Il Bar dell'Ingegneria

Posts written by zax2013

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    Il riferimento normativo non c'è.

    Nel senso che la norma non indica alcun limite circa il grado di conoscenza che tu ed il tuo committente intendete raggiungere.
    Hai a disposizione i tre livelli di conoscenza, ognuno "punito" con il corrispondente fattore di conoscenza.

    E tanto basta.
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    A dire il vero gli autovalori di cui discorriamo sono quella della matrice D (dinamica) e non della matrice K (matrice delle rigidezze).

    La matrice dinamica D è pari a M-1*K
    Dove M è la matrice delle masse (generalmente una matrice quadrata della stessa ampiezza di K con elementi, le masse, sulla diagonale).
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    La frequenza propria di vibrazione è del tutto autonoma rispetto alla azione del sisma.

    Di fatto la tua struttura, comunque sia composta, ha espressioni in frequenza del tipo C*radq(K/M)

    Dove K è la rigidezza della struttura M la sua massa.

    Quindi invece di aumentare/diminuire le azioni sismiche (q=1.5 contro q=1) che nulla ti cambiano, devi intervenire per forza e solamente su rigidezza o masse (anche se su queste ultime spesso nulla si può fare).
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    Un collega che opera in Emilia Romagna (è in questa regione dove è diventato usuale da parte dei geologi fornire la frequenza naturale di vibrazione del terreno) ci capita spesso.

    In realtà, mi dice, non è normato da nessuna parte cosa è "vicino" o "lontano" in termini di frequenza.

    Un suo criterio è quello di dire "va tutto bene" se lo scostamento tra le frequenze è dell'ordine del 10-20%
    Se hai 1.25 Hz per il terreno il 20% sarebbe proprio 0.25 Hz, e quindi saresti a posto sia con la frequenza in X che in Y della tua struttura.

    Sempre il mio collega aggiunge che finora, nonostante il "pettine stretto" degli esaminatori di pratiche strutturali della regione Emilia Romagna, è passato indenne a questa cosa.
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    Io però manicotti di ghiaccio non ne vedo nei conduttori.
    Se ci fossero stati dei manicotti di ghiaccio, probabilmente a seguito dei crolli dei tralicci, questi sarebbero anche "saltati" via.
    Però se hai manicotti nei conduttori mi aspetto di trovarne anche nei tralicci.

    Invece anche quelli integri pare non ne abbiano.

    Io penso che sia stato solamente il vento a farli cadere. Penso anche che l'azione trasversale dei conduttori in corrispondenza delle deviazioni di tracciato avrà contribuito.

    Inoltre vedo sempre questi tralicci con un certo scetticismo. La quasi totale mancanza di controventi orizzontali nelle sezioni le rende assai sensibili alla instabilità. Perdendo la forma, le sollecitazioni sugli angolari di spigolo impazziscono.
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    Non ci sono più i flame di una volta......

    Vanessa scomparsa, Forcella non pervenuto.

    Ma si può andare avanti così?!?
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    Probabilmente le scarse informazioni che ci ha dato Vanessa nel primo topic hanno fatto prendere lucciole per lanterne a tutti noi.

    Io ho interpretato il progetto che Vanessa deve consegnare al cliente come un tramezzo del tutto autonomo rispetto alle strutture che esso "tampona". In questo senso Francesco Forcella, che parla di strutture secondarie, sbaglia.
    Si tratta di una struttura "primaria" che deve stare in piedi per conto proprio senza chiamare in causa le strutture che le stanno attorno.

    Probabilmente ho anche sbagliato, magari Vanessa deve progettare un tramezzo che "tappi" e che sia collegato ad una struttura esistente.

    Vanessa in questo caso deve valutare "la vulnerabilità della struttura"? E perchè mai?

    Deve valutare semmai come inquadrare normativamente il nuovo tramezzo nelle "vecchie" strutture. Sarà un intervento locale, oppure di miglioramento? Oppure con la nuova rigidezza del tramezzo va a far "sballare" tutto il comportamento della struttura esistente e deve inquadrare il nuovo intervento come adeguamento?

    Ecco, sono queste le domande "primarie" che deve porsi.
    L'intervento è delicato? Dipende come lo imposti e come lo consideri.
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    Nella figura sottostante, un mio esempio di carpenteria di muro divisorio all'interno di un capannone da 6.50 m di altezza circa.

    png

    Come vedi il muro è stato "intelaiato" con pilastri verticali e travi orizzontali in modo da avere specchi di tamponatura non superiore ad una certa superficie (ho un vago ricordo di normativa precedente che limitava le specchiature di tamponatura ad xx m², ma al momento mi sfugge sia il riferimento alla norma sia la superficie massima).

