Il Bar dell'Ingegneria

Edifici in muratura

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    Buon pomeriggio a tutti, c’è qualcuno che potrebbe consigliarmi testi,materiale in rete adatto allo studio degli edifici in muratura?
    Dovrei eseguire un’analisi sismica di un edificio in muratura (con annesse analisi cinematiche) per valutare se intervenire o meno mediante catene o cordoli.
     
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    Buonasera,

    Metodi di calcolo e consolidamento per edifici in muratura, Michele Vinci

    Manuale delle murature storiche, AA.VV.

    Con riferimento al primo libro, da evitare il capitolo inerente l'apertura di un vano su muratura portante con ripristino di resistenza e rigideza della porzione aperta.
     
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    utente bannato dal bar il 07/12/2016

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    CITAZIONE (DOTTINGAM @ 24/10/2023, 23:00) 
    Con riferimento al primo libro, da evitare il capitolo inerente l'apertura di un vano su muratura portante con ripristino di resistenza e rigideza della porzione aperta.

    in che senso?

    Nel senso che ai fini della realtà la storia del ripristino di resistenza e rigidezza è una gran bufala ?
    Che tra un po' la comunità tecnica dovrà dire che pugi e ciavattini sono solo mero esercizio matematico?
     
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    in che senso?

    Vi è un esempio con una parete continua per la quale si intende aprire un vano all'incirca in mezzeria allo sviluppo. L'autore determina la rigidezza e la resistenza della sola porzione rimossa e la ripristina con un telaio.

    Si dimentica in sostanza che, laddove ante-operam la parete era costituita da un unico maschio, post-operam è costituita da due maschi + il telaio. La somma delle rigidezze dei due maschi futuri non eguaglia la rigidezza del maschio iniziale alla quale viene banalmente sottratta la rigidezza della porzione aperta.


    Quanto al suo spunto di discussione: la ringrazio. A mio avviso si tratta di un argomento poco dibattuto e permeato da una ignoranza senza limiti, dai metodi di calcolo utilizzati, alla schematizzazione dei maschi, alla gente che cerchia le finestre (!).
    Non mi vergogno dicendo che per due anni di attività ho sbattuto la testa in ogni pubblicazione sull'argomento perché nell'ufficio dove ero si ricorreva spesso a interventi di questo tipo e mi sono fatto una mia idea, del tutto opinabile.

    I telai di rinforzo sono un mero arteficio per giustificare il ripristino della rigidezza e della resistenza nel piano del muro, resi però indispensabili dalla attuale prassi e letteratura sull'argomento.
    Se i profili non si sposano con la parete, non solo geometricamente, ma anche in termini di comportamento, sono inutili. Che senso ha inserire dei montanti metallici se i due maschi latistanti raggiungono ciascuno la propria rottura, quindi non portano più taglio, ma i profili in acciaio zancati subiscono uno spostamento misero tanto da attivare una aliquota infima della propria resistenza? Là dove il sisma ha tirato davvero, in Emilia ad esempio, ricordo una infinità di telai di rinforzo rimasti in piedi senza danni a pareti collassate.

    Preferisco interventi di altro tipo rispetto alle cerchiature che, sempre secondo me, sono uno stupro della parete.
     
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    CITAZIONE (Salvatore A. @ 25/10/2023, 10:13) 
    in che senso?

    probabilmente vuole dire che se in un maschio murario integro viene realizzata un'apertura, non è sufficiente "accoppiare" ai 2 maschi che residuano una cerchiatura che abbia la resistenza e la rigidezza del pezzo che hai tolto, ma occorre sempre fare i confronti con la situazione originaria (e non solo in termini di rigidezza e resistenza, ma anche di spostamento ultimo).

    le cerchiature che ne derivano sono sempre ben maggiori che nell'altro caso.

    edit: vedo che dottingam ha risposto mentre io scrivevo.
     
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    utente bannato dal bar il 07/12/2016

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    vedo che DOTTINGAM mi dà del Lei, e lo ringrazio, perché mi fa sentire importante.
     
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    Dirò anche di più per spiegarmi al meglio. Secondo me, ripeto: considerazione opinabile, un corretto dimensionamento di un telaio di rinforzo in acciaio da carpenteria non può prescindere da una simultanea analisi di rigidezza, resistenza al taglio e spostamenti.

    Il ripristino della rigidezza serve a dire, in estrema sintesi, che nell'ottica del metodo alle forze la parete si prende una azione paragonabile a quella nel caso ante-operam.

    Gli spostamenti ultimi della parete debbono essere valutati in funzione del tipo di rottura dei maschi che compongono la parete e delle condizioni di vincolo degli stessi.

    Fatto ciò si dimensionano iterativamente i profili dei montanti (zancati) che debbono essere progettati di modo da rispondere con un taglio alla base corrispondente al valore dello spostamento ultimo del primo maschio che fallisce oltre che in funzione delle caratteristiche geometriche e meccaniche.
    Suddetto taglio dei montanti, sommato ai tagli dei singoli maschi corrispondenti allo spostamento ultimo del primo maschio che fallisce, rappresentano la resistenza al taglio.

    I ragionamenti fatti sono per fasce rigide per cui lo spostamento della parete e dei maschi è il medesimo, almeno fino a rottura.

    In pareti con fasce deformabili o dove i maschi vanno ognuno per sé il ragionamento si complica un poco.
     
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    CITAZIONE (DOTTINGAM @ 25/10/2023, 11:14) 
    I telai di rinforzo sono un mero arteficio per giustificare il ripristino della rigidezza e della resistenza nel piano del muro, resi però indispensabili dalla attuale prassi e letteratura sull'argomento.
    ***
    Preferisco interventi di altro tipo rispetto alle cerchiature che, sempre secondo me, sono uno stupro della parete.

    Sì.
     
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    Infattamente se fai delle push, diciamo così più o meno artefatte, te ne accorgi dello stupro con 2 hea300 tipo.
     
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    È vero pure che se fatte bene sono luoghi sicuri in caso di bombardamenti.
     
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