Il Bar dell'Ingegneria

Che tipo di solaio può essere?

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    Buongiorno,
    sono un ingegnere ma non mi occupo di strutture quindi scusatemi se scrivo qualche castroneria. Mi sono recentemente imbattuto in alcuni lavori per la riparazione di perdite idrauliche, che sono stati effettuati da soffitto del piano inferiore rispetto alla pedita, rompendo le pignatte. Un travetto è stato tagliato lasciando esposti i ferri praticamente inesistenti.
    Da qui nasce la curiosità.

    Mi aiutereste ad identificare il tipo di solaio riportato nelle immagini di seguito? E anche a capire come sta su, vista l'assenza di ferro..
    Edificio fine anni 50. Struttura mista con murature portanti perimetrali, cordolo di bordo, travi e pilastri interni con le travature ordite in una sola direzione. Campata del solaio 4/4.5m.

    Immagine-Whats-App-2023-07-26-ore-11-18-14
    Immagine-Whats-App-2023-07-26-ore-11-19-26
     
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    Buonasera,

    un po' limitatamente, visti i saggi dal solo intradosso, mi pare di notare:

    * tondi (lisci?) di piccolo diametro all'intradosso e all'estradosso;
    * piccole scanalature nei laterizi;
    * "travetti" di piccola base all'intradosso.

    Potrebbe essere un solaio tipo SAP, vivissimo durante la ricostruzione e morto il decennio successivo.

    I laterizi hanno carattere portante, sono posti l'uno accanto all'altro sulla casseratura di piano, i fondelli dei "travetti" sono sostituiti dalle ali dei laterizi, dentro quest'ultimi vengono posti piccoli ferri in apposite scanalture e ammaltati, spesso viene anche posto in opera un tondo all'estradosso nel travetto realizzato dal getto tra laterizi.

    Se fosse un SAP, sta ritto garantendo una coppia resistente acciaio-laterizio compresso. L'analisi della capacità portante è da condurre determinando l'asse neutro col metodo grafico, le caratteristiche meccaniche omogenee e parzializzate sono determinabili facilmente. Il manualetto SAP, che magari le posso mandare, se dovesse essere questi il solaio, assieme a delle analisi di capacità portante che ho realizzato, mostra caratteristiche geometriche, meccaniche, e capacità (determinata da sole prove sperimentali) in funzione dell'altezza dei laterizi + getto di riempimento e ferri disposti superiormente e inferiormente.

    IMG_2626

    Edited by DOTTINGAM - 29/7/2023, 21:31
     
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    I sap sono travetti affiancati uno a l altro non molto larghi ... non mi pare sia questo il caso . A volte usavano fare la gettata in opera . Magari è quella

    se trovo ferri lisci è più facile sia sap. Credo che i sap fossero larghi a spanne 10 -15 . Non di più
     
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    Buongiorno,

    chiedo scusa ma non posso non risponderle: trovo ciò che ha scritto molto approssimativo.

    CITAZIONE (Cristian Lorenzetto @ 24/8/2023, 06:35) 
    I sap sono travetti affiancati uno a l altro non molto larghi ... non mi pare sia questo il caso . A volte usavano fare la gettata in opera . Magari è quella

    se trovo ferri lisci è più facile sia sap. Credo che i sap fossero larghi a spanne 10 -15 . Non di più

    Lei crede male. Le dirò cosa credo io: lei ha le idee confuse e un solaio SAP non l'ha mai visto.

    Le prime prove preliminari del solaio SAP (1925) facevano riferimento ad una larghezza dell'elemento in laterizio di 25cm. Ma già nella relazione dell'Ing. Revere (1929) si fa riferimento ad elementi di larghezza 20cm, essa divenne il nuovo standard, mai mutata.

    I solai in latero-cemento a travetti gettati in opera posseggono tutti, e spero d'essere smentito, elementi d'alleggerimento con intradosso piano e a fori a forma triangolare o quadrata. Inoltre il solaio a travetti gettato in opera prevede, teoricamente, tutt'altro funzionamento rispetto un solaio SAP. Questi (il SAP) benché abbia i "travetti" fisicamente gettati in opera, non è un solaio "a travetti gettati in opera" propriamente detto perché il laterizio ha funzione portante. Di più: la presenza di scanalature all'intradosso dei laterizi con ferri ammaltati deve già darle informazioni sul funzionamento teorico di quel solaio, non può di nuovo essere con funzionamento a travetti gettati in opera.

    A monte di catalogare un solaio come SAP, BERRA, FERT, CIREX, sta comprenderne il funzionamento. Si può discutere poi che anche le pignatte di un solaio a travetti prefabbricati gettato in opera collaborino in qualche modo e che quindi non è correttissimo fare riferimento al solo calcestruzzo. L'unica verità è che il comportamento reale nessuno lo sa, lo insegna Heyman, ciò che ci viene incontro è il teorema statico dall'analisi limite.

    Concludo: le allego uno schizzo estrapolato dalla prima immagine inviata.

    È un SAP. Si vedono persino i fori analoghi alla sezione tipo.

