Il Bar dell'Ingegneria

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    Continuo qui in separata sede con l'idea di allargare il regno del Califfo con la stima del cedimento della fondazione.

    g2rj

    Riprendo dalla chat le prime discussioni in merito a questa possibilità.

    zax2013:
    Relativamente ai cedimenti.....ne parliamo a Settembre?

    afazio:
    ok ne riparliamo ma ti anticipo che la cosa si riduce a:
    a- previsione di una terza tabella di carichi agli SLE
    b- calcolo della sovratensione lungo la verticale passante per il centro della fondazione e questo attraverso un semplicissima funzione che ho già in testa.
    naturalmente il calcolo delle sovratensioni si condurrà in un numero discreto di punti, distribuiti sulla verticale a passo prefissato, fino alla quota per cui la sovratensione indotta dalla condizione di carico i-esima si mantiene sopra ad una aliquota prefissata della tensione litostatica. Quindi ecco il punto c):
    c) calcolo delle tensioni litostastiche negli stessi punti di discretizzazione della verticale
    a questo punto avendo gli incrementi di tensione applichiamo uno dei metodi (per esempio quello edometrico) per la stima del cedimento.
    Ritengo la cosa di semplice implementazione dovendo far ricorso a sole tre funzioni specifiche: la prima funzione che calcola DsigmaZ(); la seconda che calcola SigmaLitostatica() e la terza che calcolo W().

    zax2013:
    Il discorso di settembre era finalizzato a sistemare un pò di 'fili pendenti'. Finire l'help, sistemare la funzione "Confronto tra teorie", inserire la nuova teoria Custom, introdurre una nuova stampa per le fondazioni di forma generica.
    La funzione che calcola SigmaLitostatica in Califfo è già bella e pronta. Io l'ho battezzata pressione_Z(): i parametri sono la quota a cui si vuole la pressione, se il calcolo va svolto in condizioni drenate o non drenate (tensioni effettive, o totali), i parametri M di normativa funzione dell'approccio di calcolo.

    afazio:
    naturalmente la stima dei cedimenti va condotta in condizioni drenate.
    la funzione che calcola DsigmaZ dipende dai seguenti parametri:
    - dimensioni efficaci B' ed L'
    - carico equivalente uniformemente distribuito sulla fondazione efficace q=N/(B'*L')
    - quota zeta sulla verticale
    la funzione che calcola il cedimento edometrico dipende da:
    - modulo edometrico alla quota z
    - sovratensione alla quota z
    - passo di discretizzazione lungo la verticale.
    Comprendi, pertanto ,che abbiamo praticamente tutto quanto? Volendo si potrebbe pensare di implementare anche qualche altro metodo di calcolo dei cedimenti ma naturalmente servirebbero altri dati di input.
    Vediamo che dice Reversi?

    zax2013:
    Vediamo....
    Nel frattempo penso alla interfaccia. Sarebbe un Califfo 1.1.
    Riflettendo: l'interfaccia si limiterebbe ad un inserimento di carichi SLE e solamente ai risultati. Un nuovo 'specifico' input non è necessario.

    afazio:
    servirebbe un qualche input magari nelle opzioni
    occorre fissare : ampiezza intervallo di discretizzazione e aliquota della tensione litostatica al di sotto della quale considerare esauriti i cedimenti

    Riassumo il processo operativo:

    1) suddivisione del terreno in strati;
    2) calcolo delle tensioni efficaci litostatiche in mezzeria agli strati;
    3) valutazione degli incrementi di tensione a seguito dell’applicazione del carico, nei vari strati
    4) determinazione del modulo edometrico per ciascuno degli strati di discretizzazione;
    5) calcolo delle deformazioni dei singoli strati;
    6) definizione del cedimento come sommatoria delle deformazioni elementari deivari strati
     
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    E visto che si parla di ampliamento di regno:

    png

    Massima estensione (anno 1722) dell'impero Savafide, di fatto occupato nel 1550 circa da Solimano il Magnifico.
     
