Il Bar dell'Ingegneria

Su Morandi

Quello che diceva l'Ing. Riccardo, quel che si dice oggi

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    CITAZIONE (Alessandro Noris @ 11/11/2018, 23:35) 
    Sono arrivato per caso sul vostro forum, ho letto quasi tutto e mi sono meravigliato che a nessuno sia venuto da pensare che l'energia elastica di un insieme di trefoli che in sezione sono come un cilindro di acciaio di 30 centimetri di diametro, lungo 170 metri , che pesa quasi 100 tonnellate , se posto in trazione con 10000 ton si allunga di almeno un metro e se si spezza libera un energia cinetica pari a una cannonata con un forte colpo di rinculo.....capace di demolire sia l'antenna dove passavano i trefoli dello strallo che la campata alla quale erano fissati . non sono riuscito a iscrivermi al vs forum comunque mi chiamo Noris Alessandro email: [email protected] Grazie

    Sicuramente nel crollo si sono sviluppate azioni dinamiche notevolissime, infatti il calcestruzzo degli stralli, anche a seguito di questo “colpo di cannone”, si è letteralmente sbriciolato.
    Tuttavia, se ipotizziamo il cedimento di uno degli stralli, queste componenti si sono semplicemente sommate ad una situazione statica estremamente gravosa e sbilanciata, già di per sé insostenibile (per conformazione strutturale ed armatura).
    Alla perdita di una qualsiasi delle 4 sospensioni, lo schema in questione, non è in grado di attivare meccanismi resistenti alternativi e/o ridistribuzioni di carico efficaci. Pertanto, quando già le semplici equazioni di equilibrio entrano in difetto, i problemi dinamici passano in secondo piano (Sono un di più non una causa!).

    Questo è il motivo per cui nei post precedenti, se escludi il caso della rottura della trave tampone, non trovi grandi accenni agli effetti di rimbalzo ed ai colpi di frusta.
     
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    CITAZIONE (Marcello Savorani @ 12/11/2018, 11:32) 
    Chissà se si riesce ad OTTENERE QUESTA RELAZIONE DI CALCOLO DI MORANDI. Sarebbe una lettura interessante ed esaustiva e credo contenga molte informazioni per raffrontare gli interventi di cui alcuni molto discutibili che hanno cambiato o meglio indotto variazioni allo schema originale.

    Purtroppo, a quanto ne so, non è mai stata resa pubblica e credo non ci siano neanche stralci su riviste di settore.

    Esiste, ben rilegata, in qualche archivio (ho visto le foto), ma ora sarà classificata ai fini delle indagini, quindi inaccessibile.

    I calcoli dei telai sono stati validati su modello ISMES, sia dal punto di vista statico che dinamico. Resta da capire come Morandi (o chi per Lui) abbia progettato/verificato le singole sezioni: qui potrebbero sorgere le vere sorprese, soprattutto in rapporto a quanto poi effettivamente costruito.
     
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    Il link "giusto" con l'articolo del Sole è questo:
    https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/20...l?uuid=AEWRlTLH

    La notizia vera, davvero inattesa, è che la rottura dei trefoli non è avvenuta nelle zone corrose bensì nelle zone sane.
    Le 3 fotografie allegate sembrano confermarlo.

    Il resto dell'articolo, probabilmente, è solo un collage di illazioni del giornalista
     
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    CITAZIONE (wapi51 @ 26/1/2019, 23:58) 
    Il link "giusto" con l'articolo del Sole è questo:
    www.ilsole24ore.com/art/notizie/20...l?uuid=AEWRlTLH

    La notizia vera, davvero inattesa, è che la rottura dei trefoli non è avvenuta nelle zone corrose bensì nelle zone sane.
    Le 3 fotografie allegate sembrano confermarlo.

    Il resto dell'articolo, probabilmente, è solo un collage di illazioni del giornalista

    E qui c'è l'articolo del Corsera, che presenta la questione dal punto di vista Accusa-Difesa, con qualche piccola indiscrezione (trovati corpi estranei cementati nei reperti):

    www.corriere.it/cronache/19_gennai...l?refresh_ce-cp
     
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    CITAZIONE (lisa_camayana @ 28/1/2019, 10:44) 
    trovati corpi estranei cementati nei reperti

    sarà il classico cadavere...
     
