Il Bar dell'Ingegneria

Su Morandi

Quello che diceva l'Ing. Riccardo, quel che si dice oggi

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    CITAZIONE (wapi51 @ 10/9/2018, 23:29) 
    Condivido, copio e incollo parte di un post che ho scritto 2 settimane fa su un altro forum

    La questione fulmine, per me, è uno dei tanti misteri; fin dall’inizio; visto che molti parlavano di fulmini, ho cercato di trovare sulle pile qualche dispositivo di captazione (parafulmine, gabbia Faraday) e le relative calate sui fianchi delle pile (mi sembra impossibile che abbiano usato i ferri; come garantire la continuità elettrica per 90 metri ??). Non ho mai visto NULLA sulle pile 9 e 10 (mentre qualcosa sembra intravedersi sulla pila 11), ne dalle riprese con elicottero, con drone, con Google Earth, ecc….
    Sinceramente mi sembra incredibile che non ci sia nulla Le vecchie tavole Cei sulla densità dei fulmini danno a Genova 4 fulmini all’anno per chilometro quadrato: in 50 anni sono state parecchie le sberle che si sono prese le 3 pile !!

    Sul discorso fulmine mi sono un po' documentata, questi stralci mi sembrano interessanti:

    "II danno provocato dal fulmine ha quindi una caratteristica peculiare: la grande quantità di energia termica e meccanica generata, in grado di distruggere qualsiasi oggetto che si trovi sul suo percorso."

    "Quando un fulmine colpisce una struttura costruttiva in cemento armato, la corrente segue l’armatura in acciaio, cioè il tragitto che offre la minor resistenza, causando la distruzione del calcestruzzo circostante con effetti simili ad una esplosione con il distacco, sbriciolamento (spalling) e proiezione di frammenti;"

    Qui l'articolo completo: https://fireinvestigationitaly.wordpress.c...rici/i-fulmini/

    Questo è ancora più esplicito:

    "Effetti e danni provocati:
    La caduta di un fulmine può provocare sulle strutture colpite diversi effetti e precisamente:
    Termici. L'energia sviluppata da un fulmine ha la capacità di fondere materiali metallici, provocare l'incendio di materiali combustibili o infiammabili, etc. L'altissima temperatura può sgretolare un albero, facendo evaporare la linfa e, a volte, riesce a fondere la sabbia, trasformandola in schegge di vetro.
    Meccanici. Il passaggio di corrente determina sforzi elettrodinamici di entità direttamente proporzionale al quadrato del valore della corrente e inversamente proporzionale alla distanza fra i conduttori. Queste sollecitazioni possono provocare la rottura degli ancoraggi, degli elementi dell’impianto di protezione esterno (parafulmine, ecc.) e dei corpi metallici della struttura. Una corrente di 100 KA (superata dal 5% dei fulmini) provoca su due conduttori paralleli, lunghi 1 metro, una forza di 4 KN se distano 50 cm; di 400 KN se distano 0,5 cm. Forze di questo tipo sono infatti in grado di schiacciare un cavo multipolare, provocando l’estrusione dell’isolante con conseguente corto circuito tra i conduttori.
    Chimici. Le forti scariche causano la formazione di ozono e di composti nitrici tramite l'ossidazione dell'azoto. In quest'ultimo caso è come se nel suolo fossero iniettate gigantesche quantità di materie azotate.
    Elettromagnetici. Le scariche sono accompagnate da forti emissioni di onde elettromagnetiche che producono disturbi nelle trasmissioni radio, in particolare nel campo delle onde lunghe e medie. Le sovratensioni indotte nelle linee elettriche e telefoniche possono causare danneggiamenti nelle apparecchiature collegate, in particolare di quelle elettroniche."


    Il riferimento è questo: http://studiobierre.it/FULMINI1.HTM

    In quest'altro documento ci sono le formule che permettono di calcolare le variazioni di temperatura e le forze in gioco: https://www.dehn.it/sites/default/files/up..._chapter_02.pdf

    Ashampoo_Snap_mercoled_12_settembre_2018_17h34m49s_001

    E' interessante notare che in Unione Sovietica (quando era CCCP), negli anni '60, si usava proprio l'effetto termico prodotto dalla corrente per provocare l'allungamento dei trefoli di precompressione.

    Era un sistema rapido ed economico per produrre elementi pretesi; fu successivamente abbandonato poichè non permetteva di quantificare con precisione la forza di coazione.

    Ovviamente vale l'effetto inverso: un improvviso ed intenso aumento della temperatura in un'armatura da CAP, avrebbe come effetto una decompressione parziale o totale della struttura colpita.

    Mi sbaglio?

