Il Bar dell'Ingegneria

Votes taken by reversi

  1. .
    ho ripulito il modello (perché c'erano alcuni comandi poi annullati) e l'ho commentato.

    suggerisco a chi vuole approcciarsi a questo programma di copiare ed eseguire nel software una riga per volta. attenzione, perché il primo comando "material" - per la sua lunghezza - è splittato su due righe, che vanno perciò ricopiate assieme.

    CODICE
    // script per il calcolo di una fondazione superficiale nastriforme
    // su terreno omogeneo

    // crea nuovo modello
    newmodel()

    // impostazioni generali
    set("language","it")
    set("unit","stress-pa")
    set("useNMD","on")

    // definizione modello
    rect("startPoint",-5,0,"endPoint",5,-5)

    // rimozione superficie
    delline("id",1)

    // creazione nuova superficie suddivisa in 3 tratti
    line("startPoint",-5.000,0.000,"endPoint",-0.5,0)
    line("startPoint",-0.500,0.000,"endPoint",0.5,0)
    line("startPoint",0.500,0.000,"endPoint",5.000,0.000)

    // creazione mesh
    discretize("maxedge",.2)
    triangle("maxedge",.2)

    // definizione materiale
    material("create","Mohr-Coulomb","matid",1,"matname","prova sand","density",1800,"shear",20661157,"bulk",28735632,"coh",20e03,"fric",25,"dil",0,"tens",0)
    material("assign","matid",1,"region",0.899585,-2.60036)

    // definizione vincoli di estremità del modello
    applybc("xyfix","xlim",-5.102,-4.918,"ylim",-5.117,0.153)
    applybc("xyfix","xlim",-5.362,5.224,"ylim",-5.316,-4.933)
    applybc("xyfix","xlim",4.964,5.454,"ylim",-5.623,0.169)

    // definizione variabili di calcolo
    var grav = 9.81
    var dsyy1 = 1800*grav
    var isyy1 = 0.0
    var k01 = 0.5

    // condizioni iniziali
    initial("syy",0,"yvar",dsyy1,"xlim",-5,5,"ylim",-5,0)
    initial("sxx",k01*isyy1,"yvar",k01*dsyy1,"xlim",-5,5,"ylim",-5,0)
    initial("szz",k01*isyy1,"yvar",k01*dsyy1,"xlim",-5,5,"ylim",-5,0)

    // impostazione gravità e risoluzione per tensioni litostatiche
    set("gravity",0,9.81)
    solve()

    // assunzione delle tensioni litostatiche iniziali quali condizioni di partenza
    initial("xydisp",0)

    // definizione della fondazione e del carico
    structure("drawbeam","beamid",1,"xlim",-0.413,0.434,"ylim",-0.064,0.095)
    structure("material","beamid",1,"area",1,"I",0.0833,"ymod",3e+10)
    structure("applynode","yforce",-12333,"xlim",-0.550,0.625,"ylim",-0.064,0.159)

    // risoluzione del modello
    solve()

    // disegno risultati
    plot("contour","ydisp")


    faccio notare a volsconger un'incongruenza: se si lavora direttamente con lo script, editandolo con un editor di testo, allora ha senso definire le variabili, che poi saranno richiamate in altri punti dello script.

    se invece si inseriscono i dati direttamente dall'interfaccia ciò è superfluo.

    capisco però che volsconger abbia adattato alcuni degli esempi presenti nei tutorial o sul sito, ma allora, nella riga dove viene impostata la gravità, la corretta linea di codice avrebbe dovuto essere: set("gravity",0,grav).
  2. .
    riprendo il thread per postare di nuovo il link al sito, segnalando che sia il programma fem generico per modellare i problemi geotecnici, sia il programma specifico per la stabilità dei pendii hanno raggiunto un livello (quasi) professionale (il quasi è perché mancano i tabulati di output) e una elevatissima affidabilità di calcolo.

    vale la pena tornare a darci un'occhiata: http://geowizard.org/index.html

    inoltre, visto che mi occupo della traduzione in italiano, se trovate qualche errore nelle stringhe di testo vi prego di segnalarmelo.
  3. .
    il dm antincendio del febbraio 1986 forse diceva qualcosa ma, al di là della sua applicabilità alle autorimesse con più di 9 posti auto, è stato recentemente abrogato.

    mi pare che il nuovo non dica niente in merito.
  4. .
    CITAZIONE (ing82 @ 29/7/2021, 15:08) 
    E di solito non si inizia una frase con la lettera maiuscola?