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    con riferimento alle formule riportate nell'immagine che segue (tratta da una slide di un documento del professore Johann Facciorusso )

    fd5x

    ho scritto la funzione per il calcolo della sovratensione lungo la verticale passante per il centro della fondazione efficace.


    CODICE
    Public Function DsigmaZ(B As Double, L As Double, q As Double, z As Double) As Double

    Dim R1 As Double
    Dim R2 As Double
    Dim R3 As Double
    Dim pi As Double
    Dim B1 As Double
    Dim L1 As Double
    pi = 4 * Atn(1)

    B1 = B / 2
    L1 = L / 2

    R1 = Sqr(L1 ^ 2 + z ^ 2)
    R2 = Sqr(B1 ^ 2 + z ^ 2)
    R3 = Sqr(L1 ^ 2 + B1 ^ 2 + z ^ 2)

    If q < 0 Then
       DsigmaZ = 0
       Exit Function
    End If

    If q = 0 Then
       DsigmaZ = q
       Exit Function
    End If

    If z = 0 Then
       DsigmaZ = q
       Exit Function
    End If

    DsigmaZ = 2 * q / pi * (Atn(B1 * L1 / (z * R3)) + B1 * L1 * z / R3 * (1 / R1 ^ 2 + 1 / R2 ^ 2))

    End Function


    Segnalo quanto segue:

    i parametri da passare alla funzione sono:
    le dimensioni efficaci della fondazione (non lasciarsi ingannare dalla simbologia)
    il carico netto agente sul piano di fondazione
    la quota z dove si intende calcolare la sovratensione

    La fondazione efficace viene divisa in quattro parti ciascuna di dimensioni B/2*L/2 (in cui B ed L sono le dimensioni efficaci) e per ciascuna di esse viene determinato l'incremento di tensione in un suo spigolo. Pertanto l'incremento di tensione è pari a 4 volte quella determinata nello spigolo di un quarto di fondazione.

    Ho provato la funzione nel solito foglio di calcolo diagrammando i risultati ottenuti.

    gnuv

    Pare che la funzione funzioni.

    Tuttavia occorre ancora definire qualche cosetta come per esempio lo zero da cui si parte per la valutazione della sovratensione e lo zero da cui si parte per la valutazione delle tensioni litostatiche, e volendo adottare unico zero per le zeta occorre apportare le opportune correzioni alla funzione sopra riportata.
     
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    Segnalerei ad afazio di considerare il §5.6 del Bowles (anche se lì siamo in ambito di cedimenti immediati, ovvero elstici).
    Io ricordo di averlo già fatto e di aver passato alcune funzioni (tra cui quelle citate ma non riportate di Fox) in Excel.
    Parecchia letteratura letteratura la citavo qui https://bar-ingegneria.forumfree.it/?t=62819576.
    Se anche su questo "versante" applicherete lo stesso approccio ipercritico con cui avete sviluppato Califfo1.0... beh: o non ne uscirete con le ossa intere, oppure sarà uno spettacolo pirotecnico. :)
     
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    CITAZIONE (quattropassi @ 9/8/2013, 12:31) 
    Segnalerei ad afazio di considerare il §5.6 del Bowles (anche se lì siamo in ambito di cedimenti immediati, ovvero elstici).
    Io ricordo di averlo già fatto e di aver passato alcune funzioni (tra cui quelle citate ma non riportate di Fox) in Excel.
    Parecchia letteratura letteratura la citavo qui https://bar-ingegneria.forumfree.it/?t=62819576.
    Se anche su questo "versante" applicherete lo stesso approccio ipercritico con cui avete sviluppato Califfo1.0... beh: o non ne uscirete con le ossa intere, oppure sarà uno spettacolo pirotecnico. :)

