Il Bar dell'Ingegneria

Votes taken by afazio

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    Guardando la foto della distruzione di Amatrice scattata dall'alto, Voi, Tecnici, pensate davvero che qualche migliaio di tiranti avrebbero evitato questo disastro? E voi, giornalStrutturisti, Voi scribacchisti, Voi, presidenti e consiglieri, pensate davvero che si poteva far qualcosa a buon mercato per evitare tutto ciò? e Voi Lettori ed Ascoltatori pensate davvero di farvi ingannare da cacciatori di streghe e volete davvero cercare i colpevoli di tutto ciò? Correreste il rischio di diventar Atei.
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    La scuola e la campana

    Per i tecnici quella scuola era a posto, ma il terremoto non legge i cartelli.

    Va bhe, e che vuol dire che "per i tecnici la scuola era a posto ed è venuta ugualmente giù?".
    Vuol dire che i tecnici che han scritto quel cartello devono ora essere giudicati e condannati.

    Nel frattempo la campana è visibilmente fuori posto.

    La cosa grottesca è il fatto che in tutti questi discorsi non entra nemmeno in gioco la potenza del sisma.
    In questo caso buona parte della scuola era ed è rimasta a posto mentre un dannato angolo e venuto giù. Forse li mancavano quei quattro tiranti che l'avrebbero salvata?
    E se la magnitudo fosse stata 6.8 anziché 6.1 i discorsi odierni sarebbero stati uguali uguali. Per i tecnici era a posto anche se il sisma avesse avuto magnitudo 7.0 o 7.2.

    Quella scuola elementare era stata ristrutturata ma è venuta giù. Perché?
    Lui allarga le braccia e un sorriso amaro. «C’è’ stato il terremoto».

    Ma la procura indaga su quell’edificio che ieri, in un’altra scossa, ha perso un intero angolo.
    «Certo. È’ un atto dovuto. Ma non mi fraintendete. Non voglio difendere nessuno. Ognuno si assumerà le eventuali responsabilità. Io faccio il sindaco, non il tecnico».

    Ma erano stati spesi trecentomila euro?
    «Di più. Mi pare cinquecento stanziati dalla regione e cento dal comune».

    E non sono serviti a nulla?
    «No, no. Le migliorie antisismiche ci sono state, compatibilmente con quel tipo di edificio».

    Quale tipo?
    «La scuola è sottoposto a vincoli dei beni culturali perché è stata costruita nel 1930».

    E chi ha controllato che le migliorie tecniche fossero adeguate?
    «Dopo il terremoto dell’Aquila facemmo venire i tecnici per verificare se la scossa, che qui si è sentita molto forte, avesse messo a repentaglio la stabilità dell’edificio. E la scuola è risultata a posto. Ma le dirò di più».

    Ovvero?
    «Nel 2013 qui ci fu un altro terremoto. E in quell’occasione ci furono altri rilievi tecnici. E per la stabilità della scuola io ricevetti addirittura i complimenti. Mentre per il liceo...»


    Ed infine la domanda delle domande:
    Il centro storico è distrutto. Davvero non si poteva far nulla per evitarlo?
    «Facile parlare col senno del poi. Venissero quassù a vedere, invece di fare bassa speculazione».

    Edited by afazio - 28/8/2016, 14:39
  3. .
    E che dire di quest'altro caso?
    Qui i tiranti sarebbero stati inutili, ma una bella rete elettrosaldata sul prospetto sarebbe stata salvifica.
    Che diteeeeee? solo sul prospetto?
    Ehhhh no, non va bene, una sola rete avrebbe dislocato le rigidezze, ne sarebbero servite due, una interna ed una esterna. Coi denari risparmiati per i tiranti si potevan eseguire i lavori.
    Ma, mi raccomando, non ditelo a Vespa e nemmeno a quelli di Canale 5. Non ne posso più di sentir parlare di cemento depotente.

    Edited by afazio - 28/8/2016, 14:37
  4. .
    In quest'altra invece che quattro ne servivano sei di tiranti.
    Ditelo a Vespa e ci costruirà sopra un colto e ricco servizio sugli irterventi a costo nullo per mettere in sicurezza tutti gli edifici di tutti i borghi d'Italia.
  5. .
    Che dite, ci mettiamo quattro tiranti e cosi mettiamo in sicurezza l'edificio?

