Il Bar dell'Ingegneria

Votes given by reversi

  1. .
    A dire il vero gli autovalori di cui discorriamo sono quella della matrice D (dinamica) e non della matrice K (matrice delle rigidezze).

    La matrice dinamica D è pari a M-1*K
    Dove M è la matrice delle masse (generalmente una matrice quadrata della stessa ampiezza di K con elementi, le masse, sulla diagonale).
  2. .
    Buongiorno,

    chiedo scusa ma non posso non risponderle: trovo ciò che ha scritto molto approssimativo.

    CITAZIONE (Cristian Lorenzetto @ 24/8/2023, 06:35) 
    I sap sono travetti affiancati uno a l altro non molto larghi ... non mi pare sia questo il caso . A volte usavano fare la gettata in opera . Magari è quella

    se trovo ferri lisci è più facile sia sap. Credo che i sap fossero larghi a spanne 10 -15 . Non di più

    Lei crede male. Le dirò cosa credo io: lei ha le idee confuse e un solaio SAP non l'ha mai visto.

    Le prime prove preliminari del solaio SAP (1925) facevano riferimento ad una larghezza dell'elemento in laterizio di 25cm. Ma già nella relazione dell'Ing. Revere (1929) si fa riferimento ad elementi di larghezza 20cm, essa divenne il nuovo standard, mai mutata.

    I solai in latero-cemento a travetti gettati in opera posseggono tutti, e spero d'essere smentito, elementi d'alleggerimento con intradosso piano e a fori a forma triangolare o quadrata. Inoltre il solaio a travetti gettato in opera prevede, teoricamente, tutt'altro funzionamento rispetto un solaio SAP. Questi (il SAP) benché abbia i "travetti" fisicamente gettati in opera, non è un solaio "a travetti gettati in opera" propriamente detto perché il laterizio ha funzione portante. Di più: la presenza di scanalature all'intradosso dei laterizi con ferri ammaltati deve già darle informazioni sul funzionamento teorico di quel solaio, non può di nuovo essere con funzionamento a travetti gettati in opera.

    A monte di catalogare un solaio come SAP, BERRA, FERT, CIREX, sta comprenderne il funzionamento. Si può discutere poi che anche le pignatte di un solaio a travetti prefabbricati gettato in opera collaborino in qualche modo e che quindi non è correttissimo fare riferimento al solo calcestruzzo. L'unica verità è che il comportamento reale nessuno lo sa, lo insegna Heyman, ciò che ci viene incontro è il teorema statico dall'analisi limite.

    Concludo: le allego uno schizzo estrapolato dalla prima immagine inviata.

    È un SAP. Si vedono persino i fori analoghi alla sezione tipo.

    Screenshot%202023-08-24%20134535
  3. .
    Buonasera,

    assumo che si tratta di travi inflesse ergo tralascio la torsione per equilibrio.

    Che io sappia, e spero di essere smentito, nelle NTC non vi è traccia di quello che cerca. Nell'EC2 c'è qualche cosa ma a solo riguardo di armatura di pelle per travi per cui l'armatura tesa è di diametro >32mm o barre raggruppate con diametro equivalente > di quello sopra, al fine di evitare fenomeni di fessurazione.

    Personalmente, oltre i 30/35 cm di interasse tra i centri d'armatura inserisco sempre qualche tondo di confezionamento perlopiù di diametro 12.
  4. .
    CITAZIONE (Fred15 @ 14/6/2023, 20:18) 
    Giusto, ma perché su libri viene misurata a partire da asse asse ferri (mi riferisco alla distanza)

    indica i libri.

    non è che i libri sono tutti rigorosi.

    occorre vedere le figure di EC2 e le figure nell'Angotti + 3.

    Alex drake non è tipo che dica una cosa per "distrazione".
  5. .
    A me pare un buon lavoro. Per la conformazione della stanza si dimezza la luce indirettamente con putrelle ortogonali. La questione è solo matematica se le putrelle sono della sezione giusta. Ma ad occhio pare di si.
  6. .
    Molte grazie

    Stiamo sviluppando un sistema fotovoltaico per l´agricultura, appeso a funi. E ci manca totalmente un approccio per i carichi da ghiaccio.
    Molto utile!!

    cordiali saluti
    Johann
  7. .
    CITAZIONE (reversi @ 9/2/2023, 16:17) 
    il passaggio non l'ho trovato, ma in questa pagina del sito promozioneacciaio: www.promozioneacciaio.it/cms/it723...-4-generale.asp all'ultimo rigo della risposta n. 2 si legge:

