Il Bar dell'Ingegneria

Posts written by reversi

  1. .
    scusate: è vero che caronte era il traghettatore per l'inferno, però stava nell'acqua, non stava nel fuoco.
  2. .
    CITAZIONE (quattropassi @ 28/11/2022, 18:25) 
    Non ho documenti per contestare ciò che dici e è proprio per questo che qualche dubbio mi rimane. :unsure:

    dovresti vedere la uni en 13971 non mi ricordo di che anno, perché di recente sentivo di un aggiornamento (ma potrebbe anche trovarsi ancora allo stato di pren).
  3. .
    a quanto mi ricordo (avevo affrontato la questione della procedura tempo fa) il coefficiente 0,85 si utilizza solo ai fini della verifica di accettabilità del materiale in opera quando le prove sui provini sono andate male o sono assenti per le ragioni più varie.

    in una fase di calcolo successiva alla realizzazione dell'opera, il coefficiente 0,85 non c'è più.
  4. .
    CITAZIONE (quattropassi @ 27/11/2022, 22:53) 
    reversi Ho un dubbio:

    sarebbe gradito se argomentassi, perché in questo periodo difetto di tempo.
  5. .
    CITAZIONE (volsconger @ 22/11/2022, 22:19) 
    O col Dente.

    il dente, a mio parere, va sempre a monte.

    messo a valle ti consente solo di avvalerti di un "misero" contributo di spinta passiva, messo a monte "equivale" ad aver inclinato il piano di posa: si crea cioè - giocoforza - una superficie di scorrimento inclinata tra la punta del dente e la punta della soletta di valle. in pratica, un secondo triangolo.
  6. .
    CITAZIONE (afazio @ 21/11/2022, 21:59) 
    Il coefficiente di spinta attivo nei due casi è diverso.
    Per confrontare i due casi occorre condurre delle simulazioni.

    quoto afazio ed aggiungo anche che per un corretto confronto bisogna usare in ambo i casi la stessa teoria, perché - per quanto sembra dall'illustrazione - le figure che schematizzano i due casi sono costruite la prima con rankine e la seconda con coulomb.

    nella figura di sinistra, infatti, l'inclinazione della spinta rispetto alla normale è pari a beta, cioè all'angolo di declivio del terrapieno di monte, ipotesi specifica della teoria di rankine.

    nella figura di destra, invece, l'inclinazione della spinta rispetto alla normale è pari a delta, cioè all'angolo di attrito terra-muro, ipotesi specifica della teoria di coulomb. preciso che, in questo caso, la superficie di separazione tra i due cunei non è tra terra e muro, ma tra terra e terra, quindi delta (che usualmente viene assunto pari ai 2/3 di phi, angolo di resistenza a taglio) vale proprio phi.

    concordo con 4p sul fatto che la lunghezza della suola di monte è una discriminante poiché, in effetti, c'è un limite al valore che può essere assunto dall'angolo alfa di inclinazione del paramento interno. nei casi pratici però ciò non avviene mai, perché richiederebbe un volume di scavo molto maggiore del necessario, con incremento dei costi sia di scavo che di riempimento, oltre al problema di dover contenere un fronte di scavo più alto. anzi, non è infrequente addirittura il caso che la suola interna sia del tutto assente, sostituita da uno scavo a sezione obbligata approfondito entro il piano di posa (il "famigerato" dente, tanto osteggiato) pari allo spessore del muro in modo da far partire i ferri verticali da una quota inferiore.
  7. .
    una verifica di questo tipo con la classica "trinomia" rischia di non tenere conto di alcune specificità del problema posto che - a mio parere - suggerisce di fare uso di un'analisi fem con un idoneo programma.

    ad esempio, c'è il cosiddetto "fattore di scala". ne parla da qualche parte bowles, credo nel capitolo delle fondazioni su platee estese, cercando in qualche modo di tenerne conto con l'introduzione di un ulteriore coefficiente. il problema comunque c'è.

    poi c'è il problema della forma del carico, a sua volta piramidale, che non è certamente la forma del carico prevista da terzaghi durante lo sviluppo della teoria.

    poi bisogna tener conto che la zona di terreno al centro dell'area d'impronta (peraltro molto ampia) si trova in condizioni edometriche, cioè di espansione laterale impedita, e questo ne aumenta notevolmente la capacità portante. per intenderci, è un po' come se avessimo un pilastro confinato.

    queste sono le prime ragioni che mi vengono in mente e che sconsigliano l'uso di teorie classiche. è possibile che ve ne siano anche altre che al momento mi sfuggono.
  8. .
    per me è adeguamento di struttura esistente.
  9. .
    ma il titolare dell'incarico sei tu o lui?