    La funzione che ho riportato altro non è che la soluzione di Boussinesque per il calcolo delle sovratensioni indotte nel sottosuolo da un carico uniforme su area rettangolare e non il calcolo del cedimento.
    Il paragrafo $5.6 del Bowles riporta invece la formula per la stima del cedimento immediato.
    Nella fase successiva potremmo anche considerare nella stima del cedimento totale anche il cedimento immediato. Ma su questo aspetto io ho sempre nutrito della forti perplessità dovute al fatto che in effetti la quasi totalità del cedimenti immediati (e parte di quelli di consolidazione) vengono ad esaurirsi nel corso della costruzione e pertanto a fine costruzione la struttura si trova in uno stato con cedimenti immediati esauriti e senza contestuale coazione iniziale dovuta alle distorsioni legate a questa parte di cedimenti.

    Aggiungo inoltre che la formula riportata in $5.6 del Bowles si riferisce ad un semispazio elastico dotato di caratteristiche Es e mu costanti. La sua applicazione in un semispazio Layered è alquanto arbitraria e si deve fare ricorso ad un qualche criterio che determini i parametri dello strato meccanicamente equivalente.

    Infine, sarà possibile applicare l'approccio ipercritico anche su questa parte del codice solo e soltanto se si instaura un dialogo costruttivo, anche se critico, tra i vari partecipanti. In questo modo qualsiasi scelta operata sarà supportata da argomentazioni comuni e condivise.
     
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  6. IngB
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    Salve,
    allego un file excell in cui si riporta il listato B.4 del bowles "Formule di Boussinesq per il calcolo degli sforzi verticali al di sotto di una striscia rettangolare caricata uniformemente".

    Spero possa essere utile....

    Saluti

    IngB

    https://www.box.com/s/6zo62nhiq1kbcoslbp9y
     
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    CITAZIONE (quattropassi @ 9/8/2013, 12:31) 
    Se anche su questo "versante" applicherete lo stesso approccio ipercritico con cui avete sviluppato Califfo1.0... beh: o non ne uscirete con le ossa intere, oppure sarà uno spettacolo pirotecnico. :)

    Perchè questa seconda persona? E tu? Non vuoi coinvolgerti?

    Stamattina per uffici non sono potuto intervenire.
    Mi pare però che qualcuna delle domande che mi erano venute in testa, abbiano già ricevuto risposta.

    Intanto non capivo il B/2 ed L/2, così come dalla tensione nello spigolo si poteva passare alla tensione al centro.
    La 'sovrapposizione degli effetti' con cui afazio ha chiarito la procedura è stata una bella risposta.

    Poi volevo chiedere se la formula per determinare le sovratensioni derivasse da Boussinesque, ed anche a questa domanda è giunta la risposta positiva.

    E mi rimane però una domanda finale. Una frase di afazio sembrerebbe risposta, però.....

    Se le sovratensioni sono determinate con Boussinesque, l'ipotesi alla base è che il terreno sottostante sia omogeneo ed isotropo (e certamente non stratificato). E' vero che determiniamo tensioni e non deformazioni, ma siamo sicuri che gli incrementi di tensioni di un terreno stratificato siano così ricavabili?


    P.S. Nonostante abbia detto di voler cominciare a lavorare 'programmatoriamente' su questo argomento a settembre, il pensiero ha iniziato per conto suo ad andare avanti. Avrei due possibilità riguardo l'output. Far vedere tensioni litostatiche, sovratensioni, deformazioni in una finestra di dialogo a parte, oppure avere una 'linguetta' che mi modifichi tutta la parte destra della schermata di Califfo, alternando l'output sul carico ultimo con l'output sulle deformazioni.
    Il primo caso mi parrebbe meno oneroso in termini di tempo di implementazione, il secondo ..... più affascinate.
     
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    CITAZIONE (zax2013 @ 9/8/2013, 14:53) 
    Intanto non capivo il B/2 ed L/2, così come dalla tensione nello spigolo si poteva passare alla tensione al centro.
    La 'sovrapposizione degli effetti' con cui afazio ha chiarito la procedura è stata una bella risposta.

