Il Bar dell'Ingegneria

Votes taken by afazio

  1. .
    Calcolo rigidezze del giunto

    Nella tabella che segue sono riportati i calcoli delle rigidezze dei componenti del giunto applicando le formule sopra illustrate.
    Nelle ultime due colonne sono riportate le aliquote del carico esterno ripartite sui bulloni e sulle flange.

    sY6CFnl



    In tabella i vari simboli assumono il seguente significato:
    z quota del giunto
    Lb lunghezza della vite entro il giunto
    Eb modulo elastico longitudinale del bullone
    kb rigidezza assiale del bullone
    Lf spessore complessivo delle flange
    Ef modulo elastico longitudinale delle flange
    A* fattore per il calcolo della rigidezza delle flange
    Kf rigidezza assiale dell’accoppiamento delle flange
    kb + kf rigidezza totale del giunto
    αb aliquota del carico esterno trasferito al bullone
    αf aliquota del carico esterno trasferito alle flange

    Il fattore A* è pari al fattore
    A* = 8*Ares

    che compare nella formula per il calcolo della rigidezza della coppia di flange.

    Per confronto, voglio ricollegarmi a quanto già scritto nel topic Cestelli

    " In particolare si ottiene:

    N1 = N/[1+k2*/k1]
    N2= N*[1- 1/(1+k2*/k1)]

    Nell'ipotesi K2= 10*K1 si avrebbe:

    N1 = N/(1+10) = N/11
    N2= N*(1-1/11)= 10*N/11

    Questo significa che meno del 10% del carico esterno va al bullone mentre più del 90% va al supporto.

    Ma l'ipotesi K2=10*K1 nel caso dei tirafondi potrebbe anche essere troppo stretta nel senso che in funzione della distanza tra le due flange potrebbe anche essere K2 molto maggiore di dieci volte K1.
    Infatti già considerare una lunghezza del gambo liberamente estensibile (non vincolata cioè dall'aderenza col cls) pari a 1300-1500 mm anzichè la sola distanza tra estradosso dell'anello di irrigidimento e intradosso della controflangia superiore (circa 100 mm) contribuisce a diminuire di un ordine di grandezza la rigidezza del bullone ed avere quindi K2>100*K1

    Se in effetti cosi fosse otterremmo che una azione esterna di 100 kN agente sul giunto andrebbe per il 99% sul supporto con influenza irrisoria sul bullone a cui perverrebbe circa 1.00 kN"


    Nel caso in esame abbiamo ottenuto i due fattori:

    αb = 0.109 (circa 11%)
    αf = 0.891 (circa 89%)

    mentre i fattori di ripartizione ottenuti in maniera semplificata nel topic a cui rimando erano:

    αb = 1/11 = 0.091 (circa il 9%)
    αf = 10/11 = 0.909 (circa il 91%)

    La sostanza non cambia: su 100 kN applicati al giunto, solo circa 10 kN vanno sul bullone e i restanti 90 kN vanno sulle flange sotto forma di pressione o decompressione.

    Edited by afazio - 3/1/2017, 19:37
  2. .
    In questo 3D, tempo permettendo, intendo parlare dei giunti flangiati pretensionati tra i vari tronchi di una torre di sostegno per turbine eoliche.

    Le giunzioni tra i diversi tronchi della torre, la giunzione della turbina alla sommità della torre e la giunzione della torre alla virola di fondazione, sono tutte realizzate attraverso l’accoppiamento di due flange forate anulari in acciaio e bulloni ad alta resistenza (classe 8.8 o 10.9) pretensionati.
    La pretensione deve essere tale da assicurare il contatto tra le flange anche allo stato limite ultimo.
  3. .
    CITAZIONE (lisa_camayana @ 4/12/2016, 20:54) 
    Beh...se leggi cosa dice la "Selvy" in proposito:

    www.facebook.com/selvaggia.lucarelli/posts/10154123358895983

    Tutto può essere :lol:

    della pagina che hai linkato, l'unico commento serio è questo:

    Diego Baldoin un popolo che prende Pelù come influencer dovrebbe votare solo sul numero di veli della carta igienica, altro che costituzione...
  4. .
    Oggi mio figlio ha votato per la sua prima volta e gli ho chiesto se almeno la prima volta poteva votare con me e con la mamma, magari in seguito andrà a votare, se lo vorrà, per i fatti suoi.
    Ha acconsentito ed ha iniziato a farmi un mare di domande. Una di queste ha riguardato proprio la matita che è stato oggetto e ancora lo è di discussione nazionale.

    In verità il "piccolo" nemmeno sapeva che la matita da usare è solo quella fornita nel seggio, pena l'annullamento della scheda, e quindi ha ipotizzato anche il caso di portarne una da casa.

    Ma cosa ha di speciale questa matita? Ha chiesto.

    Conoscevo la caratteristica della "matita copiativa" per essermi fatto la stessa domanda qualche anno fa e quindi ho potuto renderlo edotto spiegandogli che la mina della matita copiativa non è composta da sola grafite ma da una mescola contenente grafite e pigmenti vari. Se si cerca di cancellare il segno con una gomma, si riesce a cancellare la parte di grafite, mentre per cancellare la parte di pigmenti è necessaria una maggiore energia di sfregamento della gomma che produce asportazione anche del supporto.

    Per conferma di quanto gli ho detto, siamo andati su internet per verificare e magari approfondire. Un caso, solo per caso proprio oggi.

    Tra le altre pagine del web, siamo pervenuti nella pagina di wikipedia che descriveva le caratteristiche della matita copiativa, la sua storia, quando è stata introdotta, le leggi che la hanno resa obbligatoria e qualche altra curiosità come quella sulla scheda elettorale che è stampata con inchiostro cancellabile per abrasione.
    Questo fa si che se tenti di cancellare completamente il tratto della matita con un energico strofinio della gomma, viene via anche l'inchiostro della scheda o in qualche modo si evidenzia il tentativo di cancellazione.

    Questa sera esce fuori la notizia che le matite fornite in alcun seggi elettorali sono cancellabili e il messaggio di un cantante, uomo di spettacolo, che avrebbe fatto la prova di cancellare con gomma il tratto prodotto dalla matita copiativa davanti al presidente del seggio e fatto annotare la cosa a verbale.
    A seguire tutta una schiera di politici, uomini e personaggio dello spettacolo, hanno cavalcato la notizia.

    Per curiosità cerco su internet la notizia e pervengo in una pagina dalla quale apprendo la notizia che quanto avevo letto stamani sulle caratteristiche della matita copiativa su wikipedia è stato cancellato da un qualsiasi utente.

    Incredibile.



    La matita imbufalita
  5. .
    L'introduzione della professione a punti dell'ingegnere.

    Se ogni anno non raccogli trenta punti, e poco importa che tipo di punti siano o che tu sia uno dei maggiori esperti di un particolare campo dell'ingegneria, non puoi esercitare.
  6. .
    CITAZIONE (Renato T. @ 31/10/2016, 20:56) 
    il plinto in figura è a base ottagonale mentre il calcolo on line che il sito effettua si riferisce ad un plinto a base quadrata (ma quello in figura è ottagonale) verificato rispetto ad un solo lato di base. Ma poichè tra i dati di calcolo è possibile inserire anche entrambe le componenti di momento Mx, My e di taglio Tx,Ty è evidente che in linea di massima non è corretto verificare al ribaltamento solo intorno af un lato di una base quadrata, ma è necessario verificare intorno a tutti i lati del poligono di base per trovare il coeff. al ribalt. più basso.