    gli architetti hanno sempre ragione, fai come ti dice, che ti frega? fai gli elaborati previsti per una nuova costruzione e la chiami ristrutturazione, basta che non manca niente di quello che serve.
  10. .
    il progetto è uno. si sceglie un titolo e si riporta quel titolo sulle tavole architettoniche e su quelle strutturali. non capisco il problema.

    per quanto riguarda la tua parte, fai gli elaborati che devi fare e li depositi. non c'è bisogno di qualificare niente.
  11. .
    CITAZIONE (ing82 @ 2/11/2022, 11:32) 
    Non so/non ricordo se la resistenza ottenuta durante le prove sia influenzata, oltre che dalla snellezza del provino, anche dalla sua forma.
    In altre parole, a parità di snellezza, ottengo la stessa resistenza da un provino cubico e da uno cilindrico? Proverò ad andare a rileggere se trovo qualche informazione a riguardo.

    a parità di snellezza la superficie della faccia del provino cilindrico a contatto con la pressa è chiaramente inferiore a quella del provino cubico. poiché l'effetto di "confinamento" dipende da questa superficie la risposta è: no!
  12. .
    domanda: è proprio 8-3-6? io ho una possibile soluzione 9-3-6.
  13. .
    CITAZIONE (quattropassi @ 30/10/2022, 17:21) 
    reversi , direi proprio che la tua insistenza sia giustificata e quanto interpretavo sbagliato:
    Se vuoi una resistenza strutturale cubica, prendi una carota h/d=1,
    trova fcarota,
    correggi con Fd

    e qui ti fermi.

    il punto è che la resistenza cubica così trovata è del tutto convenzionale e solo convenzionalmente pari a quella che era la resistenza cubica di quel calcestruzzo all'epoca della sua realizzazione.

    quello che io sto cercando di dire dall'inizio è semplicemente che da un provino cilindrico non si può tirare fuori una resistenza cubica se non in via convenzionale.

    vione stabilito solo h/d=1 ma non quanto valgono h o d. potrei prendere un cilindro di diametro 20 cm e pari altezza: siamo sicuri di ottenere ancora gli stessi risultati?

    io ritengo di no perché il disturbo interessa solo una zona superficiale e all'aumentare del diametro del provino perde significato.

    così come pure, per tornare alla mia domanda precedente, se Fd dipende dalla resistenza della carota allora la correlazione che mi consente di ottenere una resistenza cubica dalla resistenza di un provino cilindrico non è così "automatica" e non si può scrivere - come invece è stato scritto - che provando un cilindro con h/d=1 si ottiene una resistenza cubica.
  14. .
    ti faccio una domanda: da cosa dipende Fd?

    e bada che non mi aspetto una risposta, che è ovvia, ma che tu capisca il senso della domanda.
  15. .
    la resistenza cubica si ottiene su provini 15x15x15 cm. io non ho provato, ma sono pressoché sicuro che confezionando con lo stesso cls cubetti di dimensioni diverse si troverebbero risultati diversi.

    io mi ricordo che nelle vecchie normative c'erano delle regole per confezionare provini di lato 15-16-20 cm a seconda delle caratteristiche del cls.

    ad ogni modo, anche ammettendo di trovare sempre lo stesso risultato per provini di qualunque dimensione, a parità di cls utilizzato, la resistenza convenzionale cubica, con le odierne norme, è quella su cubi di lato 15 cm.

    le carote prelevate da strutture esistenti hanno diametro 10 cm, quindi dire h/d=1 significa dire di prendere un cilindro di diametro 10 cm e altezza 10 cm.

    per me, un tale cilindro è diverso da un cubo di lato 15 cm. perciò, che la sua resistenza (che per me è cilindrica) sia equivalente alla resistenza di un cubo di lato 15 cm non è da vedere come una "identità" ma - piuttosto - come una curiosa "coincidenza".

    tanto più che quando lessi le linee guida (che non sono andato a rileggere in occasione di questo thread) non ricordo di aver letto che il diametro della carota deve essere 10 cm (tale è perché è lo standard della carotatrice) per cui le linee guida stanno dicendo che qualunque cilindro di cls, purché con h/d=1, ha la resistenza di un cubo 15x15x15 cm.

    posso credere a tutto, per carità, penso di avere raggiunto l'età per credere a tutto. ma mi riesce comunque difficile. mi riesce invece più facile pensare che l'uguaglianza sia più che altro convenzionale al solo fine di ricondurre una resistenza cilindrica ad un valore cubico con il quale proseguiremo i calcoli ovvero andremo a verificare i calcoli di progetto.
3233 replies since 5/1/2013
.