Il Bar dell'Ingegneria

Votes taken by afazio

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    Lo schema è molto simile allo schema usato per rappresentare lo schema di una variabile tipo lista concatenata.
    Ogni record contiene il riferimento al successivo.
    fHo9DE0
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    Marcello Savorani,

    Questo posto è nato qualche tempo fa per volontà di un gruppo di utenti, provenienti da altro forum, alla ricerca di uno spazio che fosse al contempo serio nel trattare argomenti di ingegneria, abbastanza libero da poter anche esprimere opinioni contro, e sufficientemente faceto per poter anche sorridere.
    Dopo il periodo iniziale il bar era andato un pò in soffitta per poi essere ripreso dal sottoscritto dopo l'ennesimo ban subito nell'altro forum. In questa ripresa in più occasioni mi sono ritrovato da solo (con un manipolo di persone che seguivano silenti) a porre e proporre diversi a vri argomenti. Avvertivo comunque l'interesse delle persone che seguivano. Prima o poi, pensavo, verrà loro la voglia di dare il loro contributo. E cosi è stato.
    La circostanza che nessuno rispondesse non era e non è per me limitativa. Se quel che si propone è valido e interessante è liberamente e volontariamente qui depositato anche per futura lettura.
    Con questa premessa ti invito pertanto a non sentirti limitato dal fatto che nessuno attualmente da seguito ai tuoi post e continua liberamente.
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    Quando si diceva che è inutile imbastire un dialogo con ignoranti in materia e con persone che hanno in testa solo un pensiero, si intendeva proprio questo.
    Qualunque cosa si dica e qualsiasi argomento si apporti, l'ignorante con una tesi fissa in testa ribatte sempre sullo stesso chiodo tanto da risultare noioso.
    L'ignorante non capisce nemmeno quando è arrivata l'ora di tacere.
    Hai le tue convinzioni del complotto e del pretaglio, per favore tienitele strette e discutene altrove. Raccogli documenti, tesi, ipotesi,relazioni,dettagli, calcoli, interviste e quanto ritieni sul sito di cui hai già più volte dato il link. Se per caso qualcuno di noi sarà interessato a leggerti lo farà altrove.
    Qui già ti sono state date molte risposte ma che pare non sono servite a nulla, e qui non trovi persone disposte ad assecondare le tue assurde tesi magari cercando per te dettagli o provando a fare calcoli basati sempre sulle ipotesi complottiste.
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    PS: al prossimo tuo messaggio in questo 3D, procederò raccogliendo tutti i messaggi tuoi e quelli di LISA e altri in risposta ai tuoi in apposito 3D a cui darò un titolo significativo del nulla e nel quale potrai continuare coi tuoi discorsi.

    Debbo questo a tutte le persone che in questo topic e anche nell'altro hanno profuso il loro serio impegno tecnico e professionale con impiego di prezioso tempo per cercare di far comprendere a tutti i vari meccanismi che hanno portato al crollo.
    Debbo questo a WAPI a LISa a TDOES a Savorani a ZAX, a PAOLO RUGARLI che ha prodotto report di alto livello accademico con calcoli e altro e anche ad altri utenti.
    Parlare di tesi complottiste è una offesa nei confronti dei suddetti.

    Edited by afazio - 10/2/2019, 20:34
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    Mi ricorda tanto la cinematica del crollo di una ciminiera: Models for the Falling Chimney
    Cadendo ,la ciminiera/torre si spezza ad una certa altezza, e la parte sovrastante può anche controruotare.
    I punti più distanti dal centro di rotazione hanno maggiore accelerazione tangenziale rispetto a quelli prossimi al centro di rotazione. Questo comporta una maggiore forza di inerzia rotazionale nella parte più lontana. La struttura si spezza nel punto in cui la flessione prodotta dalla suddetta forza d'inerzia raggiunge la resistenza a rottura a flessione.
    Poi magari seguono dei rimbalzi e controrimbalzi difficilmente prevedibili.
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    Non so quanti di voi, anche solo per curiosità, hanno visitato il forum a cui rimanda gnaffo.
    Io poco fa ho voluto dare uno sguardo.
    Gli argomenti trattati sono, in sunto,
    - è stata la mafia,
    - e se non è stata la mafia allora fu la 'ndrangheta,
    - e se non la 'ndrangheta allora un nuovo patto criminale tra governo e malavita,
    - oppure una azione mirata ad esaltare la tensione nei rapporti Italia-Francia
    - in alternativa si tratta di un loschi affari di speculazione edilizia
    - qualcuno certamente ci guadagna con la gestione degli sfollati, e allora ha pensato di agevolare i guadagni
    - è un tentativo da parte della dritta per marcare la manca oppure è la manca che tira una dritta alla dritta
    - l'economia si risolleva sempre a seguito di uno Shock
    .....
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    Trovato il bug. Si annida in una funzione concepita male:
    La funzione incriminata è la seguente:
    CODICE
    '------------------------------------------------------------------------------------------------
    ' Riduce un angolo alfa negativo o positivo di qualsiasi valore (anche maggiore di 360)
    ' all'equivalente angolo compreso tra 0 e 360°
    ' argomenti della sub:
    ' alfa : l'angolo che si vuole ridurre
    ' Restituisce:
    ' - l'angolo ridotto
    ' Autore: Afazio - Agosto 2014
    '------------------------------------------------------------------------------------------------
    Function RiduciAlfaDEG360(alfa As Double) As Double