    Poi volevo chiedere se la formula per determinare le sovratensioni derivasse da Boussinesque, ed anche a questa domanda è giunta la risposta positiva.

    E mi rimane però una domanda finale. Una frase di afazio sembrerebbe risposta, però.....

    Se le sovratensioni sono determinate con Boussinesque, l'ipotesi alla base è che il terreno sottostante sia omogeneo ed isotropo (e certamente non stratificato). E' vero che determiniamo tensioni e non deformazioni, ma siamo sicuri che gli incrementi di tensioni di un terreno stratificato siano così ricavabili?

    Col metodo di Boussinesque le caratteristiche meccaniche degli strati non intervengono nella determinazione dello stato tensionale, l'ipotesi base è quella di semispazio omogeneo. Naturalmente le carattestiche meccaniche entrano in gioco nella successiva fase di valutazione delle deformazioni.
    Che gli incrementi di tensione nel sottosuolo siano cosi ricavabili penso vi sia certezza data dalla sua applicazione da molti decenni, se poi intendi dire se vi è certezza che le sovratensioni cosi ricavate siano quelle che in effetti si generano occorrerebbe chiederlo a qualcuno di divino.

    Tieni però conto che nell'ambio della precisione che possiamo ottenere con qualsiasi metodo, potremmo anche scegliere senza timore di non aver azzeccato l'inazzeccabile, anche il metodo della diffusione secondo un gradiente costante e cioè secondo superfici inclinati di un prefissato angolo alfa fissato a sentimento.

    CITAZIONE
    P.S. Nonostante abbia detto di voler cominciare a lavorare 'programmatoriamente' su questo argomento a settembre, il pensiero ha iniziato per conto suo ad andare avanti. Avrei due possibilità riguardo l'output. Far vedere tensioni litostatiche, sovratensioni, deformazioni in una finestra di dialogo a parte, oppure avere una 'linguetta' che mi modifichi tutta la parte destra della schermata di Califfo, alternando l'output sul carico ultimo con l'output sulle deformazioni.
    Il primo caso mi parrebbe meno oneroso in termini di tempo di implementazione, il secondo ..... più affascinate.

    Penso che la via seconda (adattamento della parte di output) ti scombinerà i capelli in maniera mai più pettinabile.
    Invece, dato che sarebbe possibile implementare diversi metodi per la stima del cedimento e che potrebbero essere necessari altri dati di input o visualizzare dati intermedi di calcolo, penso che la via più facile sia quella di relegare il tutto ad altra apposita finestra. penso per esempio alla possibilità di poter stimare il cedimento ad un determinato tempo t fissato.
     
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    Riporto la slide successiva a quella già postata ricavata dal documento del professore Facciorusso.

    lunq

    In questa si fa cenno alla possibilità di poter valutare l'incremento tensionale ipotizzando una diffusione del carico secondo superfici troncopiramidali con inclinazione 1:2 (cioè 26,56 gradi sessadecimali)

    Ecco la funzione in VBA per excel.

    CODICE
    Public Function DsigmaZ1(B As Double, L As Double, q As Double, z As Double) As Double

    If q < 0 Then
       DsigmaZ1 = 0
       Exit Function
    End If

    If q = 0 Or z = 0 Then
       DsigmaZ1 = q
       Exit Function
    End If

    DsigmaZ1 = q * B * L / ((B + z) * (L + z))
    End Function



    Fissando l'angolo di diffusione come ulteriore parametro della funzione avremmo la seguente:

    CODICE
    Public Function DsigmaZ2(B As Double, L As Double, q As Double, z As Double, alfa As Double) As Double
    ' il parametro alfa rappresenta l'angolo di diffusione espresso in radianti
    If q < 0 Then
       DsigmaZ2 = 0
       Exit Function
    End If

    If q = 0 Or z = 0 Then
       DsigmaZ2 = q
       Exit Function
    End If

    DsigmaZ2 = q * B * L / ((B + 2 * z * Tan(alfa)) * (L + 2 * z * Tan(alfa)))
    End Function


    Scopo delle precedenti funzioni è quello di calcolare l'andamento dell'incremento tensionale sia con l'equazione derivante dalla formula di Boussinnesque e sia con la diffusione 1:2 e diffusione ad angolo da noi fissato, mettere in un grafico comune e vedere le differenze

    Nel diagramma che segue ho riportato l'andamento dell'incremento tensionale ottenuto applicando boussinnesque e il metodo della diffusione piramidale.

