

    Dal qule si ottengono le ingognite iperstatiche M0 e Ho


    Note tutte le forze in gioco, il campo degli spostamenti è dato dalla somma della soluzione particolare e della soluzione dell'omogenea associata:

    w(z)=wp(z)+w0(z)

    ovvero:



    Per ora mi fermo qui. Il mio obiettivo, per il momento, è di riuscire a creare un foglio di calcolo che mi permetta di valutare correttamente gli spostamenti della parete del serbatoio.

    Ho provato ad inserire le formule su riportate in excel ed ho ottenuto il seguente foglio di calcolo scaricabile qui
    https://www.dropbox.com/s/pvba2yr51tknbk5/...diali.xlsx?dl=0

    Tuttavia i valori degli spostamenti che ho ottenuto non mi convincono, io mi aspetto una deformata di questo tipo

    con uno spostamento massimo ad una certa distanza del fondo, mentre nel mio foglio di calcolo lo spostamento massimo lo si ha sul fondo del serbatoio.

    Qualcuno ha idea di cosa mi stia sfuggendo?
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    Il paragrafo 7.4.6.1.3. delle NTC recita:

    Sono da evitare per quanto possibile eccentricità tra l’asse della trave e l’asse del pilastro
    concorrenti in un nodo. Nel caso che tale eccentricità superi 1/4 della larghezza del pilastro la
    trasmissione degli sforzi deve essere assicurata da armature adeguatamente dimensionate allo
    scopo.


    io mi trovo nella situazione che riporto in immagini, ovvero ho delle travi con eccentricità maggiori di 1/4 della larghezza del pilastro. Qualcuno ha idea di come progettare "ARMATURA ADEGUATAMENTE DIMENSIONATA"
    Ho trovato anche questo link www.romolodifrancesco.it/l-esperto...e-pilastro.html che parla dell' argomento ma non mi è stato molto di aiuto


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    Grazie Pisanel
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    Ciao a tutti cari colleghi,
    ieri sera mi sono ritrovato con un amico/collega e per placare la calura estiva abbiamo deciso di andarci a fare una birra (in realtà ne furono molte di più) e così dinnanzi un bel boccale sudato abbiamo iniziato a disquisire sui "massimi sistemi" giungendo fino all'argomento oggetto anche di questo topic.

    Il mio amico/collega asseriva che le responsabilità del progettista strutturale di un opera sono del tipo "civilistico" e non penale, e nel caso di un ipotetico crollo di una palazzina il progettista che ha sbagliato il progetto è tenuto solo ad un risarcimento dei danni a cose e a persone, ma non rischia la galera. Io invece asserivo il contrario. Mi pare strano che un ingegnere che sbaglia un calcolo strutturale e che quindi è responsabile dell'ipotetico crollo di una struttura (dove nella peggiore delle ipotesi ci possono essere anche delle vittime) non sia investito da un procedimento penale.
    Entrambi non avevamo riferimenti giurisprudenziali che potessero confermare/confutare una tesi piuttosto che l'altra.

    Qualcuno sa cosa effettivamente rischia il progettista strutturale di un opera che a seguito di sisma "atteso" crolla?
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    CITAZIONE
    ....aggiungendo il consiglio di cercarsene uno bravo.

    Afazio come è umano lei!!!! :) (si fa per ridere).
    Piuttosto potresti esplicitare i motivi della tua ferma contrarietà a questo tipo di soluzione?
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    Dall'ultima osservazione fatta da MINIS :
    CITAZIONE
    non sono d'accordo su questa affermazione perchè è si vero che le pareti a fianco sono esigue, ma il solaio nel caso di un giunto deve essere staccato e a quel punto la parete libera da due piani di prima (suppongo 6m) diventa di tre piani (9m)

    che condivido in pieno, ho ideato una soluzione che reputo valida.
    La condivido con voi, augurandomi di sentire i vostri pareri.

    Cercherò di spiegarmi al meglio.