    sì, in tutto ciò che è formale (compresa la scuola, dove serve a dimostrare di conoscere le regole).

    in internet è consentito scrivere tutto in minuscolo - soprattutto nei forum - per dare un senso di "confidenzialità". cioè per dire: stiamo parlando tra amici. tant'è vero che scrivere tutto in maiuscolo equivale ad urlare. rispettare l'uso delle maiuscole è sicuramente corretto ma dà un senso di distacco.
  5. .
    lascia perdere la ferrari: una volta un ingegnere della ferrari parlò ad un seminario, disse che aveva lavorato non so quanto tempo su un pezzo, sapeva tutto di quel pezzo ma niente di tutto il resto.
  6. .
    CITAZIONE (zax2013 @ 12/7/2021, 08:56) 
    Forse tutto sommato ...

    sì. l'interasse è la distanza tra gli assi delle barre, l'interferro è la distanza tra le rispettive superfici. la dimensione massima dell'aggregato è condizionata da quest'ultimo.
  7. .
    CITAZIONE (Salvatore A. @ 11/7/2021, 14:12) 
    se reversi si prendesse la briga di mettere a punto una bella dispensina (come fanno certi prof.) circa l'argomento che sta affrontando nella realtà, molti studentelli gli sarebbero riconoscenti, per l'eternità.

    ho fatto il mio primo intervento di questo tipo su sollecitazione della ditta installatrice, che già aveva fatto interventi del genere.

    quando ho chiesto qualche relazione di calcolo per avere un'idea di come procedere, molto sinceramente, il titolare mi ha detto: ma a me non danno nessuna relazione di calcolo, mi dicono solamente a quanto arrivare con i martinetti.

    quindi tutto quello che ho scritto me lo sono dovuto inventare da solo. può essere anche che non sia il più corretto modo di procedere, però funziona e al genio civile - finora - mi hanno rilasciato le autorizzazioni sismiche.

    non ho voglia di fare alcuna dispensa perché non sono su questo forum per "insegnare": sono qui per discutere di ingegneria.
  8. .
    apro questo thread su richiesta di 4p. aspettavo di fare i lavori per postare anche le foto dell'intervento ma nulla vieta di ampliare la discussione in seguito.

    il problema che ho affrontato è quello di un cedimento in uno spigolo di un fabbricato, ma cercherò di essere il più generico possibile in modo che la discussione possa essere utile anche ad altre situazioni.

    il fabbricato è stato monitorato dal 2017 al 2021; la foto che posto è del 2019.

    jpg



    i mattoni che si vedono non danno una misura reale del problema perché il tamponamento è del tutto esterno all'intelaiatura strutturale. infatti, la lesione corre quasi del tutto nei giunti tranne alcuni punti in cui si nota la rottura del concio in laterizio.

    la scelta del tipo di intervento è stata motivata dalla presenza di travi rovesce con sezione a T: la suola che si estende oltre la larghezza della parete contrasta la componente di torsione che inevitabilmente nasce in un intervento del genere.

    senza voler fare accademia, cercherò - per grandi linee - di esporre i principi di base di questo intervento.

    in primo luogo spiegando il significato del nome. si tratta di micropali che vengono infissi a pressione mediante dei martinetti decidendo a priori il valore del carico che devono portare. i micropali di questo tipo sono esclusivamente verticali.

    l'infissione a pressione scavalca i possibili problemi che potrebbero derivare al fabbricato già lesionato da altri tipi di infissione (esempio classico: vibrazioni da battitura).

    durante la fase di infissione non c'è alcun collegamento tra palo e struttura, anzi: la suola di fondazione viene preventivamente carotata in modo che il micropalo possa scorrere liberamente.

    e qui occorre effettuare la prima scelta progettuale: ancorare il micropalo alla suola o all'anima?

    io ho scelto l'anima per 3 ragioni:
    1. nell'intervento potrebbero venir tagliati i ferri della suola e quindi mi ritroverei ad ancorarmi su un elemento strutturale la cui resistenza è data dal solo calcestruzzo;
    2. anche senza tagliare i ferri, l'ancoraggio alla suola comporta che, nel successivo bloccaggio del palo, i bulloni lavorino a trazione e non si può avere nessuna garanzia sulla resistenza del calcestruzzo dell'epoca;
    3. il momento torcente che si induce nella fondazione è maggiore.

    non che un ancoraggio di questo tipo sia del tutto sconsigliato, come dimostra questo esempio in cui però viene creata una nuova sottofondazione (all'interno e all'esterno, con collegamenti trasversali ad intervalli regolari). prima che qualcuno trovi qualche difetto, preciso anche che questo intervento non è stato fatto da me.