    Il tramezzo è stato verificato al ribaltamento con le azioni sismiche di spettro del posto (ero interno ad una struttura chiusa, quindi niente vento, ma in alcune normative non italiane anche per queste situazioni si impone una spinta del vento, seppur minore di quella agente su un tramezzo esterno), considerando la massima accelerazione possibile (quella tra Tb e Tc).
    Quindi verifica a ribaltamento che mi ha generano una determinata larghezza della fondazione.

    Il tutto realizzato rompendo il pavimento industriale con disdoro del committente che pensava di mettere qualche blocco uno sull'altro ed amen.
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    Ciao Dema, ti ho letto nell'altro forum e proprio ieri avevo riletto questa discussione che io stesso avevo "lanciato".

    Tex ai tempi aveva fatto un po' di sviluppi numerici non sempre corretti.

    In questo caso aveva prima calcolato il momento ad estradosso plinto (il 500x0.80, immaginando che 0.80 m fosse la massima altezza della risultante dei trefoli rispetto, appunto, all'estradosso plinto), quindi aveva "trasportato" il taglio a quota -3.00 m per avere il momento a quota intradosso plinto. Peccato che aveva i numeri ballerini, per cui invece di 500x3.00 (3.00 m l'altezza del plinto), non so perchè ha messo 3.50 m.
    Ma il concetto è assolutamente corretto.

    Se cerchi normative non ne trovi. Così come documentazione tecnica. Sembrano degli "oggetti" che non hanno mai appassionato alcuno studioso.
    Circa la deformazione. Considera che su una pista di 100 m i trefoli quando tesati alla loro tensione di lavoro (circa 14000 kg/cm²) si allungano di circa 14000x10000/2000000=70 cm. E con lo stesso criterio se il puntone tende a deformarsi, via via che tesi gli altri trefoli, ogni cm di deformazione gli fa perdere 200 kg/cm², che non sono noccioline.
    A mio avviso, nella ragionevolezza, devi stare nell'ordine di pochi millimetri alla massima portata della pista.
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    Io ci ho studiato Costruzione di Ponti con il libro del Pietrangeli.
    Ovviamente copertina differente, altra edizione.

    Chissà dove l'ho depositato.
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    In teoria il travetto a sbalzo non potrebbe funzionare. A meno di non considerare l'armatura superiore costituita dalla rete, abbastanza "massiccia", Ø12 mm.

    In ogni caso, ammesso che la verifica ti torni, ci sono altre questioni da affrontare, che non i soli e semplici carichi verticali.
    Tu con il foro stai "manomettendo" la rigidezza del solaio. In fase sismica (non ci dici in quale parte d'Italia dovresti fare l'operazione) questo potrebbe comportare una differente ripartizione delle azioni sugli elementi sismo-resistenti.

    In alcune regioni d'Italia, l'operazione di realizzazione fori nei solai non ha nemmeno necessità di denuncia al GC, viene ritenuta "non rilevante" ai fini sismici a patto di ripristinare in qualche modo la rigidezza perduta con la realizzazione del foro.

    Una cerchiatura attorno al foro a questo punto si renderebbe necessaria.
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    CITAZIONE (**GC** @ 1/2/2024, 17:32) 
    Considerato quanto accaduto mi chiedo se fosse stato d'aiuto specificare nella relazione di calcolo che il dimensionamento delle coperture in lamiera non erano oggetto della relazione.

    Immagino di si.
    Ma essendo stato "battezzato" progettista a prescindere senza che ci fossero elaborati progettuali specifici a mia firma, il CTU avrebbe obiettato che pur essendo progettista mi ero scordato di progettare.
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    Cementollo, al contrario di noi, non sei evidentemente un frequentatore storico di forum di ingegneri.

    Buona parte dei frequentatori di questo Bar arriva da esperienze ormai decennali passando da forum in forum, da discussione in discussione, da litigio in litigio, da diaspora in diaspora.

    Ad esempio nel mio caso: prima iscrizione al forum ing.forum nel 2006. Poi passaggio ad ingegneriaforum.it nel 2010, infine a questo nel 2012.
    Non disdegnando nel frattempo di andare a "sbirciare" in altri forum pur senza esserne iscritto.

    ing.forum con circa 85.000 iscritti e centinaia di migliaia di post (più o meno interessanti) è stato inghiottito dal buco nero Tecknoring, la quale non aveva alcun interesse a mantenerlo, e non esiste più.

    Da non confondere ing.forum di cui ti parlo con ingforum.it che invece si è costituito da circa 1 anno (a seguito dell'implosione del "vecchio").

    Bafio era un frequentatore del forum ing.forum e mi pare anche di ingegneriaforum.it

    Come molti altri aveva anche un altro nickname con cui interveniva, che però non ricordo.
    Utente "anziano" (non me ne voglia se ci legge), esponente di una vecchia guardia di ingegneri assai preparati, in seguito alla emanazione del DM2008 e dell'abbandono definitivo del metodo delle Tensioni Ammissibili ha deciso di smettere la professione dello strutturista. Il suo motto è diventato: "Vivano sempre le T.A.".

