Il Bar dell'Ingegneria

Crollo Viadotto Morandi - Ipse Dixit

Raccolta di citazioni per future discussioni e approfondimenti

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  1. Paolo Rugarli
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    Il crollo del viadotto Morandi rappresenta un punto di svolta nella storia della Ingegneria Civile di questo Paese. L'altissimo numero di vittime, gli sfollati, le conseguenze economiche del crollo, le conseguenze in termini di immagine per il nostro Paese sono talmente enormi che non è possibile considerare questo disastro, pur nell'ambito dello stesso quadro civile, tecnico, amministrativo ed organizzativo, alla stregua dei mille altri che lo hanno preceduto, ma meno famosi perché dalle conseguenze minori, o nulle.

    Secondo me è compito dei tecnici preparati del Paese trarre tutte le necessarie lezioni da questo crollo, esaminando non solo le evidenze che già si prospettano numerose, ma anche le dichiarazioni fatte da persone informate, responsabili o per qualche motivo apicali nell'odierno nostro ordinamento tecnico, accademico ed amministrativo. Lo scopo non sarà, evidentemente, fare processi paralleli, e nemmeno stabilire quale sia la esatta causa del crollo. Lo scopo sarà trarre le necessarie ed imprescindibili lezioni dal crollo.

    Tali lezioni, è appena il caso di dirlo, non possono per definizione assumere che vi siano persone, opinioni, enti o istituzioni intoccabili o indiscutibili.

    Le lezioni, io credo, si preannunciano numerose, trasversali, e con vaste implicazioni tecniche, scientifiche, civili, amministrative e politiche. Penso ci vorranno mesi o forse anni per abbracciare tutte le conseguenze di questa terribile sciagura.

    Non concordo nel modo più netto con l'invito pressante - e paradossale perché contraddittorio- a tacere in attesa delle risultanze processuali. Credo anche che molte delle cose già emerse, e certe, siano già meritevoli di discussione.

    A prescindere dal loro grado di pertinenza rispetto allo specifico del crollo. In altre parole il fatto che un certo aspetto non abbia effettivamente e direttamente provocato il crollo, non ne riduce l'importanza se questo, per ragioni motivate, avrebbe potuto provocarlo. Tutti i fattori tali da creare pericolo e rischio, o cattive pratiche, cattivi insegnamenti, sono meritevoli di attenzione a prescindere dal fatto che abbiano effettivamente provocato direttamente il crollo. Una prospettiva, questa, nettamente diversa da quella processuale.

    In questo sono coerente con quanto ho già scritto in Validazione Strutturale:

    CITAZIONE
    "La lista non enumera neppure le cause dei crolli, perché la capziosa distinzione tra una ristrutturazione mal eseguita ed una manutenzione mai eseguita, tra un abuso edilizio e una sopraelevazione autorizzata, consente di parcellizzare il problema senza mai vederne la vera ed ultima ragione, che è quasi sempre l’ignoranza e la subcultura che nel nostro Paese ha messo profonde radici."

    CITAZIONE
    "La tesi che io intendo sostenere in questo capitolo preliminare è che la situazione del Paese in merito alla sicurezza strutturale sia grave, e che la causa di questa situazione sia alla base di natura culturale, con l’ovvio corollario del fallimento del sistema di regole e di organizzazioni che dovrebbero costituire il riferimento per la gestione della sicurezza. Il fallimento riguarda le leggi dello Stato, l’organizzazione che lo Stato ha dato a tutte le problematiche che gravitano intorno alla sicurezza strutturale, e di conseguenza in cascata delle organizzazioni che dovrebbero occuparsi della sicurezza in tutte le sue forme, degli Ordini Professionali, delle strutture comunali, delle singole società di ingegneria e di costruzione e infine, solo infine, il più delle volte come ovvia e naturale conseguenza di tutte le criticità precedenti, dei singoli che commettono errori."

    Propongo quindi di raccogliere qui, in modo ordinato e numerato, specifiche e pregnanti citazioni tratte da articoli, interviste, dichiarazioni pubbliche o pubblicamente rinvenibili, in modo da creare un database dal quale poter attingere citandolo direttamente. Il lavoro da fare è ingente, e va al di là delle possibilità di una sola persona. Lo scopo è meramente quello di raccogliere, senza commenti, informazioni utili a studiosi o tecnici che potranno poi discuterle a loro piacimento in altri contesti o anche qui, traendo le necessarie conclusioni e citando la fonte.