    If alfa Mod 360 = 0 Then
       RiduciAlfaDEG360 = 0
    ElseIf alfa > 0 Then
       RiduciAlfaDEG360 = alfa Mod 360
    Else
       RiduciAlfaDEG360 = 360 + (alfa Mod 360)
    End If

    End Function

    Il resto della divisione intera è sempre un intero. Ecco dove si perdono i decimali.
    vedrò come correggere il codice.
    Si accettano suggerimenti
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    @Marcello Savorani: dal prossimo messaggio a seguire potrai inserire qualsiasi link.
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    CITAZIONE (wapi51 @ 11/9/2018, 22:26) 
    Pur non essendo un “ addetto ai lavori”, mi sembra che descrivi un ingegnere civile quanto meno un po’ distratto …..

    No, non distratto, ma ignorante.

    CITAZIONE
    Già il DM del 92 affrontava il tema “fatica” nel c.a riducendo le tensioni ammissibili (3.1.8) e nel c.a.p. (3.2.8.2).

    Guardacaso quelle limitazioni riportate nel DM 1992 sono proprio quelle che erano riportate nelle istruzioni delle FFSS di cui non ricordo il numero e che portavano data di almeno una decina di anni antecedente.
    Sono proprio quelle grossolane formulazioni alle quali facevo riferimento che in ultima analisi conducono ad un incremento del quantitativo di acciaio utilizzato.

    CITAZIONE
    Poi, anche solo con una ricerca molto veloce, si trova la ENV 1991-3 (carico da traffico sui ponti) che è del 1995 e comprende, fra i modelli di carico anche quelli per fatica.
    https://mega.nz/#!bcNQ0DIY!dX0v5u8...eFcrt3QuqM25XXc

    E si trova la ENV 1992-2 (ponti di calcestruzzo) che è del 1996 in cui mi pare siano previste le verifiche per fatica sia nel c.a che nel c.a.p.
    https://mega.nz/#!DIdTzDLI!dtDI353...V1Bp6uLCLKv9qSI

    Oggi sono norme europee certamente abrogate e, immagino, sostituite da norme più evolute

    Riguardo i ponti dobbiamo fare discorso a parte dato che per questi è possibile ed è fornita dalla norma e dalla letteratura specifica una metodologia per la determinazione dei carichi affaticanti.
    Dobbiamo anche dire che la progettazione di ponti, pur rientrando nelle competenze di un ingegnere civile, in effetti si trova in una regione che definirei "al margine", "ai confini" delle conoscenze della maggior parte dei civili, questo per alcuni motivi ovvi: il ricorso alla prefabbricazione preclude, nel senso che a progettare travi ed impalcati sono i tecnici della ditta di prefabbricatori, tecnici che nel corso della loro professione fanno esclusivamente (o quasi) solo quello, secondo motivo è il fatto che le discipline "ponti e grandi strutture" e "strutture prefabbricate" erano e forse continuano ad essere discipline opzionali che non tutti inseriscono nel loro piano di studi.
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    Infine chiederei a qualcuno che in questo forum si è occupato di progettazioni di travi precompresse per impalcati di ponti ordinari, quante volte e con quale strumento hanno condotto le verifiche a fatica della loro trave?
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    Problemi noti ma sconosciuti. Nel senso che ne conosciamo l'esistenza ed anche i catastrofici effetti ma che purtroppo non riusciamo ancora a governare.
    Prendiamo per esempio la questione della fatica nel calcestruzzo.
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    La fatica nelle opere civili fino a poco più di un decennio fa non era nemmeno contemplata nel vocabolario di un ingegnere civile, e chi ne aveva sentito parlare pensava si trattasse di un fenomeno che riguardava solo i pezzi meccanici di una automobile o le aste di una gru o il gancio di sollevamento di un carroponte.
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    In una delle sue istruzioni tecniche, le FFSS, avevano pubblicato un metodo molto grossolano per la veriifica a fatica da condurre in tutte quelle strutture in c.a. che in qualche modo coinvolgevano la ferrovia. Io personalmente ne ho avuto conoscenza, perchè direttamente interessato, in un progetto di un viadotto che attraversava una linea ferroviaria, nel 1990 circa. Imporre quelle limitazioni contenute nella istruzione ha comportato semplicemente un leggero quantitativo di acciaio in più. Null'altro, nessuna prescrizione particolare sul calcestruzzo o altro.
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    Ancora oggi volendo condurre una verifica a fatica di una membratura in c.a. non si hanno strumenti, ma semplici e grossolane formulazioni.
    Magari tra 50 anni gli studi progrediranno un una certa direzione e si parlerà del fatto che oggi la fatica è stata sottovalutata.
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    Il ponte non è caduto a causa del fatto che Morandi ha sottovalutato la questione della durabilità del calcestruzzo.
    L'ha sottovalutata, certamente conosceva il problema, certamente le conoscenze di allora erano più limitate rispetto alle attuali, certamente anche quando oltre a pensare di precomprimere il rivestimento degli stralli, avesse pensato anche a verniciarne le superfici esposte, o a usare cemento pozzolanico o ferritico, il problema della durabilità e del degrado col tempo sarebbe rimasto, cosi come rimarrebbe in una struttura in c.a. di odierna progettazione e realizzazione. Qualche anno in più, poca cosa.
    Rimane il fatto che il calcestruzzo tutto è tranne che eterno e se non ne hai cura costante lo perdi divorato dal tempo.
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    Ebbene che il ponte soffrisse di questi problemi se ne è avuta consapevolezza quasi subito, tant'è che lo stesso Morandi soffriva di incubi a causa di ciò.
    E allora già nel 1980 si sarebbe dovuto prendere la decisione: abbiamo un ponte bello e simbolo della nostra ingegneria, purtroppo sofferente, che facciamo? Lo abbattiamo oppure ce ne prendiamo cura?.
    Non è stato ne abbattuto e nemmeno curato, ed è morto un ponte che si sapeva che se non curato era destinato a morire portandosi con se molte ignare vittime.
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    La guida all'uso di Califfo su YouTube.
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    La scimmietta e le banane