    "Le NTC2018 specificano che per le norme armonizzate richiamate all’interno del testo, la versione di riferimento è sempre quella più aggiornata".

    dando per buono quanto sopra, siccome la 13791 è armonizzata (l'elenco delle norme armonizzate è pubblicato periodicamente con direttiva del parlamento europeo) dovrebbe quindi sempre usarsi la versione più recente.

    mi autocorreggo: benché EN, la 13791 non è armonizzata. qui l'elenco più recente: https://ec.europa.eu/docsroom/documents/52...nditions/native

    Però il tuo riferimento mi ha mandato al §11.1 del DM2018, che dovrebbe essere quello che ricordavi:
    [...]
    Il richiamo alle specifiche tecniche armonizzate, di cui al Regolamento UE 305/2011, contenuto nella presente norma deve intendersi riferito all’ultima versione aggiornata, salvo diversamente specificato. Il richiamo alle specifiche tecniche volontarie UNI, EN e ISO contenute nella presente norma deve intendersi riferito alla data di pubblicazione se indicata, oppure, laddove non indicata, all’ultima versione aggiornata. Con successivo provvedimento si aggiornano periodicamente gli elenchi delle specifiche tecniche volontarie UNI, EN ed ISO richiamate nella presente norma.
  8. .
    CITAZIONE (afazio @ 11/12/2022, 14:25) 
    Questo è un topic assai interessante.
    Per conto mio ho iniziato a studiare le verifiche di resistenza al fuoco di profilati metallici. La determinazione della curva di riscaldamento risulta piu semplice rispetto a quella di una sezione in c.a.
    Mi propongo di aprire un topic apposito con lapubblicazione di codice in VBA-Excel specifico.

    grazie afazio per l'apprezzamento.
    Caronte potrebbe essere utilmente impiegato per fare l'analisi termica di qualsiasi materiale di cui si conoscano le proprietà termiche, ed anche di conglomerati di materiali, come ad esempio il cemento armato.

    (ps. ho appena caricato un aggiornamento di contour2D, ora renderizza i grafici più velocemente, i link di scarico sono quelli precedentemente segnalati)
  9. .
    AIRCRAFT CRASH

    Nel precedente post ho fatto un accenno all'impatto di aerei, ma come si verifica effettivamente l'impatto di un'aereo?
    Sostanzialmente, vi sono due modi: 1) tramite metodi analitici e 2) tramite simulazioni agli elementi finiti. Lasciando perdere il secondo caso, come si può governare analiticamente un fenomeno del genere?

    Attualmente, la metodologia di calcolo più diffusa è quella proposta da Riera negli anni '60, integrata a sua volta dall'approccio del CEB 187: in pratica si assume che l'aereo sia schematizzabile come una serie di masse e molle in funzione della composizione dell'aereo, e questo si schianti completamente sulla parete esterna di calcestruzzo. Questo vuol dire che possiamo individuare una funzione di carico f(t) propria ad ogni tipo di aereo (leggero, commerciale, militare), ed applicarla ad un sistema resistente masse-molle che rappresenta la nostra parete, per ottenere quindi una funzione nel tempo dell'impatto e della sua resistenza.

    L'assunzione che l'aereo si disintegri è confermata dalla pratica: attualmente, solo un test in scala al mondo è stato realizzato, verso la fine degli anni '80, da Sugano e altri (qui gli articoli 1 e 2): come si può vedere nei seguenti video A e B, la parete in calcestruzzo (che è posta su dei carrelli per simulare la cinta esterna della centrale (si, lo spessore è realmente quello che vedete)) in pratica si smuove un po', ma l'aereo fa decisamente una brutta fine.
    Come si traduce a livello di calcolo un impatto aereo?
    Semplicemente, è un carico che ricorda molto quello dell'azione sismica, ma essendo dovuto ad una forza molto più impulsiva il contenuto in frequenza è molto più spostato verso le alte frequenze, e pertanto costituisce un tipo di sollecitazione diverso per tutti i vari macchinari e zone installlate nella centrale.

    Edited by Jagermeister - 16/11/2022, 11:12
  10. .
    Vista la sezione (Calidarium) e che finalmente in Italia si rinizia a parlare anche di nucleare, è interessante approfondire un pochino la tematica, sia da un punto di vista generale che ingegneristico.