    Per rendere maggiormente fruibile la raccolta, propongo che le citazioni siano possibilmente brevi ed esattamente centrate sul punto che ha valore informativo. Le citazioni devono ovviamente citare per esteso la fonte, in modo che non possano essere contestate. Le citazioni non devono avere commenti, che saranno invece posti altrove (è sottinteso che se viene aggiunta una citazione la si ritiene significativa, importante o comunque degna di attenzione).

    Scopo di questo post non è la discussione, già avviata altrove anche in questo forum, ma la concentrazione di informazioni utili.

    Nessuno credo possa fare questo lavoro da solo. Evidentemente le citazioni non sono in ordine di importanza e non possono essere in ordine alfabetico. Saranno quindi numerate [1], [2], eccetera. Citazioni non note sono altrettanto importanti di quelle già note. Inutile dire che le citazioni devono essere rigorosamente fedeli. In particolare non andrebbero aggiunte enfasi se non sono nell'originale.

    Il vantaggio della raccolta è che in un unico luogo con poco spazio e quindi con agevole consultazione, si possono raccogliere snodi fondamentali (o tali reputati) per la discussione.
    Inoltre, il luogo è pubblico, e quindi si rende un servizio.


    Comincio sperando che i Colleghi aderiscano. Ovviamente in questa prima lista assai modesta mi sono giovato del prezioso lavoro di altri colleghi qui, in altri forum, e del portale Ingenio. Ringrazio tutti per il prezioso lavoro svolto. Qui però la raccolta è per così dire "concentrata".

    Forse, per consentire una indicizzazione è meglio che ogni citazione sia un post.

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    [1] Prof. Martinez y Cabrera, Ingg. Camomilla, Donferri Mitelli, Pisani, Marioni

    "Per il sistema bilanciato numero 9, poiché gli strati di corrosione presenti erano più limitati, sia nei cavi secondari che principali, non si è proceduto ad alcun intervento. Il controllo nel tempo dello stato di conservazione dei cavi è assicurato attraverso l'installazione di un sistema di controllo continuo riflettometrico il quale aggiorna la affidabilità controllando lo stato di degrado.
    Assumendo una legge empirica che governa la velocità di degrado la condizione limite viene stimata intorno al 2030. Tale valore viene interpretato come tempo di rivalutazione dello stato della struttura."

    Il Risanamento degli Stralli del Viadotto Polcevera, Francesco Martinez y Cabrera, Gabriele Camomilla, Michele Donferri Mitelli, Francesco Pisani, Agostino Marioni, Autostrade, 3, 1994 (Luglio Settembre 1994)

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    [2] Ing. Gabriele Camomilla, intervista a Ingenio

    "Andrea Dari: Un’ultima domanda. Ma nel 1992 non vi poste la questione della sostituzione del ponte ?
    Gabriele Camomilla: Qualcuno lo propose, ma in primo luogo la fierezza certa sul valore della struttura non disgiunto dal problema della demolizione comunque molto pericolosa per una struttura di quelle dimensioni, che passava sopra ferrovie e abitazioni, in mancanza peraltro di un’alternativa della viabilità genovese. La demolizione implicava una ricostruzione. Decisiva fu l’esperienza dell’Appennino dove, da giovane ingegnere, a seguito della sostituzione di un viadotto di tre campate in cui si erano scoperte le prime carenze di iniezione nelle guaine di precompressione, proposi, e fui esaudito dal capo di allora, di demolire le travi danneggiate con prove di carico controllate. Scoprimmo che le resistenze residue erano ancora abbondantemente superiori ai carichi previsti in progetto. Questo fatto mi permette di fare le osservazioni riportate prima sulla affidabilità effettiva dei ponti “crollanti” per decisione mediatica o per non conoscenza delle soluzioni da applicare."

