Il Bar dell'Ingegneria

Votes given by afazio

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    CODE
    https://lacelebrite.fr/
    L'iniezione iniziale riempie lo spazio tra la camicia d'acciaio e le pareti del foro con malta marrone. Immagina uno stantuffo semplice con i tappi superiore e inferiore che creano una camera. Questa camera consente di iniettare la malta sotto pressione.

    Molte celebrità hanno sorpreso i fan con il loro background ingegneristico. Da attori come Dolph Lundgren (Ingegneria chimica) e Rowan Atkinson (Ingegneria elettrica) al comunicatore scientifico Bill Nye (Ingegneria meccanica), queste stelle dimostrano che creatività e competenza tecnica possono andare di pari passo, come riportato da.

    Edited by Loper23 - 2/4/2024, 03:23 PM
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    Mi ritrovo con il rapporto delle masse su quelle dimensioni.
    Visivamente l'andamento delle masse additive rispecchia i grafici:
    Masse
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    Ecco il file excel di prova
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    Grazie reversi
    CITAZIONE
    Buonasera, vi propongo la seguente soluzione cioè quella dei coseni direttori che è valida nello spazio:
    - calcolo i coseni direttori dei vettori vBA e vBC
    vBA = (xA-xB,yA-yB,zA-zB)
    vBC = (xC-xB,yC-yB,zC-zB)

    nella formule per il calcolo dei coseni direttori ho dimenticato la divisione per la distanza:
    |AB| = √[(xA-xB)²+(yA-yB)²+(zA-zB)²]
    vBA = ((xA-xB)/|AB|,(yA-yB)/|AB|,(zA-zB)/|AB|)
    |BC| = √[(xC-xB)²+(yC-yB)²+(zC-zB)²]
    vBC = ((xC-xB)/|BC||,(yC-yB)/|BC|,(zC-zB)/|BC|)
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    fermo restando quello che ognuno fa, mi pare che qui la discussione non sia su come faccio io o su come fa un altro, quanto piuttosto come si fa.

    e gli strutturali vanno in una scala minima di 1:50.

    ci sono anche delle norme iso in proposito.

    il formato del foglio non c'entra niente con la scala, si può usare anche un a4 ma se il disegno non ci sta non si rimpicciolisce la scala ma si ingrandisce il foglio.
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    Questo ad esempio è uno degli schemi di solaio in latero cemento che generalmente inserisco nei miei progetti (ovviamente non è sempre uguale, ma cambia in base a spessori, tipologie differenti, ecc.).

    png

    Come vedi è in scala 1:10 e mi pare che tutto quanto vi è presente abbia la giusta grandezza per essere quotato, descritto, letto.

    Chi vuol leggerlo, lo può leggere. Non può avere scuse.
    Se non lo legge, buon per lui, vuol dire che ha le idee chiarissime e sa cosa deve fare.
    Se non lo legge perchè ha problemi di presbiopia bastano un paio di occhiali in farmacia.
  7. .
    Ricordavo che nelle NTC 2018 (e le NTC2008 prima di loro) imponessero la scala 1:50 per le carpenterie e distinte armature dei c.a.
    Ma rileggendo le une e le altre non ho più ritrovato quanto pensavo di ricordare.

    Di sicuro nell'ambito dei lavori pubblici il progetto strutturale "esecutivo" va redatto a quella scala minima (1:50)

    Ovviamente se fai i dettagli di aggancio degli elementi di una struttura metallica la scala 1:10 è la minimissima che puoi usare, con la scala 1:5 "regina" e magari puoi spingerti fino alla 1:2

    P.S. alla fine ricordavo bene. Cercavo però nei posti sbagliati. L'obbligo della scala 1:50 viene sancito nelle circolari per carpenterie, profili e sezioni
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    credo che con il fotogramma postato da afazio siamo giunti alla soluzione di questo crollo.