    Ashampoo_Snap_mercoled_12_settembre_2018_17h35m39s_002
     
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    CITAZIONE (zax2013 @ 12/9/2018, 11:30) 
    I limiti di norma sulle staffe minime da inserire nelle travi (lo 1.5*b mm²/m di staffa) quando furono introdotte? Io me le ricordo da sempre.
    Se b=980 mm, allora 1470 mm²/m

    Nella sezione 98x122 Morandi mise invece: 28*2*1000/150+28*2*1000/300=560 mm²

    Praticamente 1/3 di quantità di armatura rispetto a quando avrebbe dovuto metterne oggi.
    Probabilmente per Morandi lo strallo non era trave.

    Oggi nessuno metterebbe più staffe Ø6. E' esperienza comune vedere solamente il segno rugginoso della staffa Ø6, nei casi di degrado.

    Nelle norme sul CA del '39 (il famoso Regio Decreto) - se non ricordo male - non si diceva nulla sul quantitativo minimo di staffe in una trave, né sul loro diametro.

    Qualcosa c'era invece nella circolare n.494 del 1960, quella per le strutture in CAP

    photo_2018_09_12_18_08_15
     
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    Mi permetto di rispondere qui a Lisa che chiede delle riprese tra getti delle antenne del ponte, perchè mi pare che nell'altro topic si stia uscendo dal binario in cui Rugarli avrebbe voluto contenerlo:

    CITAZIONE (lisa_camayana @ 13/9/2018, 17:13) 


    Ma di questa nessuno dice nulla?

    In realtà, quando l'ho postata la prima volta, mi aspettavo un bel dibattito...complice la pagina del Colombo con "la buona regola", postato da zax.

    Insomma, il cavalletto si è smontato come si smontano i castelli fatti con i lego dal mio figlioletto.

    Qui non ci sono vere rotture, ma "scollamenti" in corrispondenza dei giunti freddi; successivamente l'acciaio (esiguo) si e snervato e sfilato (non riuscendo più a contrastare la rotazione della colonna).

    Se guardo le superfici di contatto noto che sono perfettamente piatte, quasi come se il calcestruzzo, appartenente a distinti getti, non avesse legato. Questa indipendenza è assai pericolosa in una struttura così ardita, poichè individua una cerniera plastica pronta all'uso.

    Quanti giunti di questo tipo c'erano nelle elevazioni di quel Ponte?! E negli impalcati?!!

    Dalle foto delle macerie direi tanti...Voi che ne dite?

    Lo ha già detto qualcuno, e probabilmente era anche uno dei motivi che facevano propendere molti per la soluzione della demolizione/ricostruzione anziché la continua manutenzione: quel ponte di sismico non aveva NULLA.

    Se guardi i documenti qui raccolti, anche i video, vedrai che la sola preoccupazione di Morandi era quella sui carichi verticali. Su come trasferirli dal piano viario agli stralli, da questi alla antenna, dall'antenna alla fondazione.
    Come dice Paolo Rugarli, il tutto era un arco in cui la freccia, l'antenna, era compressa.
    E finchè il tutto fosse rimasto in compressione, poco avevano importanza i getti di ripresa.

    Probabilmente sarebbe opportuno provare a ragionare sulle questioni 9-10-11 proposte da Rugarli qui: Discussione sulle lezioni da trarre
     
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    Beh leggete quì e inorridite:

    Ponte Morandi, le foto shock prima del crollo: travi rotte e cavi ridotti del 75 per cento

    image
     
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    Quello che si vede è UNO dei 4 trefoli da 1/2" che costituiscono UNO dei cavi di precompressione.
    Giusto??
    Quanti fili ci sono?? 9-11?
    Sembra anche poco avvolto, direi quasi snervato ...
    Mi sembra stiano malissimo soprattutto le travi appoggiate
     
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    Se hanno usato per le iniezioni delle guaine la stessa cura con cui hanno fatto le riprese di getto (che da sempre sono una spia per capire come lavora un'impresa e quanto è "tosta" la DL)....beh.... chissà perché queste foto, nella loro gravità, non mi stupiscono affatto!

    È vero che anche oggi malgrado i moderni sistemi di pompaggio, le migliorate miscele delle boiacche ed i sistemi diagnostici di uso più comune, può sfuggire una non perfetta occlusione di un elemento, ma qui la questione sembra essere molto...molto... generalizzata.

    La fase di iniezione non è però un problema strettamente progettuale, ma riguarda in primis: impresa (o prefabbricatore), DL e collaudatore.
     
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    L'iniezione sembra sia stata fatta cosi :
    https://drive.google.com/file/d/1Q6lFd64E-...ew?usp=drivesdk

    PS.Risolto, credo. Scusate, io faccio parte della generazione "lettera 32" .....