    Per esperienza, io conosco più che altro ciò che è afferente alla filiera francese, pertanto non me ne vogliano quelli di Ansaldo 😂

    In questo topic, di tanto in tanto, posterò degli argomenti che possono essere interessanti sul nucleare ed ovviamente se avete delle domande, per quanto possibile, cercherò di rispondere (o chiunque voglia!), anche con comparativi rispetto agli approcci utilizzati comunemente. Considerato che è un argomento talmente vasto che è praticamente impossibile trattarlo unitariamente, ho comunque paura che il topic prenda una deriva un po' troppo caotica... Perciò sarei felicissimo se arrivassero domande, al fine di tentare di dare un filo conduttore e non semplicemente quel che penso sia interessante in quel momento. Nota bene: non sono un ingegnere nucleare, ma mi occupo di strutture nel nucleare!

    Intanto: cos'è una centrale nucleare? Non è né più né meno che un gigantesco impianto termico di produzione elettrica. Fine. La sua particolarità rispetto ad un impianto termico classico è che utilizza la fissione nucleare per creare energia termica.

    Esistono vari tipi di centrale nucleare in base al fluido che viene utilizzato nel circuito primario. La filiera francese è quasi esclusivamente del tipo PWR (Pressurised Water Reactor) ed è caratterizzata dal circuito primario che lavora a circa 150 bar e quasi 300° all'uscita della caldaia (ovvero il contenitore dove avviene la fissione).

    La fissione nucleare si basa sul fatto di riuscire a creare e controllare una reazione di tipo "critico", ovvero che si autosostiene senza bisogno di apporto esterno. La fissione in pratica sfrutta il fatto che un atomo, se colpito da un altro atomo, può scindersi (DECADE) in due sottoprodotti (altri atomi) con numero atomico inferiore e liberare energia. Questi sottoprodotti a loro volta, statisticamente, urteranno degli altri atomi fissili in un certo ammontare di tempo e praticamente controllando questa statistica nel reattore si tiene sotto controllo la reazione nucleare. Controllare la reazione significa sapere quante reazioni di fissione avvengono in un dato lasso di tempo, e si può fare tramite l'inserimento di mediatori che rallentano la fissione, detti barre di controllo. Per info: è esattamente il contrario di una bomba atomica, dove invece il principio è creare una reazione incontrollata nel minor tempo possibile.

    L'energia liberata durante il decadimento scalderà il fluido del circuito primario, e poi il resto di una centrale nucleare consiste nel recuperare questa energia termica e convertirla tramite un gruppo turboalternatore in energia elettrica.

    Ma quanta energia produce un reattore nucleare?
    Tanta.
    Oggi, il modello EPR è concepito per fornire circa 1500 MW, continuamente. In Francia il capacity factor (ovvero il fattore di produzione effettivo rispetto alla capacità massima teorica) è di circa il 70% perché viene prodotta TROPPA energia, e pertanto modulano negli anni la loro produzione abbassando di proposito la loro efficienza (infatti, è così efficiente che non vi sarebbe spazio per altri tipi di energia, uccidendo di fatto le altre filiere). Comunque, spesso nel mondo si arriva a capacity factors di 90%, pertanto sì, viene prodotta tanta energia, in continuazione.

    Per dare un'idea, la nuova centrale di HPC (2 reattori) è stimato che produrrà energia per soddisfare il fabbisogno di 6 milioni di famiglie inglesi. 2 reattori = 6 milioni di famiglie, oppure il 7% del fabbisogno energetico inglese. Questi sono gli ordini di grandezza. Qui invece si possono trovare anche alcune foto/video di cantieri su Instagram e visite anche più approfondite, come questa, su Youtube (giusto per rifarsi gli occhi). Qua invece la futura turbina più grande del mondo.

    Ma entriamo un pochino più nel dettaglio.

    Lo schema di funzionamento di un EPR è questo e possiamo individuare 3 tipi di circuiti di fluidi: primario, secondario e terziario. Il fluido del circuito primario è chiuso e non entra mai in contatto con niente se non le pareti interne del circuito stesso. Il circuito secondario invece si occupa di trasferire il calore dal circuito primario al turboalternatore, ed anche questo è chiuso. Il circuito terziario invece si occupa di raffreddare il secondario e fare da heat sink, ed è l'unico che viene in contatto con l'esterno. Le famose torri refrigeranti, che fanno tanto centrale nucleare, sono un sostituto del circuito di raffreddamento in mare.