    Screenshot%202023-08-24%20134535
     
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    sul tipo di solaio sono d'accordissimo. Una cosa... ma qualcuno ha mai fatto un consolidamento di solai di questo tipo ? in particolare con solai che sono vetusti ed hanno l'armatura inferiore ormai in condizioni non buone..""?
    Che soluzioni avete da suggerire?

    Edited by volsconger - 16/10/2023, 14:37
     
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    L'ingegnere con cui collaboro mi affidò il progetto di consolidamento di un solaio di questo tipo in uno stabilimento di produzione industriale. Progettai la prova di carico su gommoni disposte nelle varie campate e dai risultati degli abbassamenti vennero fuori due cose interessanti:

    - la compartecipazione trasversale del solaio era notevole;
    - la capacità accidentale, alle tensioni ammissibili, in funzione dello schema statico e delle luci, era dell'ordine di ~135 e ~200 daN/m^2 per due campi.

    Dai saggi inoltre venne fuori che il calcestruzzo nei "travetti" non era stato colato bene lasciando svariati vuoti tra esso e i laterizi.

    Ora, la LECA ha messo a disposizione un documento di consolidamento, disponibile qui: www.leca.it/notizie/documentazione...-dei-solai-sap/ . Si tratta di realizzare una soletta armata all'estradosso: si alza l'asse neutro teoricamente incrementando la duttilità. Soluzione analoga fu eseguita da un ingegnere qua nelle vicinanze per il consolidamento di un impianto industriale di una famosissima firma italiana.

    La soluzione di gettare solo una nuova soletta aggiungendo peso non mi è mai piaciuta quindi abbiamo optato per un graticcio di travi in acciaio da carpenteria metallica costituito da una orditura principale e una secondaria nei solai ove erano disponibili dei pilastri in c.a. oltre che alla muratura perimetrale e sole travi principali da poggiare sui muri di controvento altrimenti.

    Fissate le capacità flettenti e poste le travi perpendicolarmente all'orditura abbiamo spezzato i campi di solaio di modo da ottenere, agli SLU, un carico accidentale nominale di 600 daN/m^2, abbattendo così il momento sollecitante, fino a studiare il caso di solaio su sette appoggi. Una soletta di 4cm con rete e.s. ha terminato l'opera.

    Il problema si è posto su come ingranare la nuova soletta al solaio. Vi erano i seguenti problemi:

    - demolizione della caldana esistente avrebbe probabilmente distrutto i laterizi portanti;
    - i ferri tondi, stimati in Aq42, venivano posizionati e ammaltati nelle scanalature PRIMA della posa in opera, romperne uno avrebbe significato non ripristinarlo;
    - i "travetti" erano così sottili che era difficile scassarli per aggiungerci spezzoni o una forma di piolatura.

    Decidemmo di praticare solchi diffusi nella caldana esistente per ingranare la successiva soletta, di concerto con una scarificatura generale.


    Su internet ho trovato che qualcuno ha rimosso una fila di laterizi in senso perpendicolare all'orditura per realizzarvi dei rompitratta. Altri in direzione parallela, ingrossando i "travetti".
    Trovo molto rischiosa la prima soluzione in caso di danneggiamento dei filanti nelle scanalature, la seconda non saprei giudicarla ma un travetto notevole e ad un passo più in là un laterizio con forte differenza flessionale non mi piace.

    Edited by DOTTINGAM - 16/10/2023, 15:47
     
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    CITAZIONE (DOTTINGAM @ 16/10/2023, 15:14) 
    Dai saggi inoltre venne fuori che il calcestruzzo nei "travetti" non era stato colato bene lasciando svariati vuoti tra esso e i laterizi.

    E' quello che accadeva sempre nel caso dei solai gettati in opera.

    In pratica una volta posizionate tutte le pignatte venivano inserite le barre inferiori di armatura dei travetti.
    Per gravità è chiaro che tali barre, senza distanziatori alcuno, andavano a finire sul fondo del travetto a contatto con il laterizio.
    Una volta fatto il getto, con gli inerti di grandezza buoni per le travi, ma non certo per travettini da 8 cm, il risultato era che non solo si formavano i vuoti all'interno del travetto, ma le barre inferiori del travetto non venivano nemmeno circondate per intero dal calcestruzzo.
    Ebbene si, nelle raccomandazione dei solaisti era previsto che gli operai in fase di getto, con un ferretto ad uncino dovevano prendere il ferro inferiore e sollevarlo all'interno del getto ancora fresco in modo da farlo circondare dal calcestruzzo. Ma una tale operazione, affidata alla buona volontà del mastro di turno, senza alcun riscontro visivo della bontà dell'operazione, si capisce bene che ancorchè venisse fatta, non sempre si poteva considerare ben fatta.

    Il risultato è che quanto le pignatte scoppiano per la dilatazione delle armature ossidate, pare che si sia staccato anche porzione del copriferro in cls. Ma in realtà in tantissimi casi questo copriferro, nei fatti, non c'è mai stato.
     
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