    E' vero che in linea di massima per un generico plinto con generiche componenti di Mx e My occorre verificare al ribaltamento sia attorno a tutti i lati del contorno (convesso) del plinto sia attorno a tutte le rette passanti per i vertici, ma nel caso di fondazioni poligonali per turbine eoliche, il coefficiente di sicurezza minore si ha sempre assumendo come cerniera il lato e non il vertice.
    Questo per il fatto che sostanzialmente il momento ribaltante generato dal vento è indipendente dal lato/vertice scelto per l'equilibrio, mentre il momento stabilizzante dovuto al peso del plinto (centrato) e ai pesi di torre, rotore e navicella (anch'essi centrati) dipende dalla distanza tra centro del plinto e lato "cerniera" attorno a cui si pone l'equilibrio. E' evidente che il momento stabilizzante più piccolo è quello valutato considerando il lato e non il vertice.
  7. .
    Norma uni sul disegno tecnico.

    E' riportata la nomenclatura con la definizione delle vaie saldature e la simbologia grafica.

    Penso si possa trovare un qualche estratto della norma specifico per le saldature.
  8. .
    Adesso viene la fase dedicata alla definizioni delle variabili.

    Notiamo che l'elemento col numero più completo di variabili/parametri è il collare che presenta:

    Lx; Ly; s; H; a; Kx; Ky; FlagForma

    mentre gli altri elementi ne presentano alcuni

    Ho pensato, quindi, di definire un nuovo tipo di variabile strutturata che ho chiamato TipoColletto e che viene definito dal seguente codice:

    CODICE
    Public Type TipoColletto
       Lx As Double
       Ly As Double
       s As Double
       H As Double
       a As Double
       Kx As Double
       Ky As Double
       FlagForma As Byte ' 0 per forma circolare ; 1 per forma rettangolare
    End Type


    Allo stesso modo posso definire altri tipi relativi alla fondazione, alla cameretta e al chiusino (dei tubi me ne occupo dopo):

    CODICE
    Public Type TipoFondaz
       Lx As Double
       Ly As Double
       a As Double
    End Type

    Public Type TipoCameretta
       Lx As Double
       Ly As Double
       s As Double
       H As Double
       a As Double
       FlagForma As Byte ' 0 per forma circolare ; 1 per forma rettangolare
    End Type

    Public Type TipoChiusino
       Lx As Double
       Ly As Double
       s As Double
       a As Double
       Kx As Double
       Ky As Double
       FlagForma As Byte ' 0 per forma circolare ; 1 per forma rettangolare
    End Type


    Infine posso pensare di creare una variabile strutturata che raccoglie tutti i dati chiamandola TipoPozzetto (in cui per adesso mancano le informazioni sui tubi)

    CODICE
    Public Type TipoPozzetto
       Fond As TipoFondaz
       Came As TipoCameretta
       Coll As TipoColletto
       Chiu As TipoChiusino
    End Type


    A questo punto mi basta definire unica variabile con l'istruzione:

    Public Pozzetto as TipoPozzetto in cui mettere tutti i parametri del pozzetto ed averli a disposizione ovunque.

    Ma oltre a questa via ne potrei adottare altra, in cui definisco unica variabile strutturata per gli elementi:

    CODICE
    Public Type TipoElemento
       Lx As Double
       Ly As Double
       s As Double
       H As Double
       a As Double
       Kx As Double
       Ky As Double
       FlagForma As Byte ' 0 per forma circolare ; 1 per forma rettangolare
    End Type


    che viene pertanto adottata sia per la fondazione sia per la cameretta sia per il colletto e sia per il chiusino.
    I campi in più rispetto a quelli che abbiamo previsto per ogni elemento saranno posti uguali a zero. Sprechiamo qualche byte di Ram che in questo caso non è poi la fine del mondo, ma otteniamo per contro la possibilità di poter ricorrere ad un vettore indicizzato che contiene tutti gli elementi attraverso la definizione del tipo:

    CODICE
    Public Type TipoPozzetto1
       Elem(0 To 3) As TipoElemento
    End Type


    e la successiva dichiarazione della variabile pubblica: Public Pozzetto1 As TipoPozzetto1

    In questo modo per accedere, per esempio, al parametro della forma del colletto basta scrivere:

    parametro= Pozzetto1.Elem(2).FlagForma

    Il vantaggio potrebbe essere quello che possiamo inserire le variabili in un qualche ciclo con indice che varia tra gli elementi.
  9. .
    Installato il modulo VBA, il secondo passo è quello di riuscire ad entrare in ambiente programmazione e di creare un nuovo progetto.