    IRSN_BDC-SUR_fonctionnement-centrale-sans-aerorefrigerant

    La schema di una caldaia è più o meno questo:
    IRSN_BDC-SUR_schema-cuve-reacteur

    In un EPR vi sono 4 entrate/uscite per altrettanti GV (generatori di vapore), e questa caldaia è sostanzialmente sospesa tramite degli ancoraggi al livello delle bocche di entrata/uscita. Nell'immagine sotto ve n'è uno solo, ma immaginate che siano in realtà 4.

    IRSN_BDC-SUR_schema-circuit-primaire-secondaires-REP

    Questi generatori di vapore sono strutture abbastanza impressionanti, poco meno di 30 m per circa 400 tonnellate. La loro sostituzione non è per niente banale... ed è anche per questo che in ogni centrale nucleare vi è sempre, in alto, un carroponte polare che permette di accedere e sostituire i vari componenti.

    IRSN_schema-generateur-vapeur

    E l'edificio reattore? Come è fatto?
    In un EPR, l'edificio reattore è composto in realtà da due edifici, l'uno dentro l'altro: la forma dell'edificio reattore è quella di un grande cilindro con cupola (quindi è il centro della "croce" dell'"isola" nucleare) di circa 60 m di altezza, e la cinta esterna serve principalmente a proteggere dalle aggressioni esterne (= aerei) la cinta interna, che invece è in precompresso e presenta un rivestimento metallico sulla faccia interna. In realtà, la doppia cinta ha anche altri scopi, come quello di creare uno spazio vuoto fra la cinta interna e l'ambiente esterno: questo consente, tramite un costante mantenimento in depressione di tale spazio, di non avere alcuna fuga di materiale radioattivo nell'aria dell'ambiente esterno.


    1668550203_651
    P1D3158365G_crop_640-330_

    Edited by Jagermeister - 16/11/2022, 20:21
  11. .
    Era finita nel dimenticatoio questa cosa: quanto segue per mettere "al sicuro" quanto era emerso a suo tempo e che stava andando perso cancellando le mail vecchie, qui invece, salvo chiusura del forum, dovrebbe rimanere al sicuro e fruibile da parte di tutti gli eventuali interessati.

    All'epoca, avevo interpellato un prof. di cui avevo scaricato le slide di un corso che aveva tenuto, ecco la mia domanda, dato che lui affermava di applicare i coefficienti amplificativi solo a momenti e tagli:
    CITAZIONE
    Buongiorno professore,
    non sono uno studente e le scrivo per chiederle dei chiarimenti in merito all'applicazione del paragrafo 7.2.5 delle NTC 2018.

    In particolare, il caso in cui la struttura in elevazione sia stata calcolata con comportamento dissipativo per il quale la norma afferma che l'azione in fondazione da assumere per la verifica di sicurezza delle strutture di fondazione è "quella trasferita dagli elementi soprastanti nell’ipotesi di comportamento strutturale dissipativo, amplificata di un coefficiente pari a 1,30 in CD“A” e 1,10 in CD“B”".

    Questi coefficienti amplificativi vengono applicati alle componenti di azione di taglio e momento dovuti alle azioni sia gravitazionali che sismiche, ma non per l'azione assiale e per il solo SLV.

    Come mai però non si dice niente riguardo a due casi:
    - strutture per le quali si sia dovuta considerare anche la componente verticale del sisma;
    - strutture per le quali in alcuni elementi strutturali la variazione di azione assiale dovuta alla componente sismica sia non trascurabile, come ad esempio nel caso di controventi?

    In questi casi, non sarebbe più corretto applicare il fattore di amplificazione anche all'azione assiale, almeno all'aliquota sismica di tale componente dell'azione in fondazione?

    Grazie per l'attenzione prestatami e colgo l'occasione per porgere cordiali saluti.