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    Come volevasi dimostrare... gnaffo ha le idee (anzi le tesi) ben chiare...

    Comunqe provo a rispondere a gnaffo per chi volesse intendere (ah però a gnaffo voglio dare ragione quando cita:

    CITAZIONE (gnaffo @ 30/1/2019, 08:48) 
    leggendo in altri foum sono stato colpito da questo ragionamento

    CITAZIONE
    Nella scienza funziona così: una persona competente, che si è fatta un culo della madonna a studiare una cosa, avanza una tesi producendo materiale di qualità (con esperimenti e calcoli) e poi qualcuno di altrettanto competente risponde con altri calcoli o esperimenti.
    I complottisti si immaginano le cose e poi pretendono che qualcuno smonti scientificamente le loro fantasie... e dopo che qualche persona competente, in un momento di noia, risponde a una qualsiasi delle loro fantasie, la riempiono con un camion di merda. Dopo che hai spalato anche il camion di merda, ne arriva subito un altro, giusto il tempo di immaginare altre cazzate ed è fatta.
    Questo è il motivo per cui gli scienziati in generale non danno retta ai complottisti. Magari in un momento di noia li degnano di attezioni, poi li lasciano per il loro brodo, a produrre fantasie dentro la loro echo chamber.

    io non penso di essere un complottista nel senso negativo del termine come so di non essere competente come chi ha studiato (in quell'argomento).

    Pero' sento che questo atteggiamento di chiusura non fa bene ne agli studiosi ne ai normali cittadini che, consapevoli di non potersi completamente fidare dei media, cercano faticosamente di capire.

    Credo che un buon compromesso sia quello che faticosamente gli "scienziati" dovrebberro cercare di rendere comprensibili concetti piu' complicati e che umilmente le persone normali accettino i loro limiti (dovuti non a differenze biologiche ma a percorsi formativi diversi) avendo FIDUCIA (non fede) negli interlocutori specializzati.
    Alla fine sono le persone che fanno la differenza, le persone trovano sempre un modo di dialogare.

    ...

    E esattamente vero ciò che dice l'anonimo citato da gnaffo, provato per esperienza diretta su temi molto ma molto meno controversi (e controvertibili) di un misterioso crollo di una infrastruttura principale dello Stato...

    Comunque per chi vuole sforzarsi di cambiare idea, direi che ciò che a qualche metro di distanza sembra un taglio netto, magari visto da vicino non ci assomiglia affatto (oooppps l'avevo già detto!) ...
    Poi già noi altri ci eravamo scandalizzati (giustamente) per le fratture pressocché orizzontali di diversi di questi elementi portanti sottoposti (di norma) a compressione da peso strutturale, che evidentemente con forze non verticali avevano ceduto (ahimè) lungo le cosiddette "superfici di ripresa del getto" (cosa che può accadare, ma evidenzia che il costruttore non ha fatto bene i getti).
    Infine ripeto, se tali tagli fossero tanto netti da essere attribuibili a tagli con dischi diamantati, non è lecito pensare che qualche pompiere avrebbe per lo meno sollevato il problema? O forse sono tutti (decine di uomini che si sono alternati in turni per diversi giorni) coinvolti nel complotto?

    Invece vorrei chiedere a Marcello Savorani riguardo al suo intervento:

    CITAZIONE (Marcello Savorani @ 30/1/2019, 12:20) 
    Premessa: dopo aver raccolto diversa documentazione sia tecnica che fotografica e soprattutto sullo "steccato in sommità" mi è abbastanza chiaro come siano i particolari costruttivi della sella (ho trovato anche un particolare su di un libro americano). Anche grazie al vostro contributo su cui avete fatto chiarezza su come poteva esser stato realizzato.