    Legenda colori:

    celeste: Boussinnesque
    rosso: diffusione 1:2
    verde: diffusione a 20°
    viola: diffusione a 35°

    i087
     
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    MI sono chiesto quale delle diffusioni troncopiramidali approssima meglio, ai fini dei cedimenti, la diffusione secondo Boussinesque? In altre parole, quale è l'angolo di diffusione per cui si ottiene una distribuzione delle sovratensioni che poi determina lo stesso cedimento della distribuzione di Boussinnesque.
    Il quesito è praticamente inutile se non soltanto a capire la questione della diffusione del carico in vari e diversi problemi. Per esempio nel caso del punzonamento nelle piastre in c.a. si ammette una diffusione secondo un angolo di ben 60° o quasi.

    Guardando la formula del cedimento edometrico:

    wed = Σ Δσi Δzi/Eedi

    ipotizzando Eed costante avremmo:

    wed =1/Eed * Σ Δσi Δzi

    ma la quantità Σ Δσi Δzi altro non è che l'area sottesa dalla curva Δσ sull'asse delle z.

    Pertanto ai fini dell'equivalenza dei cedimenti, la diffusione piramidale equivale a quella di Boussinnesque per angolo di diffusione tale che l'area sottesa dalla curva sia uguale all'area sottesa dalla curva di Boussinnesque.

    Ho fatto la prova.
    Con il foglio dove ho scritto le funzioni DsimaZ, ho impostato un ricerca obiettivo imponendo di porre l'area sottesa da una curva con distribuzione piramidale pari all'area sottesa dalla Boussinnesque al variare dell'angolo di diffusione.
    Ho ottenuto un angolo di 22.83 DEG corrispondente ad una inclinazione degli spigoli della piramide pari a circa 1:2.5.

    La prova è stata condotta senza tener conto per adesso dell'ampiezza dello strato comprimibile e considerando dieci metri di sottosuolo.
    Comunque il risultato ottenuto è significativo del fatto che per ottenere gli stessi effetti deformativi della formula di Boussinnesque, l'angolo di diffusione piramidale è assai lontano dai 60° del punzonamento nel cls e si avvicina ai rapporti 1:2 - 1:2.5 cioè ad angoli di poco superiori ai 20°.

    saluti
     
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    [QUOTE=zax2013,9/8/2013, 14:53 ?t=66674530&st=0#entry540317082]
    CITAZIONE (quattropassi @ 9/8/2013, 12:31) 
    E tu? Non vuoi coinvolgerti?
    Stamattina per uffici non sono potuto intervenire.
    Mi pare però che qualcuna delle domande che mi erano venute in testa, abbiano già ricevuto risposta.

    Certo Zax, ma il pb è che con voi si tratta di scon-volgersi. Tipo: si sa da dove si parta, ma non dove si arrivi. Nel senso che avete raggiunto un tale livello di minuzia che spesso mi perdo.
    Giusto adesso riguardavo con sgomento l'eccellenza di questo lavoro fatto un anno fa da afazio...
    https://bar-ingegneria.forumfree.it/?t=62548429&st=30
    Mamma mia! Che spasso.
     
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    [QUOTE=quattropassi,13/8/2013, 12:19 ?t=66674530&st=0#entry540505714]
    CITAZIONE (zax2013 @ 9/8/2013, 14:53) 
    CITAZIONE (quattropassi @ 9/8/2013, 12:31) 
    E tu? Non vuoi coinvolgerti?
    Stamattina per uffici non sono potuto intervenire.
    Mi pare però che qualcuna delle domande che mi erano venute in testa, abbiano già ricevuto risposta.