    i bulloni di sezione (o in numero) insufficiente sotto il carico di collaudo si sono snervati/spezzati causando il sollevamento della piastra di base dell'antenna dalla fondazione. l'intrinseca asimmetria dell'antenna, per effetto dell'imprevista rotazione di base, ha determinato differenze nelle tensioni degli stralli, da cui la rotazione dell'impalcato. i cubi d'acqua - non fissati - si sono via via spostati tutti da uno stesso lato accentuando sempre più il fenomeno fino al crollo.
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    Buonasera,

    vorrei porre una questione per da imbastire, spero, uno scambio di idee. Dico scambio di idee perché anche se sono consapevole di come procedere con un dato problema, mi piace spendere parole coi colleghi per capire come procederebbero loro.

    Si veda l'immagine in allegato.

    Screenshot%202023-08-28%20213607

    Faccio un po' di storia per capire da dove viene 'sta roba:
    La struttura è costituita da un muro in c.a. che può considerarsi infinitamente lungo, suddetto muro sostiene una imponente ma leggera copertura voltata la quale scarica puntualmente sul primo. Gli scarichi avvengono in due zone che, schematizzabili come meri punti, appartengono ad uno stesso piano verticale, questo piano seziona il muro come mostrato in immagine e possiede normale parallela alla generatrice della volta di copertura. Gli scarichi posseggono passo costante in direzione di sviluppo del muro (quindi in direzione della generatrice). Al fine di irrigidire il muro nei confronti delle azioni nel piano dell'immagine è stata studiata una soluzione a contrafforti in ogni piano verticale perpendicolare allo sviluppo del muro che contiene gli scarichi della volta. Vi sono poi ulteriori irrigidenti nei piani orizzontali ai quali appartengono gli scarichi puntuali, non sono disegnati.
    Le dimensioni del muro sono validate. Esso è stato predimensionato col PLV e in seguito verificato agli spostamenti per ogni combinazione dei carichi derivanti dalla sovrastruttura di copertura. La ciabatta di fondazione è di geometria tale che le tensioni di contatto fondazione-terreno siano sempre di compressione per quest'ultimo. E' una struttura poco efficiente ma all'ingrato compito che deve sostenere poteva opporsi unicamente con la caratteristica di ciclopicità.

    Si lasci perdere l'armatura del muro. Il calcolo coi modelli tirante-puntone sarà realizzato più avanti.

    Si definisca prima la fondazione. Il 90% della tensione sul terreno all'interfaccia con la ciabatta (caso senza pali) è dovuta al peso proprio. Le tensioni sul terreno per le combinazioni di carico considerate sono superiori alla capacità portante della sola fondazione a platea.
    La prima coltre di terreno ~5m è per lo più roba coesiva con lenti di sabbie limose qua e la, mostra scarsa coesione non drenata, buoni angoli di resistenza al taglio non drenato e drenato, scarsa coesione efficace. Lo strato successivo è considerato dal geologo incompribile, ghiaie in matrice sabbioso-limosa, grandi moduli elastici, resistenza alla punta qc~150 daN/cm^2, nessuna caratteristica meccanica disponibile (no prove laboratorio).
    L'idea è di portare il carico derivante dalla copertura ai pali per una buona aliquota, di modo da sgravare il terreno a contatto con la ciabatta delle tensioni eccessive.

    Il sistema è costituito quindi dai pali, da predimensionare. Tutte le forze in figura sono forse esterne, R1 e R2 le reazioni vincolari. Si può discutere sullo schema a doppio appoggio ma preferirei passare oltre.


    a. Senza scomodare la teoria delle raft foundations coi coefficienti di compartecipazione, quanto è da ritenersi accurato suddividere le azioni che vanno a finire sui pali con giustificazioni fisico-geometriche (influenza)?

    b. Come procedereste al predimensionamento dei pali tenendo conto che il massimo spostamento ammissibile è al più di 1cm?

    c. In condizioni drenate e non drenate il primo strato funziona bene. Come procedereste col secondo strato in entrambe le condizioni, sapendo che non vi è falda fino a oltre 20m e che non disponete di prove di laboratorio?