    jpg



    quindi abbiamo deciso: collegamento all'anima. e come è fatto il collegamento? questo lo prendo da un depliant commerciale.

    jpg



    si tratta di una piastra (nel mio caso ho adottato uno spessore di 2 cm) alla quale è saldato uno spezzone di tubo entro il quale dovrà scorrere il micropalo. lo spessore di 2 cm potrà sembrare elevato, ma in realtà serve più che altro per ragioni operative, poiché la macchina (il martinetto, per essere precisi) non può lavorare a filo parete, quindi i 2 cm della piastra, sommati allo spessore del tubo, servono solo a distanziare il martinetto dall'anima della trave. il minimo operativamente raggiungibile è di 3 cm. per la questione del momento torcente aggiuntivo, ovviamente conviene lavorare con il minimo consentito.

    a questo punto bisogna ragionare un po' al contrario: della portanza del palo e della sua lunghezza ce ne possiamo tranquillamente disinteressare (ma poi entrano comunque in ballo in un secondo momento). bisogna infatti decidere quanto carico dare a ciascun palo, sapendo che il carico scelto potrà comunque essere dato: basta solo continuare ad infiggere il micropalo sempre più in fondo.

    una buona scelta va dai 16000 kg ai 20000 kg. mi dicono comunque di carichi ben maggiori.

    bisogna anche scegliere i tubi da utilizzare. in questo caso la scelta migliore consiste nei cosiddetti "tubi gas" senza saldatura. vengono forniti a spezzoni di 1 metro, quindi, man mano che si infiggono, si aggiungeranno ulteriori spezzoni. inoltre, bisogna scegliere i diametri, al plurale perché non va scelto solo il diametro del micropalo, ma anche quello dello spezzone da saldare alla piastra. perciò, non tutti i diametri vanno bene ma possono usarsi solo le coppie di tubi per i quali il diametro esterno dell'uno è compatibile con il diametro interno dell'altro.

    modellato il fabbricato sotto carichi statici e sotto carichi sismici, si ottengono gli scarichi in fondazione. nel tronco sul quale si interviene, i micropali si prenderanno l'intero carico quindi, con una banale divisione, si trova il numero di micropali occorrenti.

    in realtà, il valore di carico scelto, magari pari a quello riportato sopra, sarà un valore medio perché si daranno ai micropali più prossimi ai pilastri valori di carico maggiori e ai micropali più prossimi alla zona centrale della fondazione valori inferiori.

    messe a nudo le travi, carotate le suole, si sistemano le piastre.

    nella prima fase, alle piastre già solidarizzate vengono ancorati i martinetti. un martinetto alla volta, lasciando scarichi gli altri, si comincia a spingere. si cerca di non avere grosse differenze di carico tra un micropalo e l'altro, quindi si procede per step. si carica il primo, si rilascia la pressione dell'olio e si carica il secondo. e così via. si riprende poi dal primo, a turno. non è necessario che il martinetto venga scaricato del tutto, ma è sufficiente scaricarlo un po' per disporre di un adeguato "peso" della struttura che consenta di infiggere gli altri micropali.

    una volta che ciascun palo è stato infisso, il carico che può portare rimane invariato anche se si rilascia la pressione dell'olio nel martinetto. anzi: i martinetti sono tutti costantemente monitorati quindi in ogni momento (con il software si legge la pressione ma da questa si ricava il carico) si conosce quanto vale il carico portato dal singolo palo. questa, contestualmente, è anche la prova di collaudo di ciascun palo.

    succede questo: man mano che si infigge il palo il fabbricato tende a sollevarsi. staccandosi dal terreno entrano in gioco maggiori carichi quindi il palo può continuare ad essere infisso. il fabbricato si solleva ancora di più, richiama carico dalle zone più lontane e quindi consente di continuare ad infiggere ulteriormente il palo. mediante un controllo laser, viene monitorato in tempo reale il sollevamento del fabbricato che - ovviamente - non può essere eccessivo perché, lo ricordiamo, i martinetti lavorano uno alla volta e si potrebbe rischiare di "spezzare" la trave. questo problema incide meno sui fabbricati in muratura portante.