    Sono parecchie le voci sparse per web ed anche per radio e TV, e provenienti sia da persone che pensano di essere del mestiere e persone che di mestiere fanno altro, che con certezza affermano che gli edifici crollati per il recente terremoto (di cui mostro uno spaccato assonometrico in immagine) sarebbero rimasti in piedi se si fosse intervenuto con qualche tirante e altra poco roba dal costo praticamente quasi nullo.
  6. .
    CITAZIONE (Jagermeister @ 24/8/2016, 22:01) 
    Secondo voi, sarà mai possibile applicare questi interessanti sviluppi con la stampa 3D?

    fissando la scala dell'inchiostro e fissando la scala del fissativo.
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    CITAZIONE (afazio @ 21/8/2016, 11:20) 
    Dato che mi si è sollevata la curiosità sui modelli strutturali in scala, intendo approfondire la questione magari con qualche esempio numerico.
    Questo comporta studiare con maggiore attenzione la questione e non basarsi unicamente sulle mie conoscenze in ambito strutturale. In altre parole so come calcolare l'abbassamento di estremità di una mensola caricata nello stesso punto, ma come si costruisce un modello per avere la corrispondenza scalata dell'abbassamento? Quali caratteristiche deve rispettare il modello? Quali sono le leggi e teoremi che regolano la costruzione di un modello?
    Tutto questo fa parte della teoria dei modelli.

    Per la creazione di un modello occorre quindi stabilire fin dall'inizio cosa si intende studiare e poi applicare il teorema di Buckingham per ricavare le variabili adimensionali del modello.

    Il teorema di Buckingham



    jpg
  8. .
    Lo verifico io:

    momento massimo nel modello:

    Mm = qm*Lm²/8 = 100/3*1.00²/8 = 4.16666 N*m

    il momento reale dovrebbe valere:

    M = Mm/(SF*SL) = 4.16666/(0.1*0.01/3) = 12500 N*m

    Verifica:

    M= q*L²/8 = 1000*10²/8 = 12500 N*m

    Da questo risultato deduco che basta riuscire a costruire un modello in scala che riproduca gli spostamenti scalati per avere anche quello che riproduce le sollecitazioni scalate. Questo naturalmente vale per un modello elastico.

    Dato che il ragionamento delle scale e delle dimensioni è stato generico e non appoggiato su una specifica formula relativa ad uno specifico caso, il discorso resta immutato anche per diversa configurazione dei vincoli, per diversa distribuzione del carico, anche in presenza di forze concentrate ed anche per sistemi di travate in continuità.
    Penso che dovrebbe valere anche per telai e per le travature reticolari isostatiche o anche iperstatiche riservandomi però di verificarlo con qualche esempio numerico.

    E con questa conclusione praticamente mi "rimangio" quello che avevo scritto in precedenza.
    L'ing. Nervi con quei flessimetri (penso a divisione millesimale) misurava gli spostamenti del modello per riuscire a predire il regime deformativo nella struttura reale.
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    Pubblico l'ultima versione del mio programmino per la determinazione della sezione efficace.
    Ho corretto qualche imprecisione, ho previsto un quinto criterio che aggiunge "solidità" nella convergenza, e infine ho aggiunto un secondo pulsante per il calcolo "veloce" della sezione. Ho mantenuto anche quello per il calcolo "lento" per coloro che volessero visualizzare cosa accade seguendo passo passo l'evolversi delle iterazioni.

    Ho eseguito la procedura veloce per il caso critico (quello con centro di sollecitazione posto a 0.010002 cm dal bordo convesso) senza limitare il numero delle iterazioni. Il caso è stato risolto in 3134 cicli e in un tempo pari a 0.25 secondi (un quarto di secondo).
    Tenete conto che VBA è pur sempre interpretato e che pertanto in compilato il tempo necessario per l'esecuzione sarebbe qualche millesimo di secondo.

    Estratto Eficace V08.0

    Il file compresso contiene la versione per excel 2007 e quella per excel 2003.