    Non ci è dato sapere come sia stato possibile per la scimmia trovarsi nella condizione illustrata. Vorrebbe raggiungere le banane salendo su per la fune.
    Nell’ipotesi che la fune sia di lunghezza infinita (escludiamo pertanto il fine corsa delle banane) che le banane hanno un peso pari al peso della scimmia e che la scimmia non realizza il fatto che scendendo a terra e mollando la fune potrà senza fatica avere le banane, si pone il quesito:
    riuscirà la scimmietta a raggiungere le banane?
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    CITAZIONE (k4u @ 27/2/2017, 18:40) 
    Forse la casella in giallo E11 serve proprio a dare una "z" alla base della prima virola in caso di sopraelevazioni del serbatoio?
    Non ne sono certo perchè quel foglio excel è stato elaborato per serbatoi poggiati a terra. Ma non riesco ad immaginare un altro significato di quel valore editabile.

    Tutte le celle sono, per mia scelta, editabili. Non ho apposto alcuna protezione ne di foglio ne di codice ne di celle.
    E' mia consuetudine marcare le celle di "input" con sfondo verde. Gli altri colori li utilizzo per altri scopi personali.

    La cella E11 non essendo con sfondo verdino non è una cella di input. Il valore è stato fissato da me e mi serve per altre elaborazioni.

    Non capisco però il tuo problema dell'altezza da terra della prima virola o in altre parole il voler considerare la presenza delle gambette all'interno del foglio.
    Il file determina le pressioni statiche e dinamiche e le azioni risultanti per un serbatoio cilindrico a qualunque quota esso si trovi.
    Sarai poi tu a riportare le sollecitazioni in qualsiasi sezione sottostante alla sezione di base del serbatoio. Il foglio ti fornisce il taglio e il momento nella sezione di base. Sarà tuo compito poi trasportarli dove ti pare aggiungendoci eventuali altre azioni dirette o d'inerzia degli elementi sottostanti.
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    CITAZIONE (gigiotto63 @ 7/1/2017, 22:00) 
    Questi elementi sono già svincolati, e come se nell'insieme formassero un appoggio per il montante e quindi il momento e' di continuità.

    Se gli elementi convergenti al nodo sono sconnessi alle rotazioni essi non portano momento al montante. Se i carichi sono applicati direttamente ai nodi, questi non portano momenti.
    I momenti derivano quindi dal peso proprio (e dovrebbero essere irrilevanti) e dagli spostamenti relativi dei nodi del montante che non è svincolato alla rotazione (momenti alla Grinter per intederci)

    Naturalmente se consideri i nodi tutti come cerniere il momento sarà nullo e la lunghezza libera di inflessione sarà l'intera lunghezza tra nodo e nodo. Questo ti porterebbe una verifica negativa?