    Un favore per chi partecipa: non partite a parlare di elementi finiti. Credo fortemente che prima le cose vadano comprese concettualmente, predimensionate a mano (al più scrivendo un algoritmo) ed infine, forse, lanciare le verifiche al calcolatore.

    No perditempo, filosofia ben accetta.
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    Buongiorno,

    chiedo scusa ma non posso non risponderle: trovo ciò che ha scritto molto approssimativo.

    CITAZIONE (Cristian Lorenzetto @ 24/8/2023, 06:35) 
    I sap sono travetti affiancati uno a l altro non molto larghi ... non mi pare sia questo il caso . A volte usavano fare la gettata in opera . Magari è quella

    se trovo ferri lisci è più facile sia sap. Credo che i sap fossero larghi a spanne 10 -15 . Non di più

    Lei crede male. Le dirò cosa credo io: lei ha le idee confuse e un solaio SAP non l'ha mai visto.

    Le prime prove preliminari del solaio SAP (1925) facevano riferimento ad una larghezza dell'elemento in laterizio di 25cm. Ma già nella relazione dell'Ing. Revere (1929) si fa riferimento ad elementi di larghezza 20cm, essa divenne il nuovo standard, mai mutata.

    I solai in latero-cemento a travetti gettati in opera posseggono tutti, e spero d'essere smentito, elementi d'alleggerimento con intradosso piano e a fori a forma triangolare o quadrata. Inoltre il solaio a travetti gettato in opera prevede, teoricamente, tutt'altro funzionamento rispetto un solaio SAP. Questi (il SAP) benché abbia i "travetti" fisicamente gettati in opera, non è un solaio "a travetti gettati in opera" propriamente detto perché il laterizio ha funzione portante. Di più: la presenza di scanalature all'intradosso dei laterizi con ferri ammaltati deve già darle informazioni sul funzionamento teorico di quel solaio, non può di nuovo essere con funzionamento a travetti gettati in opera.

    A monte di catalogare un solaio come SAP, BERRA, FERT, CIREX, sta comprenderne il funzionamento. Si può discutere poi che anche le pignatte di un solaio a travetti prefabbricati gettato in opera collaborino in qualche modo e che quindi non è correttissimo fare riferimento al solo calcestruzzo. L'unica verità è che il comportamento reale nessuno lo sa, lo insegna Heyman, ciò che ci viene incontro è il teorema statico dall'analisi limite.

    Concludo: le allego uno schizzo estrapolato dalla prima immagine inviata.

    È un SAP. Si vedono persino i fori analoghi alla sezione tipo.

    Screenshot%202023-08-24%20134535
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    Buonasera,

    un po' limitatamente, visti i saggi dal solo intradosso, mi pare di notare:

    * tondi (lisci?) di piccolo diametro all'intradosso e all'estradosso;
    * piccole scanalature nei laterizi;
    * "travetti" di piccola base all'intradosso.

    Potrebbe essere un solaio tipo SAP, vivissimo durante la ricostruzione e morto il decennio successivo.

    I laterizi hanno carattere portante, sono posti l'uno accanto all'altro sulla casseratura di piano, i fondelli dei "travetti" sono sostituiti dalle ali dei laterizi, dentro quest'ultimi vengono posti piccoli ferri in apposite scanalture e ammaltati, spesso viene anche posto in opera un tondo all'estradosso nel travetto realizzato dal getto tra laterizi.

    Se fosse un SAP, sta ritto garantendo una coppia resistente acciaio-laterizio compresso. L'analisi della capacità portante è da condurre determinando l'asse neutro col metodo grafico, le caratteristiche meccaniche omogenee e parzializzate sono determinabili facilmente. Il manualetto SAP, che magari le posso mandare, se dovesse essere questi il solaio, assieme a delle analisi di capacità portante che ho realizzato, mostra caratteristiche geometriche, meccaniche, e capacità (determinata da sole prove sperimentali) in funzione dell'altezza dei laterizi + getto di riempimento e ferri disposti superiormente e inferiormente.