    Ricapitolando quanto fin qui detto, l'intervento in oggetto è l' adeguamento sismico di un edificio in muratura interposto tra due edifici più alti con due setti in comune con questi ultimi.
    Sappiamo che la norma ci imporrebbe la verifica di tutta la US, soluzione questa che per vari motivi non voglio assolutamente fare.
    L'escamotage quindi per ovviare alla verifica globale della US e ricondurmi alla verifica del solo edificio oggetto di intervento che ho pensato di adottare è il seguente:

    REALIZZAZIONE DI UN TELAIO IN C.A. CONNESSO AI SETTI IN COMUNE E GIUNTATO CON IL NUOVO TELAIO IN C.A. PER L'ADEGUAMENTO DEL FABBRICATO OGGETTO DI INTERVENTO.

    La norma ci dice che se non modifico il comportamento strutturale dell'opera posso condurre solo delle verifiche locali.
    Prendendo spunto da questo concetto, ho ragionato così: <<valuto la rigidezza dei setti dell'edificio oggetto di intervento che sono perpendicolari ai setti in comune, e al loro posto realizzo un telaio in c.a. di uguale rigidezza e solidale ai setti in comune (che poi è quello che facciamo per le cerchiature) in tal modo il comportamento strutturale dell' opera non viene sostanzialmente modificato>>
    A questo punto posso dimostrare, conti alla mano, che io non ho in alcun modo modificato il comportamento statico e sismico dei due edifici addossati al mio, e quindi posso concentrare le verifiche solo all'edificio oggetto di intervento.
    Altro aspetto fondamentale per far in modo che non ci sia interazione con l'edificio oggetto di itervento, è la realizzazione di giunti.
    In questo modo, gli edifici addossati non si accorgeranno dell' intervento eseguito poichè nello stato di progetto, essi continueranno ad interagire con elementi strutturali (telai a ripristino di rigidezza) di egual rigidezza come nello stato di fatto, e la struttura oggetto di intervento potrà essere adeguata sismicamente.

    Riporto delle immagini esemplificative:



    progetto

    Faccio notare che ho pensato di rendere solidali i telai in c.a. a ripristino di rigidezza realizzando la rimozione di mattoni in maniera alternata, uno si e uno no, avendo cura nella fase di getto che il cls penetri e riempia i vuoti creati. Quello che si otterrà saranno dei pilastri e delle travi addossate ai setti in muratura e collegati ad essi per mezzo di denti. Una sorta di collegamento a pettine.



    sez_bb

    PARTICOLARE DEI GIUNTI
    particolare_giunto
    Si noti come una parte del nuovo telaio in c.a. che fungerà da struttura portante sarà realizzato a sbalzo in modo da garantire la NON interazione con le strutture adiacenti
    Lo spazio dei giunti varrà riempito con polistirolo.

    NUOVE_TAMPONATURE
    Infine in questa immagine si è voluto mettere in evidenza l' ingombro delle tamponature nello stato di progetto a dimostrazione che lo spazio perso è veramente esiguo.

    Cosa ne pensate?

    Edited by Gtning - 27/5/2017, 11:10
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    X automa: Hai perfettamente centrato il punto, bisogna fare delle scelte e portarsene la responsabilità. A volte forzando un pò la mano. Credo che un bravo ingegnere si veda anche da questo, ma mi si potrà dire che questo discorso è soggettivo. Magari c'è chi dice che un bravo ingegnere è quello che sa dire di no. Punti di vista. Ad ogni modo stavo proprio cercando una "pezza" da metterci come la tua. E devo dire che la tua mi conforta e non poco, visto che anche io avevo pensato di fare la stessa identica cosa, già prima di leggere il tuo intervento. L'unica cosa diversa è che i solai degli edifici adiacenti con buona probabilità, nel mio caso, sono orditi nell' altra direzione e non gravano quindi sui muri comuni. Alla luce di questa ipotesi (di ipotesi si tratta perchè ad oggi non ho la certezza di come corrano i solai degli edifici adiacenti) che comunque mi appresterò a verfiicare, le considerazioni che sto facendo sono le seguenti:

    1) i setti in comune non verranno in alcun modo toccati dall'intervento,
    2) visto che i carichi e le masse dei solai degli edifici adiacenti interessano solo i setti non in comunicazione con l'edificio oggetto di
    intervento
    3) considerato che il fabbricato oggetto di intervento è costituito dal solo piano terra e si trova frapposto tra due edifici di tre piani
    fuori terra, il suo contributo alla rigidezza nel piano ortogonale ai setti in comune, sarà pertanto limitato al solo piano terra
    4) considerato che il setto al piano terra presenta 4 aperture di cui una (porta che si innalza fin sotto il cordolo) a 20 cm dal setto in
    comune su lato destro, e un apertura (finestra 150x160) a meno di 50 cm dal setto in comune su lato sinistro, il suo contributo
    alla rigidezza è esiguo
    per tali motivi si può ritenere che la realizzazione dei giunti strutturali non modifichi la staticità degli edifci adiacenti e non ne modifichi "sostanzialmente" il comportamento sismico.

    In effetti lo stato attuale è riportato nel seguito, se vedete bene quelle aperture a ridosso dei setti in comune limitano notevolmente il contributo di rigidezze e resistenza di quel setto. Fatemi sapere cosa ne pensate su queste considerazioni.


    X reversi: Scusami tu per aver inteso male. Non volevo fare polemica. Spero che da questo topic nasca qualcosa si buono. A tutti buon fine settimana
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    Che fatica parlare con voi. Qui le parole prima di essere digitate devono essere pesate. Ogni volta polemiche, ma va bene, tuttavia siamo al bar.
    CITAZIONE
    io so - non è che lo devo ancora scoprire, come gtning - che se tolgo la mia unità la casa di fianco da una vulnerabilità sismica attualmente molto elevata raggiunge una vulnerabilità sismica virtualmente infinita.

    Ora io dovrei prendermela, e infatti, me la sono presa, possibile che reversi abbia questa considerazione di me? Cosa avrò mai detto. Possibile creda che io ignori totalmente la sua ovvietà? Tuttavia, mica posso vomitare addosso a reversi tutto il mio sapere per tentare di dimostrare che un pochino ne so anche io. Vorrà dire che la prossima volta dovrò pesare ancora meglio quello che scrivo per non incappare nella "umilizione di turno" e far degenerare la discussione.
    Mi pare che ogni qual volta chiedo "aiuto" qui al bar, i miei quesiti non sono mai banali. Credo siano argomenti interessanti che nella vita professionale di tutti capitano e che ognuno risolve a proprio modo, chi con soluzioni valide e chi meno.
    Ho deciso di postare nella sezione DE PROFESSIONE proprio perchè so che il tema non è di facile soluzione e non ne ricerco una prettamente teorica e matematicamente rigorosa, ma una soluzione adottata nella pratica professionale di tutti i giorni; sono più interessato a capire cosa calcolano, dichiarano, o omettono i nostri colleghi nelle migliaia di interventi come questo che tutti i giorni si fanno su e giù per l' italico stivale.
    Insomma, io non credo che tutti gli ingegneri per eseguire un intervento come quello in oggetto, verificano tutto il quartiere (leggasi US), ecco, mi piacerebbe sapere cosa dichiarano questi ultimi agli uffici sismici della provincia per evitare di portare nel calcolo anche le altre unità strutturali.
    E non mi dite che l' intervento allora non si può fare, perchè a quel punto il committente andrà da zio mario con diploma da geometra conseguito più di 40 anni fa che in 4e4 8 gli farà il progettino e voi avrete fatto la figura degli incapaci. Purtroppo la nostra professione e anche questa che ci piaccia o no.
    NB: la soluzione di allian bella si, ma improponibile per una singola e "piccola" committenza privata.
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    Più che dello scavo in fondazione, so già che gli uffici preposti chiederanno di dimostrare che la realizzazione dei giunti non modifichi il comportamento degli edifici adiacenti. A quel punto cosa dimostro? (Si ritorna sempre sullo stesso argomento)
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    L'attuale mansarda (ora sul lato sinistro nel prospetto riportato in immagine) verrà spostata sul lato destro, inoltre varrà anche ampliata. Ricado necessariamente in un intervento di adegumento.
102 replies since 20/10/2014
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