    Andrea Dari intervista Gabriele Camomilla, Ingenio, 21-8-2018,
    www.ingenio-web.it/20939-ing-camom...orandi-nel-1992


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    [3] Prof. Riccardo Morandi

    "i principali vantaggi che l'operazione di omogeneizzazione offre possono essere così riassunti:
    1.eliminazione della fessurazione delle guaine e quindi eliminazione della possibilità di danneggiamento dell'acciaio per l'opera degli agenti atmosferici attraverso lesioni;"

    Riccardo Morandi, L'Industria Italiana del Cemento, Il Viadotto sul Polcevera per l'Autostrada Genova-Savona, 1967

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    [4] Prof. Riccardo Morandi 1979

    "Molto spesso tali crepe non raggiungono i rinforzi in acciaio principale, in altre parole rimangono piccoli e superficiali, ma danno luogo a uno stato di allerta, a richieste di risarcimento, e al sospetto che ci sono dei difetti che appariranno nel corso del tempo."

    "In altre parole, questo è un fenomeno molto frequente. L'eliminazione di esso (in considerazione di tutte le cause che contribuiscono a produrlo: sollecitazioni causate da carichi esterni, a cambiamenti di temperatura, per restringimento) ci richiederebbe di introdurre nel fascio tale quantità di rinforzo distribuito tale da compromettere le condizioni economiche dell'uso della struttura, specialmente in paesi in cui l'acciaio è particolarmente costoso"

    Riccardo Morandi, Rapporto Internazionale (non meglio citato da Ingenio), 1979
    www.ingenio-web.it/20904-cosa-scri...-internazionale

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    [5] Riccardo Morandi 1980
    "un siffatto sistema resistente offre una serie di interessanti particolarità che lo rendono adatto alla realizzazione di ponti di grandi luci in cemento armato, essenzialmente per il fatto che la componente della reazione dei tiranti obliqui, passante per la superficie bari centrale orizzontale della travata, equilibrata per ogni disposizione di carico simmetrico rispetto al piano trasversale passante per l’asse della pila generica, determina una sforzo a compressione (variabile al variare dei carichi aleatori sulla travata stessa) che produce una forte riduzione delle tensioni di trazione di essa, con conseguente risparmio di armatura metallica."

    "l’eliminazione concettuale delle fessurazioni nel calcestruzzo delle guaine garantisce una efficace protezione dell’acciaio dagli agenti atmosferici. I tiranti, quindi, almeno nelle condizioni di esercizio, si comportano come delle lunghe e sottili travi di calcestruzzo, precompresse e sollecitate essenzialmente a decompressione al passaggio dei carichi, pertanto il sistema, con tutte le sue membrature, avrà un comportamento comparabile e potrà considerarsi omogeneo. Questa è la ragione per cui si è ritenuto definire tali strutture PONTI STRALLATI OMOGENEIZZATI."

    "Nei limiti dei sovraccarichi massimi di esercizio è da escludere per i tiranti il prodursi di fessurazioni nelle guaine di protezione di calcestruzzo con conseguente, come già detto, protezione assoluta nel tempo dell’acciaio."

    Riccardo Morandi, Le Strutture Strallate in Cemento Armato, L'Industria Italiana del Cemento, 1980 citato dal portale Ingenio:
    www.ingenio-web.it/20917-le-strutt...iccardo-morandi

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    [6] Prof. Edoardo Cosenza, 22-8-2018 pagina facebook riportata dal portale Ingenio

    "Ho subito deciso di non partecipare al dibattito mediatico e mi avevano cercato persino BBC e TV tedesca. E soprattutto ho deciso di non avere ruoli nelle varie Commissioni.
    Sono un Componente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, il massimo organismo tecnico del Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti - e quindi dello Stato - e ritengo giusto non avere ruoli di parte. Affido solo alla mia modesta pagina Facebook qualche considerazione, senza filtri."