    Domanda: MORANDI PARLA DELLA PRECOMPRESSIONE DEL TRASVERSO OLTRE A CITARE LE DIFFICOLTA' INERENTI IL PESO TOTALE DI 509 TONNELLATE RAGIONE PER CUI HA REALIZZATO UN TRASVERSO DI ALTEZZA DI 1 METRO SU CUI HA ANCORATO I CAVI INTERNI E RELATIVA TESATURA (PARZIALE, RITESATI SUCCESSIVAMENTE A GETTO COMPLETATO DELLA SECONDA PARTE DI TRASVERSONE). SUCCESSIVAMENTE POSA I CAVI ESTERNI ANCORATI IN SOMMITA' AL TRASVERSONE DELLA PILA E LI TESA ALLE PIASTRE SITUATE NEL TRASVERSONE D'IMPALCATO.

    LE PIASTRE DI ANCORAGGIO DEI CAVI ESTERNI SI FERMANO PRIMA E SI EVIDENZIANO CHIARAMENTE NELLA TERZA SEZIONE DELL'ESECUTIVO DELLO STRALLO. INOLTRE SI TROVA CONFERMA NELLE FOTO DELLA SCARIFICAZIONE DEL CLS STRALLO SISTEMA 11.

    NELLO SCHEMA DEL RETROFITTING DEL SISTEMA 11 SI VEDONO DEI FERRI CHE SONO SITUATI IN SENSO TRASVERSALE ALL'ASSE LONGITUDINALE OSSIA LUNGO IL TRASVERSO.
    SI TRATTA DI UN'ARMATURA ATTA A DISTANZIARE I CAVI PRIMARI? OPPURE SI TRATTA DELLA PRECOMPRESSIONE TRASVERSALE? NON VI E' MENZIONE NELLO SCHEMA.

    INOLTRE AVETE NOTATO I TREFOLI FUORIUSCIRE DAL TRASVERSO NELLA FOTO DELLA PARTE DI IMPALCATO INCASSATA NEL TORRENTE POLCEVERA? QUESTI TREFOLI (PARE) SIANO LUNGO IL TRASVERSONE. L'ARMATURA DI PRECOMPRESSIONE DI QUELLA PARTE D'IMPALCATO SI TROVA SOLO ALL'ESTRADOSSO ED E' LONGITUDINALE.

    INOLTRE L'IMPALCATO DEMOLITO E' PROPRIO SEZIONATO A META' LUNGO L'ASSE LONGITUDINALE.

    GRAZIE SE QUALCUNO RIUSCIRA' A CHIARIRMI QUESTO DUBBIO.

    Domani andrò al convegno e mi hanno confermato di poter parlare con il responsabile per il discorso relazione di calcolo.

    PS
    Non io ma un'altra persona che fa parte di un comitato di genova ha parlato con la professoressa Iori.

    Il particolare del tubo di eternit, afferma la professoressa, dovrebbe essere parte di un brevetto e secondo lei mai utilizzato nel progetto del ponte morandi.

    PonteMorandi-Retrofitting-Sistema-11

    SE APRITE L'IMMAGINE IN NUOVA SCHEDA SI VEDE MOLTO CHIARAMENTE LA PARTE RELATIVA AI TREFOLI SUL TRASVERSO.

    MorandiBridgeCollapse-Img-004

    Ho allegato tutti i documenti di retrofitting reperibili comprese le ultime foto scattate in HD.

    Grazie

    www.mediacrypt.cloud/public/Morand...-2019.01.08.pdf

    Cosa ti possiamo rispondere? Non abbiamo certezze, analizziamo fotografie, ma mi pare che eravamo concordi un po' tutti sui seguenti punti:

    in sommità di antenna i dubbi sul metodo costruttivo sono molteplici, ma mi sembra che supponevamo di avere una sella in sommità dove tutti i cavi semplicemente poggiavano passandoci sopra essendo ancorati a livello di impalcato...
    Mi pare che nelle foto del costruzione del ponte Rafael Urdaneta questo processo fosse meglio documentato (che poi a Genova si sia usato il solito metodo costruttivo per quel dettaglio non è certo...).
    Gli stralli secondari, ovvero esterni, ovvero di precompressione della "guaina" di cemento dello strallo, a mio vedere furono tesati per comprimere il CAP dello strallo e poi (per la serie dato che sono già lì, usiamoli a rinforzo) forse collegati al traverso di impalcato (o forse no).
    Certo è che questi stralli secondari dovevano concettualmente solo precomprimere il CAP dello strallo, non sostenere l'impalcato, quindi non era obbligatorio collegarli all'impalcato...
    I ferri in senso trasversale nel nodo strallo/traverso di impalcato cosa sono, se ci sono? Non so, non si sa.
    Come ci fece notare Lisa e si vede nella foto fa te linkata, il traverso di impalcato è vuoto al suo interno, e non vedo che problemi ci sia a pensarlo a sua volta realizzato in CAP con trefoli di tensionamento posti verso il basso (quindi all'intradosso del parallelepipedo del traverso di impalcato) considerando l'orientamento alto/basso modificato nei sensi della direzione dello strallo. Gli stralli erano leggermente convergenti verso il centro dell'asse viario andando verso la sommità, quindi ha senso precomprimere il traverso di impalcato con i cavi che evidenzi nella foto. (Questo tutto a mio parere, gli strutturisti approvano?)

    L'impalcato (o meglio ogni concio di impalcato) aveva vari sezioni adiacienti disposte nel senso dell'asse viario con relativi setti in CA (purtroppo sembra fin troppo sottili) (quattro o cinque?), per cui pare che ne abbiano demoliti alcuni fermandosi all'ennesimo setto separatore, momento nel quale è stata scattata la foto (almeno questa è la mia interpretazione).
     
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    CITAZIONE (Marcello Savorani @ 30/1/2019, 16:56) 
    ...
    Ti ringrazio, abbi pazienza ma sto leggendo tutte le pagine del forum a cui sono approdato successivamente e quindi può essere che mi sia perso qualche considerazione.

    La lettura dei commenti è stata molto utile in quanto avete analizzato l'aspetto strutturale e non solo quindi sono rimasto agevolato nel comprendere alcune peculiarità del progetto.

    Ho posto questa domanda perchè ho notato diversi interrogativi posti ed evidenziati in alcuni studi proprio a riguardo del trasversone.

    Leggendo la Relazione di Progetto di Morandi (pagina 6 e pagina 7) viene menzionata la precompressione trasversale oltretutto adottata nel consolidamento strutturale del Wadi Kuf come mi ha spiegato in alcuni post Codacci Pisanelli.

    Rileggendo bene la pagina 7, Morandi specifica che la precompressione trasversale è avvenuta in due fasi. La prima quando è indurito il getto di 1 ml. La seconda dopo il getto finale del trasversone.

    Mi chiedo solo come è avvenuta la ri-tesatura dei cavi di precompressione di esercizio della travata. Si trovano nei setti.

    Ora mi è chiaro, ti ringrazio molto.

    Ti dico come l'ho capita io la pagina 7 della Relazione di Progetto di Morandi:
    l'impalcato, nella parte che va dalla puntone di cavalletto al traversone degli stralli, è stato realizzato in conci di 5,5 m l'uno, tenuti in posizione da cavi di precompressione provvisori tesati sopra l'impalcato stesso a non più di un metro d'altezza. Arrivati al traversone di impalcato, hanno gettato un concio di 1 m di lunghezza, alto non quanto l'impalcato ma solo 1 metro, ovvero sotto al fondo del traversone, dove sono stati vincolati in "6 setti" (centrali, ovvero non alle estremità) degli altri tiranti provvisori, che però (solo questi ultimi) passavano sulla sommità dell'antenna.
    Fatto il traversone completo, hanno posto in esercizio i tiranti definitivi (facendo loro scavalcare l'antenna alle estremità della stessa) ovvero detti stralli primari.
    La mensola a sbalzo realizzata oltre il traversone, sempre in conci di 5,5 m ha provveduto col suo peso a mettere in (ulteriore?) tensione gli stralli primari.
    Si sono poi tesati i (pochi) cavi di precompressione longitudinale dell'impalcato.
    Sono stati levati tutti i tiranti provvisori (anche quelli nei setti che scalvalcavano l'antenna).

    Io la capisco così, perché a mio avviso così è scritto, se poi così è stato davvero fatto, beh non si può esser certi neppure di questo (ahimè).
     