    Certo Zax, ma il pb è che con voi si tratta di scon-volgersi. Tipo: si sa da dove si parta, ma non dove si arrivi. Nel senso che avete raggiunto un tale livello di minuzia che spesso mi perdo.
    Giusto adesso riguardavo con sgomento l'eccellenza di questo lavoro fatto un anno fa da afazio...
    https://bar-ingegneria.forumfree.it/?t=62548429&st=30
    Mamma mia! Che spasso.

    Ho riletto il topic che hai linkato e, non ci crederai, dopo un anno mi sono sconvolto anche io.
    Quel topic rappresenta un eccellente tutorial per chiunque voglia cimentarsi con VBA per autocad (ma anche VBA per excel).
     
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    Egregio dott. Quattropassi

    Pochi giorni fa g.iaria ha riportato in chat un link di ingegneriaforum.it in cui io e lui avevamo 'pesantemente' discusso di una certa questione.

    Sono andato a rileggermi, seppur velocemente, e 'riemergendo' da questa parte ho lasciato questa mia osservazione in chat:

    "Quando mi rileggo rimango sempre meravigliato".

    In questa frase c'è un po' della mia presunzione nascosta. Ma c'è soprattutto che non ricordando più tutte le 'minuzie', come tu dici, e tutti i ragionamenti principali e 'secondari' (e magari i vicoli ciechi) che mi hanno portato a scrivere quella certa cosa, quel che leggo, seppur apprezzandolo, non mi appare nemmeno più mio.
    La mia meraviglia diventa: "Ma questo chi è? Ero io? Possibile?"

    Quando si approfondisce una questione ci si concentra su quella, e su quella si cerca di ragionare, fino in fondo. Poi è chiaro che passando ad altro, buona parte delle osservazioni si dimenticano, o si lasciano in un angolino.

    La questione è la seguente: devi lasciarti prendere dall'argomento.
    Ovvio, se arrivasse un tizio qualsiasi e cominciasse a leggere il topic "Hansen" con tutti i fiumi, i torrenti, i rivoli, di parole che ne sono susseguiti, non potrà più capire nulla, non potrà cetamente apprezzare fino in fondo.
    Stiamo parlando d'altra parte di un anno di attività di forum.

    Ma qui l'argomento è ancora 'immaturo'. C'è ancora tanto da scavare.
    Siamo solamente all'inizio. Ma è il momento buono per inserirsi.
     
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    Le tensioni litostastiche e gli incrementi tensionali.

    Considerando un semispazio omogeneo di peso per unità di volume ϒ, la tensione litostatica alla generica quota z si determina semplicemente attraverso

    σ = ϒ*z

    Se il semispazio è stratificato dobbiamo far ricorso alla sommatoria.

    p4pc

    Se adesso pensiamo di rimuovere uno strato indefinito di terreno di spessore D, il diagramma delle tensioni litostatiche trasla parallelamente al primo della quantità ϒ*D

    jz5v

    e pertanto la tensione litostatica in tutti i punti z>D si determina tramite:
    σ = ϒ*(z - D)

    In effetti per realizzare la fondazione si effettua uno scavo di dimensioni limitate (e non infinite) quindi l'effettivo diagramma delle tensioni a scavo avvenuto (e tempo sufficiente) è qualcosa che si colloca tra le due rette "ante scavo" e "post scavo infinito". Possiamo pensare che rispetto al diagramma originario delle tensioni litostatiche vi sia una diminuizione delle stesse determinabile sempre con la formula di Boussinnesque per carico negativo pari a ϒ*D su area rettangolare.

    zjme

    Adesso nell'area che abbiamo scavato applichiamo il carico q.