    e qui la risposta:
    CITAZIONE
    Carissimo,
    grazie per la mail.
    I problemi posti non sono banali essenzialmente per il fatto che quanto previsto dalla norma non ha alcun fondamento scientifico, ma deriva solo dal desiderio di non vedere amplificate eccessivamente le sollecitazioni in fondazione nelle verifiche con la combinazione sismica. Infatti, l'applicazione di un coefficiente, che somiglia a un coefficiente di sovraresistenza, a una caratteristica della sollecitazione (e non a una resistenza dell'elemento strutturale) non ha alcun senso.
    In un articoletto, avevo proposto di utilizzare i coefficienti di sovraresistenza in modo corretto (sul momento di plasticizzazione degli elementi strutturali che convergono in fondazione, con le azioni assiali invariate e gli sforzi di taglio in equilibrio con i momenti) e di ridurre a 1.0 i coefficienti di resistenza per le verifiche delle fondazioni, volendo così rendere le fondazioni sovraresistenti rispetto alla struttura, per effetto dei Gammrd. Altri autori, più importanti di me, hanno addirittura pensato di procedere con la progettazione di fondazioni dissipative, quindi - di fatto - sottoresistenti rispetto alla struttura in elevazione.
    La mia proposta aveva però dei limiti per le fondazioni di elementi (tipo setti) con momenti di plasticizzazione elevati.

    La scelta di incrementare momento e taglio, e non sforzo normale, deriva dal fatto che, in molte verifiche in fondazione, l'incremento di eccentricità e inclinazione è più gravoso dell'incremento di sforzo normale. Questo è vero per le fondazioni dirette, ma anche per i pali in ca per la verifica sotto azioni orizzontali.

    Per tutte queste considerazioni, tornando alla richiesta, ritengo che - nello spirito di buon senso voluto dalla norma - questa debba essere applicata con buon senso e, nel caso di sollecitazioni assiali incrementate nelle condizioni sismiche, si potrebbe pensare anche a un incremento di sforzi assiali, lasciando invariate le altre sollecitazioni, come combinazione aggiuntiva rispetto alla standard.

    Cari saluti
    ------------

    P.S.: le scelte normative sulle azioni in fondazione non sono derivate da richieste geotecniche

    Direi che quanto si era detto a suo tempo sia confermato...
    Saluti a tutti
  12. .
    Dal valore di theta si definisce un parametro moltiplicativo, allo SLV, che "incrementa gli effetti dell'azione simica orizzontale".
    Così recita testualmente la norma.

    Nel software strutturale che utilizzo questo viene tradotto nella amplificazione dei valori dello spettro SLV del fattore 1/(1-tetha).

    Nel caso delle strutture che usualmente progetta trefolo (strutture a pilastri incastrati con travi di impalcato incernierate) amplificare le azioni (flettenti e taglianti) ricavate con spettro "normale", oppure prendere direttamente quelle con spettro "amplificato" è indifferente. Trefolo non aumenta lo sforzo normale.

    Nel caso di strutture intelaiate "con vincolo di continuità" quali i telai in c.a. gettato in opera, l'amplificazione delle azioni sismiche non comporta un incremento delle sole azioni taglianti e flettenti: anche lo sforzo normale sui pilastri si modifica.
    E questo incremento non è detto sia pari al valore dell'incremento dello spettro.

    Ritengo l'approccio del mio programma strutturale (amplificazione dello spettro SLV del fattore 1/(1-tetha) in ordinata) corretto perchè fa incrementare le azioni in maniera coerente con le caratteristiche effettive della struttura.

    Ma una volta che il tetha è maggiore di 0.1 e che lo spettro viene amplificato, il sisma è quello. Le azioni sismiche che si ricavano dall'analisi sono quelle. E per le verifiche in fondazione le azioni vanno ulteriormente amplificate per il coefficiente previsto da Norma (1.3 in CDA, 1.1 in CDB).

    Va amplificato anche lo sforzo normale? O solamente le azioni taglianti e flettenti?
    Io dico che anche lo sforzo normale va amplificato. Ma attenzione, va amplificata la sola aliquota di N derivante dalle azioni sismiche, non certamente quella dovuta alle azioni statiche che quella è e quella non può che rimanere.
  13. .
    Come promesso ecco il file excel condiviso.
    Il file è sottoposto a discussione.

    BUKLING: SEZIONE A DOPPIA T CON PIATTABANDE ASIMMETRICHE
  14. .
    Apro questo topic con l'intenzione di sviluppare un foglio di calcolo simile a quello che ho sviluppato per i serbatoi cilindrici in zoma simica ma considerando stavolta i serbatoio rettangolari e prendendo inizialmente come riferimento teorico quanto riportato nel famoso "documento indiano".
    Mi appoggerò anche a quanto ha sviluppato Ciammarrusti nel vecchio forum degli ingegneri.

    iqjQVkT
  15. .
    Provate questa: Str.En.T.+_v2022.2.
113 replies since 5/1/2013
.