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Come recita il titolo, il thread riguarda i muri di sostegno a mensola con tallone tergale e, nello specifico, la determinazione della spinta attiva. In particolare la determinazione della spinta attiva da impiegare nelle verifiche geotecniche del muro (scorrimento e portanza del terreno fondale) e in quelle di stabilità come corpo rigido (stabilità al ribaltamento).
Nella chat si è sviluppata una discussione di cui mi piacerebbe lasciare traccia e alla quale gradirei venisse dato seguito.
Per esempio si legge questo quesito:CITAZIONE16/11 18:53 Salvatore A.: quindi da ora in poi passi alla scuola del triangolo?
Non credo sia una questione di scuola. Piuttosto, sfogliando il testo EARTH PRESSURE and EARTH-RETAINING STRUCTURES, di Clayton, Woods, Bond e Milititsky (ma anche, per esempio, Numerical Study Of Earth Pressure Distribution Behind Cantilever Retaining Walls di Wong Ka Hou), mi pare di capire che sia la lunghezza del tallone a fare da discriminante.
Quanti abbiano più chiara di me la questione, sono invitati a contribuire.
Grazie.. -
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Il coefficiente di spinta attivo nei due casi è diverso.
Per confrontare i due casi occorre condurre delle simulazioni.
Inoltre, nei confronti delle verifiche al ribaltamente e allo scorrimento, se da un lato, considerando il triangolo solidale al muro anzichè il rettangolo, veniamo a perdere il contributo del peso gravante sull'ala interna, dall'altro veniamo a guadagnare la componente verticale della spinta che agische proprio sulla ciabatta ed è equilibrante.
A mio parere i due schemi alla fine si equivalgono o differiscono di poco.
PostScriptum. ti prego si non quotare Salvatore nei post. Il suo parere non conta ed è sempre meglio tenerlo fuori dalle questioni d'ingegneria.
Al suo primo intervento in questo topic io mi taccio. Chiaro?. -
.Il coefficiente di spinta attivo nei due casi è diverso.
Per confrontare i due casi occorre condurre delle simulazioni.
quoto afazio ed aggiungo anche che per un corretto confronto bisogna usare in ambo i casi la stessa teoria, perché - per quanto sembra dall'illustrazione - le figure che schematizzano i due casi sono costruite la prima con rankine e la seconda con coulomb.
nella figura di sinistra, infatti, l'inclinazione della spinta rispetto alla normale è pari a beta, cioè all'angolo di declivio del terrapieno di monte, ipotesi specifica della teoria di rankine.
nella figura di destra, invece, l'inclinazione della spinta rispetto alla normale è pari a delta, cioè all'angolo di attrito terra-muro, ipotesi specifica della teoria di coulomb. preciso che, in questo caso, la superficie di separazione tra i due cunei non è tra terra e muro, ma tra terra e terra, quindi delta (che usualmente viene assunto pari ai 2/3 di phi, angolo di resistenza a taglio) vale proprio phi.
concordo con 4p sul fatto che la lunghezza della suola di monte è una discriminante poiché, in effetti, c'è un limite al valore che può essere assunto dall'angolo alfa di inclinazione del paramento interno. nei casi pratici però ciò non avviene mai, perché richiederebbe un volume di scavo molto maggiore del necessario, con incremento dei costi sia di scavo che di riempimento, oltre al problema di dover contenere un fronte di scavo più alto. anzi, non è infrequente addirittura il caso che la suola interna sia del tutto assente, sostituita da uno scavo a sezione obbligata approfondito entro il piano di posa (il "famigerato" dente, tanto osteggiato) pari allo spessore del muro in modo da far partire i ferri verticali da una quota inferiore.. -
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Ci manca una verifica globale di stabilità del pendio nella valutazione del tallone grosso o piccolo visto che c'è beta . O col Dente. Da lì si vede come è meglio mettere le spinte. Se parliamo di muri di una certa importanza ovviamente. Nn i muri di scantinato.