    Nel seguito conto di illustrare l'algoritmo.
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    CITAZIONE (reversi @ 12/7/2016, 15:42) 
    ... introducendo a mia volta un numero di cacca, che tuttora mi astengo dall'introdurre, continuando a mantenerne segreta la sua definizione.

    Nella smorfia napoletana "il numero di cacca" è il 23
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    Ai tempi del topic "Il rainflow, ovvero come contare la pioggia evitando di bagnarsi", avevo composto un foglio Excel di tipo "didattico" che eseguiva il conteggio passo dopo passo aggiornando il grafico con la situazione del conteggio.
    Adesso, come anticipato nel messaggio iniziale, è mia intenzione quella di estendere quel foglio con l'aggiunta di ulteriori aspetti come per esempio l'inserimento di una qualche correzione che tenga conto della presenza della tensione media e, se ci riesco, anche la creazione della matrice di Markov di cui, insieme alle diverse correzioni riscontrabili in letteratura, accennerò qualcosa nei prossimi messaggi.

    Intanto ripubblico qui l'ultima versione del foglio "Rainflow" che costituisce quindi la base di partenza delle nuove elaborazioni.

    Rainflow_v6.0

    L'archivio .rar contiene sia la versione per Excel2003 sia la versione per Excel2007

    Per l'uso del foglio vale sempre la convenzione che le uniche celle di input sono quelle con sfondo verde. Vietato toccare le altre.

    Edited by afazio - 17/4/2016, 09:20
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    CITAZIONE (Jagermeister @ 18/3/2016, 14:55) 
    Sarò banale, ma mettere una chiave di taglio non ti risolverebbe i problemi e faresti una progettazione migliore?

    Penso che adesso non è nelle condizioni di poterla mettere.

    Risolve la questione col collaudatore aggiungendo alla tensione calcolata per flessione semplice anche il contributo tensionale dovuto al taglio che diventa azione assiale per la piastra:

    Δσ=T/(2*B*s)

    in cui B è la larghezza della sezione della piastra ed s il suo spessore.

    Naturalmente se il suo caso è differente da quello da me rappresentato dovrà conseguentemente adeguare la formula al suo caso. Ma già questa formula dovrebbe indicargli se sta dentro o fuori.
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    CITAZIONE (axley_001 @ 18/3/2016, 08:51) 
    Vuole la verifica a pressoflessione della piastra di attacco del pilastro.
    Me se:
    1 gli ho dimensionato i tirafondi a taglio e verificato che la piastra non si strappi
    2 l'attrito (siamo in zona sismica) non va considerato
    3 ho verificato a flessione la piastra a filo del pilastro
    4 non ci sono spine di fondazione o altro ritegno a taglio

    Dovrei fare una verifica ridondante? (il taglio è già verificato)
    sto sbagliando io?

    Al piede del pilastro arrivano N,T,M

    N ed M si traducono in una distribuzione tensionale sull'interfaccia piastra-cls. Queste tensioni, aplicate sulla piastra dal basso verso l'alto ti generano flessione su quest'ultima.
    Adesso chiediamoci che fine fa il Taglio.
    Esso viene trasferito attraverso i tirafondi al cls. Il cls reagisce con pari forza sul gambo dei tirafondi che lo ritrasmettono, equilibrando, alla piastra.
    La piastra quindi è sollecitata a compressione dalla reazione dei tirafondi.

    Mi spiego con uno schemino dal quale capirai che nella sezione di attacco del pilastro, oltre alla flessione derivante dalle tensioni di contatto, c'è anche metà del taglio che dalla piastra viene visto come sforzo assiale.
    Il collaudatore ti sta chiedendo di verificare la piastra a presso-flessione anzichè a flessione.

    In genere è sufficiente la verifica a flessione, specie se inserisci un qualche irrigidimento, perché la tensione generata dal taglio sulla piastra (più irrigidimenti) è di un ordine di grandezza inferiore, ma questo fatto non è generalizzabile dato che dipende dall'entità del taglio.
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    Terza curiosità:

    Considerando una turbina di class I per cui la velocità estrema di riferimento è pari a 50 m/s e la velocità media deciminutale è pari a 10 m/s, che peso hanno nelle verifiche a fatica le alte velocità, cioè quelle in cui la turbina è ferma (v>vout=28 m/s) ?