    IMG_2626

    Edited by DOTTINGAM - 29/7/2023, 21:31
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    Buonasera, mi permetto di caricarne la traduzione.

    Edited by DOTTINGAM - 30/7/2023, 20:08
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    Ho implementato una tecnica di predimensionamento di dispositivi viscosi, secondo la procedura descritta in Un metodo semplificato per il dimensionamento e l’analisi di strutture equipaggiate con smorzatori viscosi, Michele Palermo, Stefano Silvestri, Giada Gasparini, Tomaso Trombetti, Progettazione Sismica – Vol. 8, N.3, Anno 2017.

    Str.En.T.+_v2022.5
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    CITAZIONE (afazio @ 21/11/2022, 21:59) 
    Il coefficiente di spinta attivo nei due casi è diverso.
    Per confrontare i due casi occorre condurre delle simulazioni.

    quoto afazio ed aggiungo anche che per un corretto confronto bisogna usare in ambo i casi la stessa teoria, perché - per quanto sembra dall'illustrazione - le figure che schematizzano i due casi sono costruite la prima con rankine e la seconda con coulomb.

    nella figura di sinistra, infatti, l'inclinazione della spinta rispetto alla normale è pari a beta, cioè all'angolo di declivio del terrapieno di monte, ipotesi specifica della teoria di rankine.

    nella figura di destra, invece, l'inclinazione della spinta rispetto alla normale è pari a delta, cioè all'angolo di attrito terra-muro, ipotesi specifica della teoria di coulomb. preciso che, in questo caso, la superficie di separazione tra i due cunei non è tra terra e muro, ma tra terra e terra, quindi delta (che usualmente viene assunto pari ai 2/3 di phi, angolo di resistenza a taglio) vale proprio phi.

    concordo con 4p sul fatto che la lunghezza della suola di monte è una discriminante poiché, in effetti, c'è un limite al valore che può essere assunto dall'angolo alfa di inclinazione del paramento interno. nei casi pratici però ciò non avviene mai, perché richiederebbe un volume di scavo molto maggiore del necessario, con incremento dei costi sia di scavo che di riempimento, oltre al problema di dover contenere un fronte di scavo più alto. anzi, non è infrequente addirittura il caso che la suola interna sia del tutto assente, sostituita da uno scavo a sezione obbligata approfondito entro il piano di posa (il "famigerato" dente, tanto osteggiato) pari allo spessore del muro in modo da far partire i ferri verticali da una quota inferiore.
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    Buongiorno,
    Non vedo alcun problema nei sistemi “ibridi”, sia nel nuovo che nell’esistente. Ogni sistema avrà la sua rigidezza e le forze orizzontali si distribuiranno di conseguenza. Sta all’ingegnere calibrare correttamente l’accoppiamento dei sistemi. Ritengo anche che l’analisi lineare vada più che bene (anzi meglio) per studiare la ripartizione delle forze tra i vari elementi. Per avere contezza di quanto sopra scritto, si può immaginare di calcolare a mano (no software!) una struttura semplice tipo “tavolino” in cui si inseriscono ad esempio sia elementi di acciaio (colonne) che setti in c.a.. Ci si accorgerà ben presto che il contributo alla resistenza laterale delle colonne sarà trascurabile rispetto a quella dei setti. Le colonne potranno essere quindi considerate come dei pendoli. Lo stesso può avvenire accoppiando telai in c.a. con controventi metallici. In questo secondo caso, la distribuzione delle forze è meno evidente ma pur sempre calcolabile. Ci sono numerosi casi anche nel nuovo di edifici “ibridi” basti pensare alle costruzioni in legno e acciaio, gli edifici alti con sistema di controventamento con nucleo in ca. e outrigger in acciaio o misti acciaio cls etc.
    Quindi non c’è bisogno di nessun riferimento normativo; trattasi solo di scelte progettuali.
    Spero di aver aiutato.
144 replies since 29/6/2012
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