    Edited by wapi51 - 14/9/2018, 20:56
     
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    Wapi, ti rendi conto? A vita dovrai dare il permesso a chiunque voglia visionare il link che hai pubblicato.......
     
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    CITAZIONE (wapi51 @ 14/9/2018, 17:26) 
    L'iniezione sembra sia stata fatta cosi :
    https://drive.google.com/file/d/1Q6lFd64E-...ew?usp=drivesdk

    PS.Risolto, credo. Scusate, io faccio parte della generazione "lettera 32" .....

    Mi permetto di caricare la medesima foto inserita da wapi51, in risoluzione un po' maggiore (per quanto permesso dal PDF utilizzato per estrarla...)
    jpg
    Ma cosa dovrei notare nella foto?
     
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    Per prima cosa una qualche iniezione è stata fatta ...
    Quella in basso a destra vicino antenna potrebbe essere una pompa
    e i "segni" neri sullo strallo dovrebbero essere i tubi.

    Quello che mi ha colpito è che l'iniezione sembra fatta solo dall'alto. Sui fianchi laterali non si vede nulla e soprattutto mi sembra durissimo entrare nella biforcazione dello strallo cioè la zona inferiore della parte di strallo che stanno iniettando e la zona superiore dell'altra biforcazione
     
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    CITAZIONE (TDoes @ 11/9/2018, 23:09) 
    ...................

    Poi ancora: qualcuno ha idea dove potrebbe essere rinvenuto il brevetto Morandi M4? Sembra quello che 'descrive' lo strallo...

    Morandi ha fatto 7 brevetti ma io trovo documentazione solo su M5 da parte di Cesap, ente di documentazione (e consulenza ?) fondato da Morandi nel 1954 e fuso per incorporazione in Freyssinet nel 1997.

    L'Ufficio Italiano Brevetti ha digitalizzato i brevetti dal 1980.
    www.uibm.gov.it/uibm/dati/avanzata.aspx
     
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    https://image.forumfree.it/1/3/0/5/9/9/1/2/1536704400.jpg

    Nel bellissimo schema colorato di TDOES c'è una piccola imprecisione.
    La foto è fatta a livello dell'impalcato per cui lo strallo è "biforcato" e la sezione giusta è quella con un solo gruppo di tiranti A.
    Quindi lo spazio per il lamierino ci sarebbe anche se non capisco che succede quando lo strallo diventa unico.

    Però nel taglio dei tiranti A della pila 11, previa demolizione cls, non c'è traccia del lamierino né nello schema che nella foto
    https://image.forumfree.it/1/2/3/6/3/8/6/8/1537005132.png
    https://image.forumfree.it/1/2/3/6/3/8/6/8/1537005131.png
     
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    Di seguito riporto alcuni passi dell'articolo completo (quindi non la versione sintetica per il web) del Secolo XIX di domenica 16 dicembre 2018, poichè c'è qualcosa in più:

    per gli esperti porrebbero esserci difetti originari nell'infrastruttura e una differenza fra ciò che era stato progettato e come questo è stato effettivamente realizzato. Queste discrepanze riguarderebbero proprio gli stralli, i tiranti diagonali, anima in acciaio e rivestimento in cemento, il cui cedimento sarebbe stata la causa della strage che lo scorso 14 agosto ha provocato 43 vittime.
    Questa ipotesi era stata inizialmente avanzata anche da fonti di Autostrade per l'Italia. E, se da un lato potrebbe apparire come una circostanza che potrebbe alleggerire la posizione della società, dall'altro, potrebbe addirittura aggravarla. Per dirla con le parole pronunciate pubblicamente dal procuratore capo Francesco Cozzi, quel ponte è rimasto in piedi per 51 anni». In altri termini, se Autostrade sapeva dell'esistenza di "tare" originarie del viadotto, è la tesi di chi indaga, avrebbe dovuto a maggior ragione prestare ancora più attenzione nel monitoraggio e nella manutenzione.

    Dai primi accertamenti emergono «difetti strutturali evidenti», che potrebbero essere imputati a varie ipotesi. Una quantità di metallo insufficiente e carenze nella protezione degli stralli.
    I cavi di acciaio,sono infatti normalmente ricoperti da una guaina in metallo. Per amalgamare il tutto viene utilizzato un materiale compattante. Questo processo quando la costruzione viene eseguita ad opera d'arte: l'ipotesi degli investigatori è che qualcuno di questi passaggi sia stato realizzato frettolosamente, in modo non corretto o sia stato addirittura saltato. Più in generale, questa debolezza primigenia potrebbe spiegare in parte il processo di deterioramento così rapido degli stralli, già notato dallo stesso costruttore del ponte, l'ingegnere Riccardo Morandi.