    [...]
    "Solo analisi approfondite e complessive su: progetto eseguito, filmati disponibili, parti strutturali rimaste, materiali nello stato di vecchiaia attuale, condizioni di pioggia e di vento prima del crollo, magari prove su modelli, ecc ecc, potranno far arrivare alle necessarie conclusioni. Che dovranno essere affidabili e che non dovranno lasciare dubbi.
    Nessuno, dico nessuno, ha il diritto di avanzare ipotesi senza questi studi.
    Nel rispetto delle povere vittime incolpevoli ed inconsapevoli e dei loro familiari di questa grande tragedia nazionale. A chi ha avuto la pazienza di arrivare fino in fondo di questo post di lunghezza eccessiva rispetto agli standard di Facebook ed al tempo di attenzione dei lettori, chiedo un ulteriore sforzo: Non mi chiedete altro.
    IO NON SO COSA SIA SUCCESSO e se me lo chiedete vuol dire che non avete compreso, certamente per mia poca chiarezza, quello che è scritto in questo post.
    Grazie"

    Prof. Edoardo Cosenza, pagina Facebook
    www.ingenio-web.it/ordini-ingegner...cosa-e-accaduto

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    [7] Prof. Tullia Iori
    "Il ponte strallato omogeneizzato di Riccardo Morandi è uno dei loghi della Scuola italiana di ingegneria, negli anni del boom. Mentre le cupole olimpiche di Nervi evidenziano il flusso delle tensioni interne, mettendosi in perfetta sintonia con la natura, il cavalletto inventato da Morandi raffigura l’equilibrio delle forze esterne, il gioco di pesi e contrappesi, delle spinte e delle controspinte: al naturalismo delle forme resistenti contrappone l’artificioso scientismo delle figure in equilibrio."
    ...
    "A definirne l’originalità – e quindi l’italianità – contribuisce soprattutto il modo di costruire. Quando il cavalletto bilanciato viene abbozzato per la prima volta, nel secondo progetto per il ponte sulla laguna di Maracaibo, il ponte strallato è ben conosciuto a livello internazionale ma è di acciaio. L’invenzione di Morandi consiste nel costruire la struttura strallata con il cemento armato precompresso. Da qui nasce lo stupore: la leggerezza tipica del sistema tirantato entra in contrasto con la natura muraria della struttura"
    ...
    "Le figure strutturali di Morandi, mettendo in scena equilibri arditi, trasmettono visivamente il senso della modernità: esaltano le potenzialità della scienza, valorizzano le nuove abilità del costruttore scientificamente consapevole. Riprendendo così, da una parte, il filo degli esperimenti sulla muratura armata dell’Italia ottocentesca e dall’altra la linea visionaria esaltata dal futurismo."
    ...
    "Nel viadotto sul Polcevera, Morandi vendica le rinunce sopportate in Venezuela e realizza il suo capolavoro. La società Condotte lo coinvolge nell’appalto concorso, bandito il 9 luglio 1959: per collegare la Genova-Savona alla vecchia camionale fascista occorre superare due enormi parchi ferroviari, che non possono essere interrotti, una fascia di palazzoni e un’area industriale. Occorre lavorare in quota, senza toccare terra. Morandi vince a mani basse riproducendo con piccole correzioni di scala (tra le pile ci sono 208 m) lo schema bilanciato del cavalletto strallato omogeneizzato “tipo Maracaibo”, esaltato dall’eco internazionale e per il quale fa credere di avere una soluzione costruttiva già validata (mentre il cantiere venezuelano è ancora ben lontano dalla fine)."

    Storia della Ingegneria Strutturale in Italia, Prof. Tullia iori e Sergio Poretti ed. Gangemi, Roma, 2017
    www.tulliaiori.com/SIXXI/

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    [8] Prof. Antonino Recupero
    "Morandi è un genio, lo è stato e noi che amiamo i ponti, li abbiamo studiati, per passione prima che per lavoro, glielo riconosciamo. Egli è stato un visionario un precursore uno che ha fatto del motto latino di dannunziana memoria “memento audere semper” una ragione di vita professionale."

    Prof. Antonino Recupero, L'importanza dell'opera di Morandi sull'evoluzione dei ponti e viadotti, Ingenio
    www.ingenio-web.it/21009-limportan...onti-e-viadotti

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    [9] Prof. Remo Calzona intervista integrale data a Alanews il 17 agosto 2018

    Intervistatore: "Professore lei conosceva l'Ing. Morandi?"
    "Sii, lo conoscevo benissimo. E ho assistito alle riflessioni e alle preoccupazioni E Lo assistevo nelle preoccupazioni che gli dava quest'opera."
    "Sa, quando lei progetta un'opera e si aspetta una risposta, noi ... il termine corretto è questo, le azioni esterne sono una domanda di prestazione, e l'opera dà una risposta"
    "Se la risposta è difforme che dice quello ci ha preoccupazioni o no? Ce ne ha tantissime. E allora cerca qualche interlocutore che gli possa ... con cui possa discutere e che gli possa togliere le preoccupazioni."