Sopraripa o sottoripa? Il. Carico stradale o altro dove sta? Sono variabili essenziali per progettare.. -
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il dente, a mio parere, va sempre a monte.
messo a valle ti consente solo di avvalerti di un "misero" contributo di spinta passiva, messo a monte "equivale" ad aver inclinato il piano di posa: si crea cioè - giocoforza - una superficie di scorrimento inclinata tra la punta del dente e la punta della soletta di valle. in pratica, un secondo triangolo.. -
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Solo relativo al dente di fondazione.
Personalmente, quoto Reversi per il posizionamento a monte e non a valle dello stesso.
Ai fini del calcolo, però, generalmente TUTTO il piano fondale del costruendo muro di sostegno ha giocoforza rimaneggiato il terreno di posa per la costituzione delle casserature, ecc., per cui il dente - che sicuramente contribuisce allo scorrimento - in tale verifica non ne considero mai il contributo, perchè geotecnicamente su quel terreno non mi pare idoneo stabilire "giudiziosamente" caratteristiche e parametri: come assegnarli? e non è detto che il piano di scorrimento sia inclinato e passante per i due punti estremi.
Sarò TROPPO cautelativo?
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Guardo i muri progettati da altri e mi lascio prendere dall'invidia: come avranno fatto a farli verificare a scorrimento e ribaltamento se a me quelle verifiche non tornano mai?
Ormai qualunque sia il terreno, la configurazione geometrica, dente si/no, carichi e sovraccarichi, "scuola" triangolo/rettangolo, già so che se non faccio la larghezza della base del muro almeno pari all'80% della altezza di spinta non ne posso uscir fuori.. -
.il dente, a mio parere, va sempre a monte.
messo a valle ti consente solo di avvalerti di un "misero" contributo di spinta passiva, messo a monte "equivale" ad aver inclinato il piano di posa: si crea cioè - giocoforza - una superficie di scorrimento inclinata tra la punta del dente e la punta della soletta di valle. in pratica, un secondo triangolo.
Sì reversi, anche i cugini confermano
(Trad. automatica)
A volte, la stabilità scorrevole del muro richiede il posizionamento di una vanga sotto il basamento.
Questo può essere posizionato anteriormente (Fig. 5.3) o posteriormente alla suola (Fig. 5.4), oa volte anche come prolungamento del velo (Fig. 5.5).
Questa vanga, gettata sempre a scavo pieno senza cassero, il primo caso (Fig. 5.3) può sembrare interessante perché permette al basamento di essere completamente privo di gelo.
Ma quando si apre lo scavo a vanga, c'è il rischio di decompressione del suolo nella zona dove è maggiormente sollecitato.
Inoltre, c'è anche il rischio di vedere, dopo la costruzione del muro, l'arresto davanti alla vanga rimosso dai lavori di sterro (apertura di una trincea per la posa di un tubo, ad esempio).
Il terzo caso (Fig. 5.5), poco utilizzato, è comunque interessante perché consente un agevole rinforzo dell'incasso del muro sul plinto estendendo nella vanga la rete elettrosaldata formante gli acciai in attesa.
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.Solo relativo al dente di fondazione.
Personalmente, quoto Reversi per il posizionamento a monte e non a valle dello stesso.
Ai fini del calcolo, però, generalmente TUTTO il piano fondale del costruendo muro di sostegno ha giocoforza rimaneggiato il terreno di posa per la costituzione delle casserature, ecc., per cui il dente - che sicuramente contribuisce allo scorrimento - in tale verifica non ne considero mai il contributo, perchè geotecnicamente su quel terreno non mi pare idoneo stabilire "giudiziosamente" caratteristiche e parametri: come assegnarli? e non è detto che il piano di scorrimento sia inclinato e passante per i due punti estremi.
Sarò TROPPO cautelativo?
Che dire, in fondo anche in "Ouvrages de soutènement - MUR 73" (ristampa parziale del 1988) si legge...
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