    Edited by afazio - 7/1/2017, 23:44
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    Buon giorno Paolo

    con piacere leggo il tuo intervento sulla questione.
    Ti anticipo che purtroppo io non ho le risposte che riescano a fugare i tuoi dubbi, dato che sono e restano anche i miei, tuttavia voglio cogliere l'occasione per discuterne.

    E' vero che sui testi il problema è trattato solo marginalmente specie sui testi indirizzati più alle "costruzioni civili" che non sui testi specifici sulle "costruzioni meccaniche".
    Un esempio tra tutti è la trattazione del precarico sui bulloni riportata sul testo dei professori Ballio e Mazzolani "Strutture in acciaio" edito da Hoepli, che liquida il problema della rigidezza delle flange ponendo semplicemente Kf>=10*Kb e non approfondendo la questione della diffusione delle tensioni di compressione all'interno delle due flange. Ma anche altri testi riportano sempre la stessa cosa. Insomma una questione di fede.
    Per riuscire a fare un pò più di luce occorre rivolgersi ai testi più prettamente meccanici, e non sempre su questi riesci a trovare una trattazione esaustiva e convincente come per esempio la trattazione riportata sul testo "costruzioni di macchine " del professore Renato Giovannozzi.
    Qualcosa di più approfondito puoi trovare in una dispensina pubblicata dal professore Giovanni Petrucci che ti linko: Dispensa Bulloni del prof Petrucci e dalla quale estraggo l'immagine che segue e da cui ho preso spunto per lo sviluppo del 3D:

    ldPZDRi

    Come vedi anche qui il professore accenna al doppio tronco di cono cavo di diffusione delle tensioni di compressione all'interno delle due flange e poi semplifica la faccenda considerando invece un cilindro cavo equivalente avente diametro esterno pari a 3 volte il diametro nominale del bullone. Se la superficie fosse in realtà un cilindro di tale diametro allora basterebbe disporre i bulloni ad intersasse non minore di 3 diametri per non avere la sovrapposizione dei volumi sede di tensione. Ma cosi non è, i volumi sono diversi e in funzione dell'interasse e dello spessore delle flange essi possono sorapporsi anche di parecchio.

    Per la ipotesi di rigidezza flessionale infinita della flangia, o se non proprio infinita almeno nei pressi, che consente l'applicazione della formula di Navier , non saprei che dire se non il fatto che ho sempre riscontrato, nelle torri di turbine eoliche, spessori dell'accoppiameto delle due flange pari a circa 8-12 volte lo spessore della lamiera del mantello.
    Nella presente trattazione ho assunto ed anche specificato l'ipotesi di accoppiamento "rigido"

    CITAZIONE (Paolo Rugarli @ 7/1/2017, 11:30) 
    Caro afazio

    mi complimento per il 3d dato che raramente sui testi il problema viene affrontato a puntino.
    Purtroppo io ho sempre troppi dubbi, e se posso dire una cosa personale, vorrei non averne, fare ragionamenti più semplici. Vivrei meglio.

    Alcune questioni mi lasciano in dubbio.

    L'ipotesi di deformazione piana è usata, in questa trattazione. Sta nell'N/A + M/W, o sbaglio? Ciò implica una flangia "rigida".

    E poi. Il modello prevede che lo scambio tra piastra e bullone trazione/compressione sia confinato al cono delle pressioni, a carichi esterni nulli. La somma delle intersezioni di tali coni delle pressioni non coincide con A. E' una superficie diversa. Non è dunque direttamente possibile sommare le tensioni, o meglio la somma andrebbe fatta in due zone diverse. O sbaglio? Certo, se i bulloni sono appositamente spaziati si può fare in modo che Aconi --> A ma è una situazione particolare. In altri casi credo possa anche avvenire che i coni si sovrappongano (forse la spaziatura non è sempre sufficiente).

    Forse un modello alternativo potrebbe considerare reagenti le sole aree dei coni "sotto" e l'impronta del dado "sopra". La A e la W non sarebbero più quelle della flangia ma solo quelle di queste areole. Le forze equilibranti i carichi applicati potrebbero essere considerate concentrate, e con esse si verificherebbe poi la flangia, incastrata sul perimetro circolare interno. [O dove altrimenti si vuole perché il mio obiettivo è quello di considerare la flangia a macchia di inchiostro ed il tubo idem, con i bulloni messi ovunque si voglia.]

    Infatti, che ne è delle verifiche di resistenza della flangia come piastra? Se la N e l'M sono applicati al tubo e le pressioni/forze che vi fanno equilibrio sono sulla flangia (comunque siano calcolate), non vi è un meccanismo resistente da chiamare in causa?

    Sono dubbi sensati?

    Ciao, grazie della attenzione e auguri a tutti
    P


    Edited by afazio - 7/1/2017, 12:27
260 replies since 29/6/2012
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