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    CITAZIONE (Marcello Savorani @ 30/1/2019, 20:24) 
    Construcción de puentes de hormigón pretensado, de gran luz, con tirantes homogeneizados

    Codacci Pisanelli (Allievo di Morandi):

    Un giorno in studio Morandi

    Nell'aprile del 1982 ero in biblioteca nella sala centrale dello studio di Viale Rossini; entrò il Professore con una rivista in mano relativa al Ponte di Maracaibo. Si sedette tra me e il plastico del Wadi Kuf - il suo ponte preferito - e disse più o meno queste parole:

    "Vedi ragazzo mio, non mi hanno dato retta, non hanno voluto utilizzare lo strallo precompresso ed ora pagano tutto!

    Guarda le foto in questa rivista, già si vedeva allora l'inizio della ossidazione, ora quei cavi in acciaio nudo hanno una sezione residua media del 90% e sai bene che la resistenza la devi calcolare non per quella percentuale, come potresti pensare in un primo momento, ma per il minimo di area di ciascun cavo. Ed anche in questo caso non saresti prudente perché a causa delle differenti rigidezze la rottura avviene non contemporaneamente nei diversi cavi. Avrai quindi una progressione nella rottura dei cavi con bassissima azione complessiva nel tirante!

    La corrosione è una brutta bestia e altera l'equilibrio tra i cavi. Le rotture cominceranno in modo distinto nelle sezioni più ristrette e con lunghezze di strizione pressoché inesistenti; anzi totalmente inesistenti perché avrai di fatto solo rotture fragili per fatica.

    Con il 90% dell'area media puoi quindi avere la rottura improvvisa del tirante per una azione complessiva irrisoria!"

    "SI, più o meno ho capito, ma lo strallo precompresso che non hanno voluto utilizzare cosa c'entra?" domandai dopo che con qualche difficoltà avevo seguito il ragionamento.

    "Vedi ragazzzo mio il tirante precompresso, me lo ha insegnato la natura. È come l'arbusto della pianta del loto nei cui cavi naturali puoi porre 4 fili paralleli di piccola sezione, ricavati dallo stesso filo estratto dalla corteccia. Se li porti in trazione comprimendo la corteccia non avrai carico di punta, la struttura avrà una rigidezza superiore a quella dei singoli fili, non avrai fatica e se la tensione dei fili è corretta, quella d'insieme del guscio sarà pari a 4. Ma se la tensione è tra loro diversa la rottura avverrà per il valore di 1."

    "Vedi i cavi nei tiranti precompressi sono analoghi, perfettamente iniettati, privi di ossidazione, protetti e soggetti a cicli di fatica praticamente inesistenti. La loro capacità portante è quindi sempre del 100%."

    "Si" gli dissi "ma se non fossero iniettati avrebbero lo stesso problema di quelli di Maracaibo."

    "È vero" disse il Professore " ma proprio per questo motivo le imprese costruttrici devono essere della massima fiducia come quella del Conte Vaselli che ha realizzato l'Ansa della Magliana o Condotte che ha costruito il Polcevera; l'acciaio in trefoli é poi di Falck, la migliore acciaieria d'Italia. La Direzione Lavori è stata dell'ANAS, ha impegnato i migliori ingegneri e c'è assolutamente da fidarsi.

    Vedi nel tirante precompresso i cavi di prima fase non sono ispezionabili e se non fossero iniettati perfettamente sarebbe un grande tradimento nei confronti del progettista.

    Ai voglia a prescrivere controlli e manutenzioni delle diverse strutture del ponte, non ci sarebbe nulla da fare.

    A causa della corrosione, che sui trefoli non perdona, si comporterebbero come i cavi scoperti di Maracaibo. E avresti la rottura fragile per bassissimi valori di tensione.

    Ma la carenza di iniezione nei cavi, come ti ho detto é una ipotesi che non esiste sarebbe un gravissimo tradimento perché significherebbe lasciare incompleto il lavoro con un gravissimo vizio costruttivo.