    jpg

    Per capire il loro peso riporto la tabella con i cicli per sample(simulazione)=1 sec relativa a Rayleigh:

    uhasd8z

    Qui possiamo vedere che già per velocità maggiori ai 28 m/s, il numero di cicli per simulazione pari ad 1 secondo è dell'ordine di 105 e che diminuiscono all'aumentare della velocità.
    Per velocità maggiori di 38 m/s già il numero dei cicli scende all'ordine delle migliaia.
    Per questi bassi valori di cicli il fenomeno della fatica non sussiste proprio e ce ne possiamo rendere conto leggendo le curve SN riportate in EC3.1.9:

    2fGqrXJ

    Come vedete, anche per la più scarsa delle categorie di dettaglio, per N<= 104 la resistenza a fatica risulta maggiore delle resistenza "strutturale" dell'acciaio S275.
    Per le categorie di dettaglio più alte questo limite puo' anche essere N=105 cicli.

    Da questo si può concludere che a governare la verifica a fatica non sono i venti con alta velocità ma quelli a bassa velocità in genere compresa nel range di velocità di funzionamento della turbina.

    Edited by afazio - 17/3/2016, 12:13
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    CITAZIONE (Gtning @ 6/3/2016, 11:51) 
    Escursioni dei parametri relative alla sommità e alla sezione B
    Significa forse che per valutare le escursioni fa una differenza tra le sollecitazioni che ci sono in testa e quelle che si sono nella sezione B? Perchè si fa una cosa del genere?

    Le escursioni vanno valutate sezione per sezione quindi come differenza tra sigma.max - sigma.min entrambe relative alla medesima sezione.
    IL fatto che li determina in due sezioni, significa che conduce la verifica in due sezione.
    CITAZIONE
    Inoltre, ho cerchiato sia il numero di cicli corrispondente ad ogni combinazione sia la formula utilizzata per valutare l' escursione di tensioni
    Come ha calcolato quel numero di cicli???

    Il numero di cicli viene determinato mediante la curva di densita di probrbailità assunta in fase di progettazione della turbina.
    Questa curva stabilisce, per fissata velocità di riferimento di progetto relativa alla classe di turbina, le percentuali in cui si verificano le diverse velocità di vento tra il valore di accensione ed il valore di spegnimento.

    Per essere piu chiari, da questo diagramma si desume, per esempio, che la velocità di 12 m/s si verifica per una certa percentuale di tempo all'anno che nel corso della vita utile si verifica tot volte.
    L'analisi della turbina deve essere condotta con step di velocita abbastanza strette (vedi norma IEC) quindi avrai le sollecitazioni prodotte per v=12 m/s. ed il numero delle volte che si verificano.
    Stessa cosa per le altre velocità.
    quindi alla fine avrai una tabella simile a quella che mostri in cui ogni condizioni di carico si riferisce ad una ben determinata veocità.

    CITAZIONE
    Nella formula dell' escursione tensionale cosa indica quel DELTA, dove si trova precisamente il punto 2 a cui fa riferimento?

    Quel delta dovrebbe essere lo spessore.

    La formula 7.38 altro non è che la

    σ = M/W

    con W=PI*R²*s

    CITAZIONE (Gtning @ 6/3/2016, 11:51) 
    Alla fine mi pare di capire che utilizzi come metodo di verifica a danneggiamento di Palmgren-Miner che prevede il calcolo dell' indice di danno D=(ni/Ni) <=1
    Ni credo li si valutano a partire dalle formule delle curve dei grafici S-N applicando gli opportuni coefficienti parziali alle tensioni,
    mentre, ni sono il numero di cicli valutati nella prima immagine (quelli cerchiati nella seconda immagine) giusto?

    Esatto.

    ni = numero di cicli effettivi per cui si verifica quella escursione
    Ni = numero di cicli che provocano la rottura con l'escursione data

    In pratica, nel diagramma logaritmico S-N, fissi il punto di coordinate (ni; Δσi), quindi tracci una retta orizzontale passante per il punto e fino ad intersecare la curva S-N e leggi il numero di Cicli in corrispondenza del punto di intersezione. Questo è Ni

    Il rapporto tra i due segmenti ni/Ni è il danno prodotto dall'escursione Δσi applicata ni volte.
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