    IL RAPPORTO SEGRETO
    Alcuni elementi che vanno in questa direzione sono presenti anche in un rapporto compilato da Spea Engineering: «In alcuni casi la disposizione dei cavi possa non corrispondere esattamente a quella ipotizzata in progetto».
    Sul rapporto, anticipato l'altro ieri dall'Espresso, è intervenuta il giorno successivo Autostrade: «In primo luogo, le ispezioni effettuate dai tecnici Spea nel maggio 2013 e il relativo rapporto non riguardavano in alcun modo gli stralli, ma si riferivano esclusivamente alle travi di impalcato (la parte orizzontale , ndr) . A seguito del rapporto, le strutture tecniche di Autostrade per l'Italia si attivarono prontamente per correggere i difetti riscontrati. Gli stralli mostravano una riduzione media di sezione nell'ordine del 20% (non del 75%)

    Edited by lisa_camayana - 17/9/2018, 21:05
     
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    CITAZIONE (wapi51 @ 15/9/2018, 12:13) 
    https://image.forumfree.it/1/3/0/5/9/9/1/2/1536704400.jpg

    Nel bellissimo schema colorato di TDOES c'è una piccola imprecisione.
    La foto è fatta a livello dell'impalcato per cui lo strallo è "biforcato" e la sezione giusta è quella con un solo gruppo di tiranti A.
    [... Omissis ...]

    E' vero, ho sbagliato.

    Mi permetto di continuare a postare cose, anche se sono un po' fuori-tema rispetto al thread... visto anche che siete indulgenti!

    Wapi51 chiede nell'agorà se '35 B1' è il secondo strallo. Dunque premetto che non sono certo di interpretare bene, ma suppongo che lui intenda il secondo punto di incastro tra antenna e stralli. Lisa ne ha chiaramente individuato uno:

    CITAZIONE (lisa_camayana @ 31/8/2018, 18:42) 
    [... Omissis ...]

    Poi però c'è questa foto diffusa dall'ANSA...



    Riprende la parte terminale dell'antenna, probabilmente la parte sinistra (o destra, dipende da che lato la si guarda) ed i tiranti sembrano strappati, non sfilati...

    Purtroppo dalle foto diffuse non sono riuscita ad individuare l'altra sella.

    Per curiosità, mi piacerebbe darci un'occhiata, magari qualcuno mi aiuta e riesce a trovarla...

    Io pensavo di averla individuata:

    jpg
    jpg

    Per cui ho subito pensato che 35 B1 fosse di uno dei blocchi di incastro tra strallo e impalcato, forse uno di quelli lato Genova (probabilmente quello causa del crollo), perché gli altri due sarebbero un pezzo di "74B" (si veda l'ultima immagine).

    Apro una parentesi veloce: la carrellata dei pezzi nel magazzino (TG1 del 16/09/2018 ore 20:00 e analogo video di Unione Sarda postato da wapi51 (http://www.unionesarda.it/video/video/2018...-52-771740.html))
    mostra ben pochi pezzi immagazzinati e l'attenzione proprio sul 35 B1, pare indicare che la dinamica del crollo l'abbiano ben chiara, quindi un video c'è per forza...)

    Però dal confronto visuale non riesco a trovare somiglianze tra 35B1 e gli incastri strallo impalcato di cui ho foto... però se fosse l'incastro di antenna, per me il fascio di trefoli è troppo "fine". Si confronti il fascio dell'immagine di Lisa (diametro dell'ordine del busto del pompiere), e poi il fascio di 35 B1 con la poliziotta (nella foto dove 35 B1 è visibile)...
    Invece se si guarda l'ultima foto (dove 35 B1 non è visibile) il fascio è molto più grande... L'ultima foto sembra il pezzo che è attaccato a 35 B1, ma non si ha la certezza, perché in nessuna inquadratura si vede la parte 'impallata' dalla poliziotta...

    Comunque nelle foto si vede qualcosa che potrebbe essere il famoso lamierino ...

    jpg

    Qualcuno ha un'interpretazione di cosa possa essere 35 B1 ?
     
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    Quello che mi fa paura è proprio che partono pochi tiranti ....
    Se fosse la parte superiore del secondo strallo, sulla destra e perpendicolarmente a 35 B 1, dovrebbe partire la trave superiore di collegamento tra le 2 antenne.
    Visto che non c'è traccia e i tiranti sono la metà, tornerebbe fuori l'ipotesi del fulmine che, onestamente, non mi è mai sembrata possibile.
    Ma è un errore grave far prevalere le convinzioni e i pregiudizi sui fatti.
     
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