    Se i trefoli non fossero iniettati, a seguito della corrosione potrebbe avvenire il cedimento anche senza il transito di alcun carico. Per Maracaibo, per il Magdalena e per il Wadi Kuf no, perché lì la temperatura è pressoché costante; per la Magliana e il Carpineto nemmeno perché sono isostatici, ma per il Polcevera, che è a Genova nella mia città di origine, il differenziale termico tra il cassone dilatato per surriscaldato in un giorno di calda estate ed il tirante a temperatura decisamente inferiore dopo una fredda alba, seguita da una prolungata fredda pioggia potrebbe portare al collasso."

    Poi concluse:

    "Ragazzo mio, crescerai e diventerai un grande ingegnere.
    Conoscerai i ponti strallati a tiranti omogenei come pochi. Lavorerai in lontani cantieri ai quattro angoli del mondo; parlerai nei più grandi consessi internazionali, ma ci sarà sempre qualcuno che penserà:
    Italiano, suonatore di mandolino!
    Ed anche in Italia avrai delusioni e tradimenti ma ti auguro di non averli mai dall'impresa che costruisce i ponti che tu hai progettato.

    Questa rivista tienila, è in spagnolo ma la capirai e te ne ricorderai."

    Ho consegnata la rivista assieme ad altri documenti i primi di settembre alla Commissione MIT che mi ha voluto ascoltare. Spero possano essere utili ad identificare le cause del crollo.

    Marcello ma questa che riporti nel tuo post, cos'è? Un'intervista fatta alla stampa e pubblicata da qualche parte? Se si, dove? O è un testo autobiografico? Se si, il titolo e l'editore! Oppure una libera dichiarazione da te raccolta e "relata refero" qui riportata a memoria, oppure sbobinata? O che altro?
    Guisto per documentare le fonti, per mia pignoleria.
     
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    Diciamo che la testimonianza è impressionante ( a mio modo di vedere) se ci si concentra su questo parte:
    CITAZIONE
    "Vedi nel tirante precompresso i cavi di prima fase non sono ispezionabili e se non fossero iniettati perfettamente sarebbe un grande tradimento nei confronti del progettista.

    Ai voglia a prescrivere controlli e manutenzioni delle diverse strutture del ponte, non ci sarebbe nulla da fare.

    A causa della corrosione, che sui trefoli non perdona, si comporterebbero come i cavi scoperti di Maracaibo. E avresti la rottura fragile per bassissimi valori di tensione.

    Ma la carenza di iniezione nei cavi, come ti ho detto é una ipotesi che non esiste sarebbe un gravissimo tradimento perché significherebbe lasciare incompleto il lavoro con un gravissimo vizio costruttivo.

    Se i trefoli non fossero iniettati, a seguito della corrosione potrebbe avvenire il cedimento anche senza il transito di alcun carico. Per Maracaibo, per il Magdalena e per il Wadi Kuf no, perché lì la temperatura è pressoché costante; per la Magliana e il Carpineto nemmeno perché sono isostatici, ma per il Polcevera, che è a Genova nella mia città di origine, il differenziale termico tra il cassone dilatato per surriscaldato in un giorno di calda estate ed il tirante a temperatura decisamente inferiore dopo una fredda alba, seguita da una prolungata fredda pioggia potrebbe portare al collasso."

    la si unisce alle dichiarazioni dell'Ing. Calzona (https://youtu.be/Jb4Hb9V8N4I)
    la si incrocia con i calcoli simulativi sulle frequenze proprie gli stralli con più o meno iniezione fatti qui da Paolo Rugarli, ecco che dire:
    sconvolgente !

    Aggiungerei soltanto una cosa, ho appena visto un video del 1981, intervista dell'Università di Firenze all'Ing. Riccardo Morandi sul gruppo facebook da te Marcello linkato in precedenza...
    Ecco dunque da quell'intervista, a me, che avevo "accusato" Morandi di aver voluto osare troppo col Polcevera, l'Ing.Morandi ha dato l'impressione di essere un uomo forte della sua esperienza di progettista, ma non per ciò supponente, anzi coscienzioso ed attento, con un'intima preoccupazione di far tutto il possibile per tutelare i lavoratori che realizzavano i suoi progetti, difatti dice al minuto 3 circa dell'intervista :
    "[Morandi si riferisce ai carpentieri e alle maestranze che costruivano le sue opere] un sentimento di grande gratitudine per queste persone che volavano nello spazio per realizzare quello che era il mio pensiero. Volavano nello spazio e le ho sempre guardate con il cuore un po' stretto, sempre nella speranza di aver pensato a tutto [...] perché nulla avvenisse [cioè che non avvenissero infortuni]."
    Forse lo hanno davvero "gravissimamente tradito"...
     
