Il Bar dell'Ingegneria

Posts written by afazio

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    La risposta simica della torre è fortemente influenzata dalla presenza dell'acqua che la circonda.
    E' facile rendersi conto che le frequenze di vibrazione della torre sono diverse in assenza o in presenza di liquido. In Particolare in presenza di liquido è immediato desumere che il periodo di vibrazione si allunga il che equivale ad una diminuzione delle frequenze di vibrazione.
    Questa traslazione del periodo verso periodi più lunghi rappresenta un vantaggio se ricade sul ramo discendente dello spettro, poichè attingiamo ad accelerazioni sismiche inferiori.
    Ma dall'altro lato si hanno le azioni idrodinamiche del liquido a causa del moto impresso dal sisma al volume di acqua. qualcosa di simile a quanto abbiamo visto per i serbatori circolari o meno.
    Nel caso di azione sismica del liquido sulla parete della diga l'approccio generalmente usato è il:
    - metodo semplificato delle masse aggiunte idrodinamiche secondo la trattazione di Westergaard.
    Secondo tale metodo, le azioni idrodinamiche dovute al sisma esercitate dal liquido sulla superficie di una diga a gravità sono equivalenti alle forse d'inerzia di un volume di liquido !attaccato" alla superficie in moto sincrono con la superficie stessa.
    Westergaard ha proposto una variazione parabolica secondo l'altezza della massa aggiunta:
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    CITAZIONE (zax2013 @ 2/11/2023, 17:03) 
    Più che altro per registrare la discussione.

    Immagino che la dimensione del bacino intervenga ma fino ad un certo punto. Ovvero le azioni dipenderanno dalla dimensione del bacine in maniera asintotica, per cui superando un certo volume di invaso esse saranno uguali, dipendendo solamente dalla lunghezza immersa della struttura.

    Naturalmente si. Una cosa è una torre di 60 in un invaso da 26 milioni di metri cubi, altra cosa è una struttura verticale all'interno di un laghetto rurale per l'irrigazione dei campi, altra cosa è una piattaforma in mare.
    La teoria che illustrerò riguarda le dighe di medie/grandi dimensioni e vedrai che le grandezze utili per la valutazione delle azioni sismiche dipendono dai rapporti adimensionalizzati tra z/Hw (z=quota considerata; Hw=altezza immersa) e tra r/Hw (r=raggio equivalente della sezione delle torre).
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    La prima considerazione da fare riguarda le diverse condizioni da esaminare: certamente a invaso pieno fino alla quota di massima regolazione, e poi ad invaso vuoto o pressochè vuoto e magari qualche altra condizione di grado di riempimento intermedio.
    A serbatoio "pieno" le azioni da vento non sono dimensionanti e comunque agirebbero sulla parte emersa della torre. Ma anche a serbatoio vuoto, le azioni da vento pur interessanti l'intera altezza risultano non dimensionanti rispetto alle azioni simiche.
    Pertanto ai fini della resistenza agli stati limite ci si riconduce ad esaminare gli SLV sismici.
    Altra considerazione è la condizioni idrostatica: questa agisce in maniera radial-simmetrica e di uguale intensità in tutte le direzioni. Questa condizione può pertanto essere studiata a parte e determina compressione radiale come in un tubo sottoposto a pressione esterna. Tale condizione non è temibile.
    Ai fini globali occorre anche temere conto della sottospinta idraulica.
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    Come calcolare le azioni idrodinamiche su una torre di presa di una diga?
    Col tempo mi propongo di illustrare la teoria più accreditata relativa al problema in esame e proporre un codice di calcolo apposito.
    Chiunque può partecipare (escluso l'imbecille) sia con personali proposte, sia con link a documentazione e varie.
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    CITAZIONE (volsconger @ 31/10/2023, 23:45) 
    I percorsi . I tiranti . Boh io non li vedo. È solo un plinto su pali. A meno che non ce sono 1500 t sopra.

    Quelle che chiama "caratteristiche di sollecitazione" sarebbero N T ed M definite nel solido di De Saint Venant. ad una sufficiente distanza dalle sezioni di applicazione dei carichi.
    Qui occorre capire il viaggio che fanno. Salvatore lo sa ma non lo dice.
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    CITAZIONE (DOTTINGAM @ 31/10/2023, 09:34) 
    CITAZIONE (afazio @ 30/10/2023, 19:56) 
    Ho atteso l'intervento illuminante dell'esperto in progettazione e costruzione di plinti a ter pali Salvatore.

    CITAZIONE (afazio @ 5/7/2023, 18:33) 
    Attendo l'intervento dell'esperto Salvatore che, immagino, abbia progettato decine e decine di plinti di questo genere,...

    Qaundo si temeva che l'attesa fosse vana ecco all'improvviso l'intervento:

    CITAZIONE (Salvatore A. @ 30/10/2023, 11:34) 
    Vol. III del Leonhardt,

    leggere cosa dice dopo la scritta "fig. 16.35".

    e poi riflettere facendo mente locale qual è il percorso dei carichi (e della trasmissione delle caratteristiche delle sollecitazioni) nell'uno e nell'altro caso.

    (astenersi perditempo)

    Si, ma alla fine che ha detto?

    Mi fate impazzire.

    Cito: Con tre o più pali sotto un pilastro l'armatura del tirante va sempre predisposta in direzione delle distanze più corte tra i pali e concentrata sopra i pali stessi.

    Questa considerazione è analoga alla scelta del traliccio più efficiente in un modello tirante-puntone che minimizzi l'energia di deformazione, generalmente fornita dai soli tiranti.