    in teoria, quindi, continuando ad aggiungere spezzoni di tubo, si può raggiungere qualsiasi carico. ma non è sempre così. nel caso delle fondazioni su palo realizzate in fase di costruzione, attestare la punta del palo nel substrato roccioso è un vantaggio perché in questo caso si può continuare ad innalzare il fabbricato senza stare a preoccuparsi più di tanto (il maggior carico si traduce infatti in una maggior compressione del palo). nel caso dei micropali precaricati, se si attesta la punta del palo nel substrato roccioso, l'incremento del valore di carico che si legge sul monitor è solo apparente perché deriva dalla pressione dell'olio nel martinetto che aumenta (non potendo spingere il palo più in fondo) ma non è reale: rilasciando la pressione entro il martinetto il carico di cui il palo è capace quello rimane. in generale, quindi, in questo intervento, si dovrebbe evitare di attestare la punta del palo nella sottostante roccia. ecco perciò dove entra nuovamente in gioco il calcolo della portanza. anche qui si ragiona al contrario perché, se noi conosciamo la profondità della roccia, dobbiamo calcolare un palo che abbia al massimo quella lunghezza e vedere che carico può portare.

    terminate le operazioni di infissione, con il martinetto in pressione, il palo viene solidarizzato alla piastra (con saldatura o con bulloni, forando in opera entrambi i tubi) e si rimuove quindi il martinetto.

    in questo modo, il palo è "attivo" fin da subito e in genere si riescono a recuperare anche un po' di centimetri di cedimento.
  9. .
    in più occasioni ho avuto modo di portare all'attenzione di chi mi legge la formula indicata dalla circolare n. 7/2019 per la verifica della deformabilità dei solai di luce inferiore a 10 m.

    la formula è questa qua:

    jpg



    il fatto è che non sono convinto che il coefficiente nel primo fattore debba essere pari a 0,015 per la semplice ragione che tale valore rende automaticamente soddisfatte tutte le verifiche per cui - di fatto - la verifica di deformabilità dei solai diventa inutile.

    se andiamo a leggere le NTC 2008 (ma anche le norme precedenti), nella circolare n. 617/2009 troviamo:

    jpg



    naturalmente, si può obiettare che se l'hanno cambiata forse è più corretto il nuovo valore. tuttavia non ne sono convinto.

    allora ho voluto fare questa verifica che vi espongo nel seguito.

    sempre nella circolare n. 7/2019 che accompagna le NTC 2018, si trova questa tabella:

    jpg



    se assumo K = 1 ed assumo che il secondo fattore sia anch'esso pari a 1, con un calcestruzzo fck = 30 MPa e rho = 1,5% dovrei trovare una snellezza limite pari a 14.

    ebbene, con la formula delle NTC 2018 trovo (11 + 0,015*fck/0,015) = 11 + 30 = 41

    mentre con la formula delle NTC 2008 trovo (11 + 0,0015*fck/0,015) = 11 + 3 = 14

    la tabella posta poco più sotto contraddice quindi la formula posta poco più sopra.

    credo perciò di aver risolto il mio dubbio, nonché di aver dimostrato che il coefficiente corretto è 0,0015.

    Edited by reversi - 16/6/2021, 15:26
  10. .
    saggio è chi il saggio fa (par. cit.).
  11. .
    quella era "carlo martello ritorna dalla battaglia di poitier".
  12. .
    l'autore di ADONIS (per cui faccio la traduzione dall'inglese) mi ha scritto segnalandomi un nuovo programma, anche questo free.

    si tratta di un programma per la stabilità dei pendii, chiamato HYRCAN, disponibile qui: http://geowizard.org/download_hyrcan.html
  13. .
    CITAZIONE (Alex123 @ 31/3/2021, 18:11) 
    non volevo offendervi ... sicuramente sarete anche voi studi quotati

    mi sono trattenuto più di una volta, limitandomi a metterti dei punti negativi, ma forse è meglio dire le cose chiaramente, hai visto mai che uno comincia a rendersi conto: sei proprio imbecille.
  14. .
    CITAZIONE (Jagermeister @ 31/3/2021, 15:47) 
    Comunque, l'Eurocodice 8 parte 5, Annex F (capacità portante in condizioni sismiche di fondazioni superficiali) stabilisce che vi sono due casi, condizione NON drenata o drenata, e il discrimine principale è se sono suscettibili di un significativo aumento di pressioni interstiziali o meno

    l'appendice nazionale all'ec8 parte 5, con specifico riferimento all'annex f, letteralmente dice: "non si accetta l'uso di tale appendice".
  15. .
    CITAZIONE (Alex123 @ 31/3/2021, 17:41) 
    Il dubbio mi e' sorto perche' alcuni studi quotati in zona non effettuano quella verifica

    lo vuoi sapere? non sarai mai uno studio quotato finché continui ad effettuare quella verifica.
187 replies since 5/1/2013
.