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    "È vero" disse il Professore " ma proprio per questo motivo le imprese costruttrici devono essere della massima fiducia come quella del Conte Vaselli che ha realizzato l'Ansa della Magliana o Condotte che ha costruito il Polcevera; l'acciaio in trefoli é poi di Falck, la migliore acciaieria d'Italia. La Direzione Lavori è stata dell'ANAS, ha impegnato i migliori ingegneri e c'è assolutamente da fidarsi.

    Quindi Morandi non pensò mai che quei trefoli non fossero iniettati, o iniettati male. A Camomilla egli espose preoccupazioni sul ponte sul Polcevera, dicendo che c'erano cose che non gli tornavano, comportamenti inattesi. E nemmeno allora pensò che, forse, qualcosa non fosse stato realizzato come da suoi progetti.
    Nessun dubbio che potesse avere lui sbagliato qualcosa? Pare di no, perchè poi:

    CITAZIONE
    "Ragazzo mio, crescerai e diventerai un grande ingegnere.
    Conoscerai i ponti strallati a tiranti omogenei come pochi. Lavorerai in lontani cantieri ai quattro angoli del mondo; parlerai nei più grandi consessi internazionali, ma ci sarà sempre qualcuno che penserà:
    Italiano, suonatore di mandolino!
    Ed anche in Italia avrai delusioni e tradimenti ma ti auguro di non averli mai dall'impresa che costruisce i ponti che tu hai progettato.

    Frase poco comprensibile. "Conoscitore dei ponti a tiranti omogenei". Categoria a cui solamente Morandi apparteneva. Primeggiava in quel campo essendo l'unico a gareggiarvi?

    Onestamente tutto il discorso, il racconto, gli ammonimenti, mi paiono da "vecchio".
     
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    CITAZIONE (Marcello Savorani @ 31/1/2019, 18:29) 
    Ho trovato molti riscontri analizzati in questo gruppo.

    Infatti, a parte l'intervento della Marandola e qualche pagina sfocata della Relazione di calcolo, non ho sentito e visto nulla di nuovo e/o di particolarmente eclatante.
    Almeno, nulla che non fosse già stato discusso qui, in modo anche più approfondito.
    Comunque su Ingenio trovate la registrazione, giudicate Voi...
     
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    Lisa: non trovo il link... bisogna per caso essere registrati ad Ingenio per visionare la registrazione?
     
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    CITAZIONE (TDoes @ 31/1/2019, 22:08) 
    Lisa: non trovo il link... bisogna per caso essere registrati ad Ingenio per visionare la registrazione?

    Era in diretta Facebook, se non l'hanno tolto è qui:

    https://t.co/MmwumXJIU7

    https://t.co/97LDdrd4rC
     
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    Avevo consultato il sito web, non avevo pensato a facebook... grazie del pronto chiarimento e dei link.
     
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    Ora qualche complottista di passaggio andrà a nozze...

    Ma poco importa, essendo il mio post esclusivamente incentrato alla sequenza di collasso e NON al suo innesco fisico.

    Si tratta evidentemente di un ponte in acciaio, del tipo tralicciato, ma anche questo al momento è irrilevante.

    Guardate cosa succede alla parte sinistra della campata durante la fase cinematica.

    Osservate come la travata libera di ruotare cade in asse, spezzandosi e ribaltandosi su se stessa. In particolare osservate la rotazione di 90° del troncone centrale quando ormai è quasi a terra.

    Curioso vero? Vi ricorda per caso qualcosa?



    Ar-test

    Edited by lisa_camayana - 3/2/2019, 22:00
     
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