    Se oggi è iscritto da qualche parte, o si gode serenamente la pensione, non sappiamo.
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    Forse si trattava invece dell'assistente cinese di Nick Carter, fumetto di Bonvi.
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    CITAZIONE (Enci @ 12/1/2024, 12:50) 
    ma della progettazione (e D.L.) del fabbricato si poteva incaricare un tecnico diplomato ?.

    E chissà..... in questo mondo normativo in cui vale tutto ed il contrario di tutto, un capannone di 1000 mq, con elementi in c.a.p., ecc. a quanto pare non scandalizza nessuno se il progetto architettonico lo firma un geometra e se la DL se la intesta lui.

    Il CTU e nessun altro hanno avuto nulla da obiettare. D'altra parte anche per me, che sarebbe cambiato? Avrei solamente "avvelenato i pozzi" scagliandomi contro chi non potendo fare quel mestiere, non sapeva come effettivamente farlo, ma ormai lo aveva fatto.
    Nel corso di tutto il processo non ho letto tutte le relazioni difensive degli altri, e quando l'ho fatto è stata una lettura assai veloce e superficiale. Anche se ho il ricordo che qualcuno degli altri 2 abbia provato a mettermela in saccoccia.

    A questo punto geometra, ingegnere o architetto, avrebbero avuto la stessa valenza, visto che la "persona" DL non è riuscita ad imporsi sul General Contractor. Avesse attuato un controllo più serrato sul materiale fornito e montato, tutta la storia non sarebbe affatto accaduta.


    CITAZIONE (reversi @ 12/1/2024, 14:15) 
    per esperienza personale, visto che ormai la massima parte della mia attività professionale si svolge nei tribunali, tanto come ausiliario del giudice quanto come consulente di parte, posso dire questo: non aspettatevi un ctu "bravo".

    Conosco CTU che fanno solamente quello. Conoscono ormai benissimo la prassi giudiziaria e si muovono molto a loro agio nelle aule di tribunale. Non generalizzerei. Ce ne sono di bravi.
    E la storia del professionista fallito, dell'insegnante mancato, la sento da così tanto tempo che non voglio appropriarmene.
    Come detto, non ho scritto il papello per essere compatito o sostenuto. E' il racconto di una cosa che può accadere a tutti.

    Nella fattispecie il CTU nominato dal Giudice ho capito essere considerato uno dei migliori operanti in quel tribunale. Ed il giudice, pare (perchè la porzione principale del processo si è poi sviluppato in periodo Covid, quindi tutto in trattazione scritta, senza che io abbia mai visto giudice, CTU, avvocato della controparte, proprietario del capannone - mai conosciuto ed incontrato), lo avesse sempre tenuto in palma di mano.

    CITAZIONE (reversi @ 12/1/2024, 14:15) 
    e purtroppo, aggiungo, è pressoché impossibile - qualunque sia l'argomentazione che si propone - cercare di far cambiare opinione ad un ctu, dopo che ha emesso la sua "sentenza" nella bozza.

    Su questo invece non posso che darti ragione. Nella mia piccola esperienza da CTP, una sola volta mi è capitato di far fare una giravolta a 180° ad un CTU. Ma si trattava di un giovane architetto veramente alle prime armi che aveva scritto una marea di sciocchezze. In tutte le altre esperienze far deviare il pensiero del CTU è difficile se non impossibile. L'unica speranza, ma su questo ho seri dubbi, è che il giudice legga tutte le carte. Non solamente le conclusioni del CTU, ma anche le ragioni espresse nelle osservazioni del CTP.

    CITAZIONE (reversi @ 12/1/2024, 14:15) 
    in ultimo: non capisco (o forse semplicemente non lo hai detto) perché il tuo avvocato, nel giudizio di merito in cui è confluito l'atp, non ha eccepito la nullità della precedente ctu, visto che tu nell'atp non c'eri e non avevi avuto il tuo diritto alla difesa.

    Una volta nominato, e con il senno di poi, ho chiesto al mio avvocato se in fase di nomina non si sarebbe potuto ricusarlo. In fondo mi trovavo coinvolto a causa sua per la frasettina presente nella conclusione della sua ATP "I professionisti che attorniavano il General Contractor, avrebbero potuto consigliare meglio...."

    La risposta è stata vaga. Si, si sarebbe potuto, ma magari si sarebbe anche potuto infastidire il giudice che quando nomina un CTU lo fa in base ad un rapporto di fiducia nel suo operato. Ricusare il CTU per "estensione" significherebbe anche "ricusare" lo stesso giudice.

    Ma in ogni caso la domanda è stata fatta quando ormai la ricusazione non era più possibile.
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