    Si ok, ma mancano ancora gli esercizi di riflessione, la mente locale il percorso dei carichi e sopratutto il percorso della trasmissione delle caratteristiche di sollecitazioni.
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    Ho atteso l'intervento illuminante dell'esperto in progettazione e costruzione di plinti a ter pali Salvatore.

    CITAZIONE (afazio @ 5/7/2023, 18:33) 
    Attendo l'intervento dell'esperto Salvatore che, immagino, abbia progettato decine e decine di plinti di questo genere,...

    Qaundo si temeva che l'attesa fosse vana ecco all'improvviso l'intervento:

    CITAZIONE (Salvatore A. @ 30/10/2023, 11:34) 
    Vol. III del Leonhardt,

    leggere cosa dice dopo la scritta "fig. 16.35".

    e poi riflettere facendo mente locale qual è il percorso dei carichi (e della trasmissione delle caratteristiche delle sollecitazioni) nell'uno e nell'altro caso.

    (astenersi perditempo)

    Si, ma alla fine che ha detto?

    Edited by afazio - 30/10/2023, 20:29
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    CITAZIONE (Fabbro_1313 @ 12/10/2023, 21:29) 
    Salve.

    Attualmente sono un libero professionista in regime forfettario (reddito lordo inferiore a 40.000 euro).

    Mi si sta proponendo un contratto di lavoro dipendente presso una azienda privata che dovrebbe offrirmi un reddito lordo almeno uguale a quello che percepisco come libero professionista.


    Vorrei capire come funziona a livello fiscale questa nuova situazione, se posso continuare ad esercitare la libera professione, la tassazione, la contribuzione...


    Il mio commercialista mi ha detto che posso continuare ad esercitare la libera professione purchè il reddito lordo con il nuovo contratto non superi i 30.000 euro. Vi torrna il discorso? A me sfugge qualcosa.

    Grazie

    Se da libero prof. passi a dipendente di una ditta, puoi continuare a svolgere attività autonoma alle seguenti condizioni:
    - ti resti abbastanza tempo oltre l'orario lavorativo da dipendente;
    - non ci siano particolari clausole limitative nel contratto di lavoro;
    - versi le tasse derivanti dal lavoro autonomo alla gestione separata inps.
    Non vi sono vincoli di reddito.
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    CITAZIONE (Dany75 @ 12/10/2023, 10:51) 
    Ecco il file excel di prova

    Bello.
    Il bar che mi piace (e se non si fosse quell'imbecille sarebbe il bar ideale)

    Ho scaricato il tuo file, vedrò di darvi una veste grafica e poi magari lo rimetto.
    Per adesso non sono tanto in forma.

    Grazie
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    CITAZIONE (Dany75 @ 11/10/2023, 18:36) 
    Buonasera,....

    Dal prossimo messaggio sei abilitato a mettere link
    Grazie
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    CITAZIONE (zax2013 @ 11/10/2023, 15:38) 
    Tutto quanto ti serve (e che ho fatto diventare codice in SdA) è in questo topic:

    https://bar-ingegneria.forumfree.it/?t=67820761&st=30

    Alla fine, forse un po' sparpagliato, ci sono anche i relativi codici scritti in C.

    Bei tempi quelli dello studio degli algoritmi geometrici.

    Ti mostro l'avanzamento del mio programma.
    Potevo fermarmi anche qui con molta soddisfazione, ma l'ambizione, il gioco, il fascino della programmazione e la follia insieme ad insani consigli del mio collega Giacomino, mi hanno fatto intravedere la possibilità di fare un programma completo per il disegno di profili terreno e progetto e sezioni stradali. Chissà se poi non posso anche....
    ---
    Qui, avviando il programma si apre quel dialogo con parecchie linquette. La linguetta che interessa è quella relativa a "Sezione da curve di livello".
    Entrandovi, dopo aver settato alcuni parametri (che non sto qui a illustrare) , premendo il bottone 1, si torna sul disegno; qui occorre selezionare l'area che si intende sezionare, e l'asse di sezione x-x.
    Fatto questo il programma torna a visualizzare il dialogo ma con la box lista piena dei dati x, y, y progressiva e quota.
    Si settano i parametri delle finche, le scale secondo i due assi, quindi premendo il bottone 2, si torna sul disegno per click sul punto dal quale iniziare a disegnare il profilo.
    Il tutto viene disegnato in un layer a parte che creo appositamente per evitare di sporcare il disegno originario.
    Capisci che basta cambiare la "sezionante" da segmento a polilinea per passar di grado?

    Edited by afazio - 11/10/2023, 18:34
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    up
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    CITAZIONE (zax2013 @ 11/10/2023, 12:30) 
    .....

    Sicuramente ce lo ho ancora a casa. Ma chissà dove. Non so perchè ma ho il ricordo di un autore francese.

    Io ricordo vagamente un "Lunel" ma in rete non ho trovato nulla di specifico
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    In sostanza il segno del determinante mi dice se la curva è a destra oppure a sinistra (con riferimento al primo lato). Se il determinante è nullo i vertici sono allineati e vedro poi come gestire il caso.
    curva a sinistra: determinante positivo
    curva a destra: determinante negativo

    Pertanto volendo seguire l'idea di Reversi di trovare il punto di intersezione tra le due parallele off-settate di R, l'offset avrà lo stesso segno del determinante.
    --
    Pero mi stavo chiedendo se non sia piu agevole ragionare sugli angoli (magari col ricorso agli azimuth tanto cari a Francesco Coppola).
    Noto l'angolo formato tra i due lati (il minore in valore assoluto), indichiamo con 2*alfa, posso ricavarmi la tangente con:
    t = R/Tan(alfa)
    A questo punto potrei ricorrere alla similitudine per ricavare T1 e T2
    in questo modo mi svincolo da operazioni di offset e di intersezioni.
7962 replies since 29/6/2012
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