    1y2o

    Rispetto all'originario diagramma delle tensioni litostatiche "ante tutto", si produce un incremento tensionale che determiniamo con la formula di Boussinnesque.
    Il diagramma che ne risulta è pertanto determinabile partendo da quello iniziale, sommando quello dovuto al carico e sottraendo quello dovuto allo scavo .
    In altre parole significa che l'incremento tensionale finale lo si determina considerando il carico netto q-ϒ*D e che il diagramma di riferimento è quello iniziale con zero in corrispondenza del piano di campagna.
    Riposizionando i diagrammi in maniera più opportuna abbiamo:

    uy2e

    Edited by afazio - 13/8/2013, 17:57
     
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    Influenza della falda sui cedimenti

    Anticipo che quanto scriverò non sarà necessariamente corretto, si tratta di pensieri ad alta voce.
    Aggiungo ancora che ho spesso paragonato la programmazione ad uno strumento, un cacciavite, che consente di 'aprire' e meglio conoscere i meccanismi che stanno dietro a cose apparentemente banali e che generalmente sembrano 'liscie'.

    Il cedimento di cui qui si parla è di tipo elastico. Esso deriva dalla semplice sovratensione che un carico in superficie genera nell'ammasso di terreno sottostante.
    Si suddivide il terreno in striscioline, per ognuna di esse si determina la sovratensione. Da questa è facile ricavare il cedimento afferente a quella specifica strisciolina così: delta_striscia=h_striscia*delta_sigma/Ed

    Sommando i cedimenti di ogni singolo straterello si ottiene il cedimento complessivo della fondazione (almeno nel suo punto centrale).

    Se guardiamo la formula della sovrapressione, pubblicata nel primo post di questo topic da afazio, vediamo che essa non si azzera mai con la profondità, ma ovviamente tende a zero. Ecco dunque che si pone il problema di quando fermarsi nella 'indagine', nella sommatoria dei cedimenti di ogni singola strisciolina.

    Afazio suggerisce il criterio di controllare il valore della sovrapressione rispetto alla corrispondente tensione litostatica. Quando la sovrapressione diventa piccola (in percentuale) rispetto alla pressione litostatica (pressione che invece aumenta con la profondità) ecco che ci si può fermare.

    Io in effetti avrei alcune perplessità sul criterio. Mi parrebbe più giusto fermarmi invece quando il cedimento della singola strisciolina diventa insignificante.
    Insignificante rispetto a cosa? Un valore numerico tipo 0.1 mm?
    Debbo rifletterci.

    Mi pare con il criterio proposto da afazio di poter correre il rischio di 'perdere' cedimenti. Il confronto con la tensione litostatica, che di fatto è indipendente dall'incremento delle tensioni dovute ai carichi della fondazione non mi pare 'corretto'.

    Ma andiamo all'argomento falda.
    Può la falda influenzare il cedimento?
    In geotecnica viene data molta enfasi ai carichi di breve durata, che farebbero innescare sovrapressioni neutre, e carichi di lunga durata che invece agirebbero direttamente sullo scheletro solido del terreno il quale ha avuto il tempo di far scaricare le pressioni neutre che eventualmente possano essersi innescate in una prima fase.
    In una prima fase il terreno avrebbe pochi cedimenti, essendo l'acqua incomprimibile, e li avrebbe successivamente.

    E qui? Non mi pare dalle formule che la presenza della falda venga tenuta in qualche modo in conto.

    Mi direte: quello che conta è il cedimento elastico finale, derivante da pressioni neutre nulle.

    Però con il criterio proposto da afazio, se il terreno è immerso in falda, avrà delle tensioni litostatiche (effettive) inferiori. E quindi l'algoritmo che dovrebbe determinare i cedimenti 'andrebbe' più in profondità, con il risultato che a parità di sovratensioni, otterrei un cedimento lievemente superiore con falda che non senza.

    D'accordo, numericamente non so di cosa parlo. Della 4° cifra decimale di un numero già espresso in cm?
    Ma è il discorso di concetto quello cui voglio soffermarmi.
     
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