    Per accedere all'ambiente di programmazione le vie sono:
    1- aprire un disegno vuoto di Autocad e dal menu strumenti-->macro selezionare la voce "Editor Visual Basic"

    j3ZmgWG



    2 - attraverso pressione dei tasti ALT+F11

    In questo modo siamo entrati in ambiente VBA in cui ancora non è presente alcun progetto.

    Le altre voci presenti nel menu Strumenti-->macro, servono alla gestione delle macro e dei progetti e in particolare la voce "Strumenti-->macro-->Carica progetto" serve per caricare un progetto esistente per poterlo editare, mentre la voce "Strumenti-->macro-->Gestione VBA" serve per incorporare o scorporare il progetto dal disegno.

    In genere un progetto VBA per autocad è un unico file avente estensione *.dvb che viaggia in maniera separata dal disegno *.dwg; con la voce "Strumenti-->macro-->Gestione VBA" si può scegliere di legare il progetto al disegno dwg.
    Un progetto puo' essere caricato anche attraverso la vce di menu "Strumenti-->Carica applicazione". Con questa si possono caricare oltre ai progetti VBA anche quelli in Autolisp.

    Notare anche la presenza della voce "Strumenti-->Esegui script". Si ricorre a questa opzione quando si vogliono fare eseguire dei comandi contenuti in un file di tipo script.
  10. .
    Completato, anche se in maniera parziale, lo studio anatomico del pozzetto, ho iniziato a pensare come scrivere il programma avendo per questo diverse possibilità:

    1 - da VBA in excel a VBA in Autocad:
    selezionato il pozzetto che si vuole far disegnare, excel salva i parametri in un file *.txt e richiama un progetto *.dvb scritto in VBA per autocad;

    2 - da VBA in excel a file DXF per Autocad:
    selezionato il pozzetto che si vuole far disegnare, attraverso macro Excel compila la "Consolle DXF" e quindi crea il dxf del pozzetto che apre con autocad;

    3 - da VBA in excel a file Script per Autocad:
    selezionato il pozzetto che si vuole far disegnare, attraverso macro Excel crea il file *.scr del pozzetto che successivamente viene aperto in Autocad;

    4 - direttamente da VBA in Autocad:
    in ambiente autocad si apre il progetto *.dvb e si avvia la sub contenuta. Attraverso dialogo di input si inseriscono i dati necessari e si genera il disegno. Qui sarebbe possibile leggere i dati da un file di tipo ascii esterno.

    La prima e la quarta possibilità passano entrambe attraverso la scrittura di un programma in VBA in Autocad.
    Preferisco quest'ultima e quindi ho immediatamente abbozzato un dialogo di Input dei dati.
    Per adesso è solo una bozza che sarà modificata nel corso dello sviluppo e che allo stato attuale non fa proprio nulla.
    Per esempio, mentre stavo scrivendo mi sono accorto che i rapporti kx, ky e kz che indicano le posizioni relative degli elementi, sono adimensionali e non espressi in cm. Correggerò strada facendo.
  11. .
    Ricordo da piccolino, potevo avere otto o nove anni, nella via in cui abitavo l'imprenditore edile del paese e i suoi fratelli iniziarono a costruire una palazzina dove andare ad abitare tutti. Una palazzina a tre piani, piano terra per i garages, primo piano per abitazione e secondo piano anche. L'edificio si estendeva in lunghezza per contenere 6 unità immobiliari.