    Intervistatore: " E quali erano le sue principali preoccupazioni?"

    "Eh, che l'opera aveva risposta, al passaggio dei mezzi, diversa da quella che si attendeva." [silenzio]

    Intervistatore: "Questo in che anno?"
    "Mah, io qui, alla fine degli anni '70, mi pare che andammo a Genova."

    Intervistatore: "Con l'ingegnere"
    "Con il Professor Morandi, sì"

    Intervistatore: "Cosa Le disse il Professore?"
    "Il Professore cercava risposte da me [ride e indica se stesso con la mano]" "Lui faceva domande per avere risposte. Eh, la cosa terribile era questa anomalia, no? E quindi spingeva perché si studiassero 'ste cose si facessero gli interventi. Però la società Autostrade faceva queste cose"

    Intervistatore: "Quindi il Professor Morandi aveva paura che potesse crollare?"
    "Era preoccupato del cattivo funzionamento dell'opera, no? Eh, se l'opera dà risposta diversa... Qual è la fine per un'opera? Sa, un'opera ha un paradigma fondamentale, che è la stabilità. Se lei pensa che la stabilità sta venendo meno ....[silenzio] che idee le passano per la testa? Di comnciare a premere l'amministrazione di prendere provvedimenti . E l'Amministrazione ne ha presi tanti, perché i fenomeni si manifestavano e diventavano sempre più grandi .. e poi le ultime cose adesso lo stanno chiarendo benissimo . Non è che [gesto in aria con la mano enfatico] improvvisamente è crollato, noo, quello aveva manifestazioni cattive, si dovevano fare dei lavori, si sapeva che aveva tutti 'sti problemi . Poi qualcuno probabilmente ragionava e scropriva che si stava a 50 anni di vita e quindi che eravamo ai limiti della vita di servizio e quindi probabilmente non bastava la manutenzione per mandarlo avanti ma bisognava demolirlo e ricostruirlo ... e però lei pensi un proprietario, va bene?, che dice mo' sai che c'è? Domani mattina demoliamo e ricostruiamo. E' quello che fanno adesso, ma ad evento avvenuto . E la logica della legislazione italiana è che tu questa cosa la fai prima dell'evento [pausa] Loro avevano pensato a un certo punto di farlo prima dell'evento, però hanno aspettato tanto che si è manifestato l'evento, questa è la cosa terribile e tragica di Genova [lunga pausa]

    Intervistatore: "Ma Morandi aveva mai pensato di proporre la demolizione del ponte?"
    "Mah, adesso che cosa gli passasse per la testa, sa, Nooo quella della demolizione mai, ma che sta dicendo, eh lui era il progettista e proponeva di cosa, di demolirlo? [ride]
    Un ponte che poi stava svolgendo il suo compito [pausa] soltanto che nessuno aveva chiara questa cosa della fatica dei materiali del decadimento, che quella piano piano... poi vie' giù. Come è venuto. Tanta gente... Ho letto ho sentito quel parere del Politecnico di Milano che è sacrosanto guardate state attenti lì sta succedendo questo. E loro sono stati attenti tant'è che hanno previsto immediatamente di fare un grande appalto per fare i lavori. Soltanto che poi le cose sa ... uno piglia una decisione, prima di passare al dunque hanno ... sono continuati ad essere inconsapevolmente ottimisti. E però quello l'ha preceduto. Ha preceduto la manifestazione di un fenomeno che loro pensavano si potesse manifestare tant'è che avevano fatto una gara d'appalto per fare quest'opera di con-so-li-da-men-to.

    Intervistatore: "E che cosa, che cosa è la prima cosa che ha pensato quando ha saputo della notizia del crollo del ponte a Genova?"
    [ride] "Amarezza."[silenzio]

    Intervistatore: "Però non stupore"
    "Amarezza! Quale stupore, io lo sapevo che quello stava crollando".


    Prof. Remo Calzona Intervista a Alanews


    Edited by Paolo Rugarli - 3/9/2018, 09:09
     
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