    C'era una squadra di due scalpellini che hanno maneggiato ogni blocco utilizzato per la costruzione. C'erano quelli più lavorati ed erano i blocchi che poi hanno formato i cantonali e quelli meno lavorati utilizzati per la costruzione dei muri.
    Io me ne stavo giorni interi accovacciato di lato ad uno a guardarlo lavorare con subbia e mazzuolo capendo da me quando cambiava il tipo di punta della subbia e perchè la cambiava.
    Ero affascinato da questi due che stavano ore ed ore seduti per terra con le gambe incrociate. I colpi che davano talvolta diventavano ritmo e musica.

    Dove sta la ricchezza dei materiali?
    Pietra è quella usata per le costruzioni signorili o per la costruzione dei grandi palazzi storici o per le chiese, e pietra è quella utilizzata per la costruzione delle abitazioni del popolo. La ricchezza viene data dalle maggiori lavorazioni e tecniche più laboriose per la costruzione.
    Questo è quello che non ha spiegato l'ingegnere alla vespa e che si dovrebbe far capire anche ai magistrati.

    Mentre in collegamento dallo studio, ma stavolta a parti invertite dato che lui era sui luoghi perchè questa sua presenza avrebbe dato maggiore scientificità all'intervista, venivano proiettate simulazioni, anche stupide, su cosa accade ad un edificio con tetto pesante quando arriva il sisma accompagnate da spiegazioni universitarie. Infine il ribaltamento fuori dal piano e l'inevitabile comparsa dei "quattro tiranti" che han fatto felice la vespa.
  12. .
    CITAZIONE (treccetto99 @ 1/9/2016, 12:40) 
    Pacifico. ma qui il problema non è più tecnico , ma politico e sociale. Per gli aedifici in aggegato in zone ad alto rischio sismico , ci vorrebbe un commissariamento o qualcosa del genere perchè non si può ovviamente pretendere di coordinare tutti i proprietari; d'altro canto l' alternativa è accettare che tra 4 anni saremo ancora qui a parlarne , con conseguente logoramento continuo ed inesorabile del nostro patrimonio storico e spese superiori .

    Purtroppo i politici ed i giornalisti preferiscono improvvisarsi tecnici in corrispondenza delle disgrazie .

    Sarà pure pacifico ma resta il fatto che le duecentonovanta persone sono morte proprio li, negli edifici in aggregato.
    Ecco dove sta la mia contestazione: continuare a riferirsi ad una scuola dove non è morto nessuno, ad una chiesa dove non è morto nessuno a fare scienza e controscienza su ipotetici edifici isolati, o su come intervenire su un edificio di importanza artistica per evitare di perdere un crocefisso ligneo di inestimabile valore e nel frattempo col nostro contributo creare nell'opinione pubblica il convincimento che "bastano quattro tiranti che non costano nulla".

    Sarò blasfemo, ma esprimerò chiaro il mio pensiero: di un crocefisso di legno me ne importa poco e nulla di fronte a trecento vittime, di una torre campanaria nemmeno (sempre se il suo crollo non provoca vittime) a fronte di una bimba in fasce estratta dalla macerie di un agglomerato.
    Di crocefissi se ne faranno altri e di torri campanarie anche e le originali pregiate saranno ricordate attraverso foto.
    Inoltre penso che questo non sia il posto giusto in questo frangente per discettare su placcature in vetroresina anzicheno fibre di vetro e reti elettrosaldate a destra e sinistra.
    Vedremo poi nei corsi, che qualche altro manigoldo pronto a far soldi, cosa penserà di propinare a questo popolo di ignoranti e creduloni, me compreso.
  13. .
    e già che ci siamo, mettiamoli anche qui:
  14. .
    e anche qui:
  15. .
    Ed allora, se quattrotiranti bastano ad evitare il disastro mostrato, iniziamo a metterli qui:

    ragusa_ibla_01c6c4e8_ab80_40e0_a730_23ae63b1e1ac

    ed anche qui:
260 replies since 29/6/2012
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